Subito forte: l'Europa della Roma riparte da Tiraspol
Per evitare le conseguenze di un’altra partenza lenta, come accaduto nella passata stagione, bisogna indirizzare con una vittoria la strada verso l’Europa League
Eravamo rimasti, caro José, a quell’immagine che in troppi hanno sottovalutato solo per dar rilievo alla scenetta contro Taylor nel garage dello stadio di Budapest, salvo scoprire qualche tempo dopo che quella disgrace di arbitro nel pulmino preso di mira non c’era. L’immagine a cui facciamo invece riferimento è quella di Mourinho che dopo essere andato sotto la curva dei romanisti a ringraziare tutti per il supporto nell’amaro momento della disillusione si fece poi tutto il campo, da porta a porta, per andare dapprima ad applaudire i tifosi del Siviglia poi a stringere la mano ai giocatori e all’allenatore che lo avevano appena battuto.
Sì, proprio lui, l’antisportivo, l’uomo dei mezzucci, quello che addestra i collaboratori del suo staff solo a protestare e che non accetta le sconfitte. Poi però, per la protesta nel garage, Mou ha preso quattro giornate di squalifica, così da potenziale imperatore romano è rimasta l’immagine dell’orco cattivo bandito dalle panchine. Stasera comincerà a scontare la prima nel modernissimo stadio di Tiraspol (calcio d’inizio ore 18:45 italiane, telecronaca a scelta su Dazn o Sky, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) contro lo Sheriff e chissà in quale angolo dell’impianto vedrà la partita («mi lasceranno un posto spero», ha scherzato ieri in conferenza), mentre in panchina Foti proverà a surrogarne l’insurrogabile carisma.
Josè avrebbe potuto vedersi dimezzata la squalifica se avesse accettato di chiedere scusa (scusa?) alla Santa Inquisizione dell’Uefa, ma ovviamente se n’è ben guardato. Per rappresaglia, dopo la squalifica, si è dimesso dal board dei saggi dell’Uefa ma guarda caso quando a Sky hanno dovuto pensare ad uno spot con un testimonial che rappresentasse da solo la bellezza delle coppe europee il prescelto è stato ancora lui. Non Taylor, né Ceferin. Forse però l’immagine che oggi meglio lo rappresenta non è quella patinata dello spot, ma quella che lo ritrae quando viene fermato a stento mentre prova ad avventarsi su quel giocatore della panchina del Siviglia che lo stava accusando di antisportività.
Si spera ovviamente che la Roma non abbia bisogno della sua presenza stasera per mettere in discesa il cammino nel gruppo non impossibile che l’urna di Montecarlo ci ha riservato. Precedenti specifici non ce ne sono, ma l’anno scorso non si partì bene con il Ludogorets e quella sconfitta iniziale complicò parecchio il cammino. La buona sorte almeno ha fatto sì che la giornata di squalifica rimediata dai tifosi della Roma con la chiusura del settore ospiti sia coincisa con la trasferta più lontana e complicata del girone. Sulle tribune dello stadio Sheriff (sul nome non ti puoi sbagliare, da queste parti si chiama tutto così, dalle pompe di benzina ai centri commerciali) ci saranno però lo stesso una sessantina di tifosi che hanno acquistato un biglietto di tribuna a 75 € e un pacchetto neanche tanto scomodo di viaggio che li porterà prima a Chisinau e poi, in pullman, fino a Tiraspol, un’ora dalla Moldova fino all’autoproclamata repubblica di Transnistria, il cui Pil è ossigenato proprio dalle attività dello Sheriff (intesa come azienda).
Poco si sa della squadra avversaria, se non che del gruppo autore della magnifica impresa di spaventare l’Inter e battere il Real quattro anni fa non c’è rimasto praticamente nessuno, e poi che è allenata da un ex centrocampista italiano, Roberto Bordin. Non è un integralista tattico, stasera è probabile che scenda in campo con cinque difensori perché ovviamente sa che dal punto di vista tecnico potrebbe non esserci storia, ma se la partita avrà un significato anche dal punto di vista agonistico allora aumenteranno le loro possibilità. Servette e Slavia, le prossime avversarie nel girone, si affronteranno in Svizzera alla stessa ora. Comincia così un lungo viaggio che ha in Dublino la tappa finale. Non c’è due senza tre.
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