90 minuti di cori e tifo, poi la rabbia finale: "Tirate fuori le palle"
Duro confronto al termine della sfida contro il Genoa. Oltre 2000 tifosi giallorossi hanno chiesto rispetto e impegno agli uomini di Mourinho
Era iniziata con un gioco di luci, di sciarpate e fumogeni giallorossi al cielo di Genova, l’antipasto della notte anche avrebbe dovuto riconsegnare al campionato la Roma come una delle protagoniste della stagione. È finita con un duro confronto sotto il settore ospiti dei tifosi giallorossi, oltre 2000 anime che in un comune giovedì di fine settembre avevano sfidato gli autovelox dell’Aurelia o la mancanza dell’alta velocità sul versante tirrenico per raggiungere, dopo diverse e interminabili ore di viaggio, lo stadio del capoluogo ligure.
Teste basse e bocche cucite, qualcuno timidamente ha provato a portarsi la mano al petto e a chiedere scusa ai supporters presenti.
Ma la rabbia, forse più lo stupore e la delusione, era troppa e così qualche nitido messaggio è stato inviato allo spogliatoio al termine dell’umiliante poker subito dal Genoa di Gilardino.
Prima si è levato al cielo un “Meritiamo rispetto”, prima di passare al consueto e più duro “Tirate fuori le palle”.
Rui Patricio e Cristante avevano già imboccato il tunnel degli spogliatoi quando il gruppo si era diretto sotto lo spicchio dei tifosi romanisti, gli altri giocatori si sono tutti fermati, attoniti e silenti, a fissare negli occhi la rabbia dei tifosi giallorossi. Bove quello più avanzato, Mourinho e Dybala in ultima fila, a parlare tra di loro con le mani a coprire persino il labiale. Sconsolato il capitano Lorenzo Pellegrini, che ha incassato impassibile gli insulti.
E mentre la squadra spariva nella pancia del Ferraris, l’urlo dei 2000 tornava a squarciare la notte di Genova: «Giallorossa con la lupa sopra il petto, io di amarti non la smetto, sei la squadra del mio cuor!».
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