Zapata riprende Lukaku: solo un pari per Mourinho
La solita aspra partita era stata messa in discesa da un gran gol di Big Rom, ma nel finale il colombiano ha sfruttato bene una punizione di Ilic
Una banale, ma decisiva disattenzione (di Ndicka con la complicità di Spinazzola, a macchiare una partita molto positiva di entrambi) a cinque minuti dalla fine della partita priva la Roma dei tre punti che si era faticosamente conquistata contro il miglior Torino della stagione grazie ad un gol alla Lukaku di Romelu Lukaku, forse il più incisivo attaccante del campionato di serie A per potenza e pericolosità. Su quel calcio di punizione di Schuurs, invece, determinato da un falletto di Kristensen sulla trequarti, Ndicka è partito con una frazione di secondo di ritardo e alle sue spalle Zapata è piombato come un falco, non contrastato da Spinazzola: facile per uno come lui la battuta di testa ad incrociare dal secondo palo sul primo, con Rui Patricio impotente.
Peccato perché la Roma avrebbe potuto spiccare un bel salto in classifica e invece ha ulteriormente rimandato il suo ritorno alla vittoria in trasferta, che non si verifica proprio dall’ultima escursione in questo stesso stadio, lo scorso 8 aprile (la vittoria precedente risale addirittura a gennaio, sul campo dello Spezia). La classifica resta così asfittica, 5 punti dopo 5 partite, tredicesimo posto sopra solo alla Lazio tra le squadre di primo livello, dieci in meno dell’Inter capolista a punteggio pieno.
Per affrontare i granata, Mourinho aveva deciso di schierare a specchio la sua squadra, rinunciando per la prima volta in stagione al 352 di partenza, preferendo El Shaarawy ad Aouar (con Pellegrini inutilizzatibile in panchina), con due mediani come Cristante e Paredes almeno teoricamente sulla stessa linea, ma poi sfalsati nell’interpretazione soprattutto in fase di possesso, e con il doppio trequartista (con Dybala sul centrodestra e Lukaku nel mezzo) che in fase di non possesso avrebbe potuto garantire il disturbo della prima impostazione dei centrali di Juric. Impostazione che peraltro è stata davvero limitata a rarissime iniziative, visto che a Milinkovic-Savic viene chiesto perlopiù di rinviare lungo direttamente su Zapata.
Ne è uscita così, come del resto quasi sempre accade contro gli schieramenti gasperiniani uomo contro uomo, una partita bloccata sui duelli e poco spettacolare dal punto di vista dello sviluppo armonico della manovra. Mourinho in questo senso dimostra davvero un’umiltà che a volte viene scambiata per mancanza di coraggio e che invece trae il suo fondamento dalla necessità di accettare il tipo di impostazione della partita data dall’avversario. Così la partita per tutto il primo tempo è vissuta prevalentemente sui duelli Buongiorno-Lukaku da una parte e Zapata-Llorente dall’altra, con la difesa granata però più alta e quasi mai protetta e quella romanista più bassa e con meccanismi conservativi che raramente hanno lasciato spazio a uno contro uno senza rete. E invece due volte ad inizio gara la LuPa si è accesa dando l’impressione di poter agevolmente sfondare l’argine.
Al 9’, in particolare, proprio Romelu ha scaricato per Paulo che ha servito perfettamente il compagno che nel frattempo aveva ingaggiato la corsa con l’avversario diretto, e sulla palla ridiscesa dal lancio dell’argentino aveva provato a colpire dopo il primo rimbalzo verso il palo più lontano di Milinkovic-Savic, sorpreso dalla traiettoria che purtroppo per la Roma si è spenta di pochissimo a lato. Poco prima, al 5’, era stato invece Zapata ad anticipare Llorente su un cross da sinistra di Lazaro su cui Rui Patricio ha fatto comunque buona guardia. Rimarranno queste le occasioni migliori di tutto il primo tempo, giocato soprattutto sulle transizioni, le palle rubate che in un contesto tattico così bloccato possono dare origine a verticalizzazioni improvvise dentro spazi vuoti, e invece le difese hanno prevalso sugli attacchi e si è arrivati al 45’ senza troppi sussulti. Nel taccuino hanno trovato spazio un destro al volo di Rodriguez forte ma alto sopra la traversa dopo una respinta di El Shaarawy su calcio d’angolo al 30’, un fallo di mano di Lazaro al 31’ proprio al limite dell’area su una sponda di Kristensen giudicato comunque regolare per via del braccio vicino al corpo, un destro centrale di Radonjic bloccato senza fatica da Rui Patricio, un altro colpo di testa di Zapata su calcio d’angolo di Ilic terminato fuori in diagonale e un tentativo di Dybala dal limite dell’area calciato però non precisamente.
Il secondo tempo è stato più vibrante perché tutte e due le squadre hanno provato a vincere la partita e il pubblico ha seguito con trepidazione le vicende del campo, compresi i 500 romanisti non residenti nel Lazio che hanno potuto assistere alla sfida. Già al 2’ Lukaku ha provato a risolverla con uno strappo impressionante sulla corsia di destra, staccando in duello Tameze e Buongiorno per poi cercare Dybala a centroarea anticipato di un soffio da Rodriguez, mentre al 4’ è stato Seck ad imitare Big Rom con un’incursione in area salvata da un grande intervento in chiusura di Spinazzola. Lo stesso senegalese nel suo momento di grazia ha crossato pochi minuti dopo da destra ma la palla ha attraversato tutto lo specchio senza incontrare deviazioni, poi è stato ancorra Spinazzola stavolta in proiezione offensiva a spaventare i granata, sul suo suggerimento sul primo palo El Shaarawy ha anticipato Schuurs, ma la palla è finita fuori. Juric ha effettuato così il primo cambio, inserendo Vlasic per uno spento Radonjic.
All’11’ Lukaku in libera uscita ha cambiato fascia e ha crossato da sinistra, Kristensen sul secondo palo ha anticipato Lazaro, ma non è riuscito anche a tirare. Al 13’ l’occasione migliore per la Roma costruita ancora da Spinazzola con un assist perfetto per l’inserimento in area di Cristante, sul cui tocco appena accennato Milinkovic nulla avrebbe potuto, ma la palla si è alzata e ha sbattuto sul palo interno, prima di essere spazzata via da Rodriguez. Al 18’ ancora Lukaku ha provato a cercare vanamente un varco per il tiro, ignorando Dybala e Cristante, poi sul rimpallo El Shaarawy ha calciato in curva. Subito dopo una bella combinazione tra il Faraone e Spinazzola ha messo quest’ultimo in condizione di battere a rete, ma il suo piattone in corsa sul rimpallo lungo non si è alzato quanto avrebbe voluto per superare Milinkovic-Savic, che ha bloccato.
La sensazione a quel punto era che chi avesse tovato il varco per segnare avrebbe portato a casa la partita, soprattutto la Roma che stava dando l’impressione di aver impresso alla gara la sua impronta. E infatti nell’occasione successiva, su un fallo laterale di Kristensen e successivo scambio con Dybala, proprio il danese si è allungato in scivolata per servire Lukaku che ha tenuto distante Buongiorno, si è girato sul mancino e ha calciato basso proprio sotto le gambe dell’avversario, cogliendo in controtempo Milinkovic-Savic. Gol e appassionata esultanza sotto il settore, con l’idea di rivedersi di lì a poco per la festa finale.
E invece Juric ha alzato il proprio potenziale offensivo inserendo prima Sanabria e poi Pellegri e Karamoh, mentre Mourinho ha limitato le sue scelte a Zalewski a trequarti al posto di El Shaarawy. Una prima punizione di Ilic in area ha visto Vlasic arrivare in leggero ritardo, poi al 40’ l’epilogo già descritto. Nel finale, con l’inserimento di Belotti per Spinazzola, proprio il fischiatissimo ex granata ha avuto due occasioni sulla testa per il beffardo gol del 2-1, ma tutte e due le volte Milinkovic lo ha anticipato in uscita. Peccato.
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