La Lu-Pa prende il volo e la Roma schianta l'Empoli
Dybala ispira e colpisce subito su rigore e su una splendida azione nella ripresa. A segno anche Lukaku, Sanches, Cristante e Mancini (e un autogol)
Sette gol tutti insieme all’Olimpico (oltretutto a zero) non si vedevano dall’umiliazione del Catania del 2006. E forse non è solo un caso che siano arrivati nella sera in cui la Roma ha potuto schierare dall’inizio la sua LuPa, la coppia Lukaku-Dybala, tre gol (e una traversa) solo per loro, ma il conteggio è stato poi aggiornato da Renato Sanches (anche lui al debutto dall’inizio), e poi con un autogol di Grassi (su iniziativa di Cristante), e dai sigilli dello stesso Cristante e di Mancini nel finale, su calcio d’angolo, mentre Paredes sull’altro corner di serata aveva colto in pieno il palo nel primo tempo.
Sette gol, due pali, appena due tiri in porta subiti e una disinvoltura nelle giocate offensive e difensive tra titolari e subentrati che fa ben sperare per la stagione che in qualche modo è cominciata ieri. Così la Roma dopo il primo di sette impegni ravvicinati che dovranno riportarla sui binari delle ambizioni fissate dopo il mercato, è risalita intanto a quota quattro in classifica. Notte di valutazioni invece per l’Empoli, dopo il disastroso avvio di stagione: zero punti, zero gol fatti e domenica al Castellani arriva l’Inter.
La partita è stata messa in discesa da un goffo intervento di Walukiewicz sul primo cross della partita di Kristensen, dopo una trentina di secondi di gioco, con la palla che è probabilmente schizzata sul terreno bagnato ingannando il difensore polacco che ha istintivamente allungato il braccio per controllarla, per l’immediato intervento di Sacchi a decretare il rigore, battuto al 2’ con la consueta sapienza da Dybala. E all’8’ è arrivato addirittura il pareggio, con un inserimento di Renato Sanches che ha aperto il gioco a destra verso Kristensen e poi si è fiondato in area, trascurato ospite, fino a deviare di testa il preciso cross del danese.
La Roma dei nuovi acquisti in poco tempo si è dunque presa l’Olimpico, visto che nell’occasione Mourinho ha messo in campo cinque calciatori arrivati d’estate, rispettivamente Ndicka braccetto di sinistra (a sostituire nel numero Smalling), con Mancini a destra e Llorente a far le veci centrali dell’inglese, con Paredes in regia e Renato Sanches ad affiancare Cristante sulla linea delle mezzali, con Kristensen (inutilizzabile in Europa e dunque titolare in campionato) e Spinazzola sulle fasce, con Lukaku e Dybala per la prima volta insieme e dal primo minuto con la maglia giallorossa. Out, oltre a Pellegrini, Abraham, Kumbulla e Smalling anche Aouar, defezione dell’ultimo minuto che ha costretto Mou a schierare anche Sanches, tenendo Bove in panchina, con 4 attaccanti e nessun difensore centrale.
Di fronte coraggioso 433 per Zanetti, con l’inedito attacco con Cancellieri e Cambiaghi esterni e Mattia Destro nel mezzo, Fazzini, Grassi e Maleh a centrocampo e i polacchi Bereszinski e Walukiewicz a comporre con Luperto e Pezzella la linea dei difensori davanti a Berisha. Il risultato già indirizzato dopo otto minuti ha spinto l’Empoli a cercare gloria nello sviluppo del tempo, ma i volenterosi toscani non sono mai riusciti ad impensierire Rui Patricio se non con tiri da lontano terminati però ben oltre la traversa. Ma è stata la Roma a rendersi comunque pericolosa nelle sue non rare sortite offensive. Al 19’ il consueto palo per la Roma è stato colto da Paredes con una straordinaria parabola direttamente da calcio d’angolo, finita giusto sotto l’incrocio nel palo più lontano. Al 21’ un cross di Spinazzola per Cristante sembrava il preludio a qualcosa di più di quel colpo di testa alto che è venuto fuori. Al 24’ una ripartenza 2 contro 2 di Dybala e Lukaku ha portato al destro ciclonico del belga oltre la traversa, col successivo sventolio dell’assistente Massara a rendere vana l’azione, anche se poi dal replay Romelu non era sembrato in posizione irregolare.
Al 35’ il rocambolesco gol che ha definitivamente indirizzato la partita: sulla solita verticale di Cristante su Lukaku, in posizione di attesa e di copertura, il pallone è tornato sui piedi di Bryan che è entrato in area e si è trovato la strada chiusa da Bereszinski che ha provato a spazzare colpendo però Grassi e sulla carambola la palla si è impennata ed è finita alle spalle di Berisha. Su una partita così semplice da arbitrare, Mazzoleni è riuscito a far commettere un errore all’arbitro Sacchi: mentre il direttore di gara infatti era impegnato ad ammonire Dybala per un veniale pestone ad un avversario, Cancellieri contendeva il pallone a Ndicka e poi lo colpiva in un faccia a faccia successivo con la fronte sullo zigomo. E quando tutti attendevano la segnalazione del Var, scontata visto il replay delle immagini televisive, dalla Sala di Lissone non è arrivata alcuna indicazione, cosicché Sacchi si è limitato ad ammonire proprio Cancellieri e Renato Sanches che hanno successivamente discusso per l’episodio, mentre a terra Ndicka aveva bisogno di abbondanti provviste di ghiaccio per riprendersi.
Con due cambi all’intervallo Zanetti ha provato a cambiare l’inerzia della gara, ma poi Bastoni e Ismajli non incideranno granché. Baldanzi entrerà invece solo al 15’ con Caputo (al posto dei fantasmi Cancellieri e Destro), portando almeno la vivacità per estro ed esperienza che sarebbe servita all’Empoli del primo tempo: e forse una delle domande che si staranno facendo i dirigenti che devono decidere le sorti di Zanetti riguarda proprio il ritardato ingresso dei due attaccanti tenuti inizialmente in panchina. L’abbrivio della partita non è comunque mai cambiato e già al 10’ è arrivato il 4-0, una prodezza di Dybala che ha ricevuto lo scarico di Cristante in progressione esterna (ma quanti pericoli sa creare Bryan giocando più alto?), ha messo a sedere Luperto ingannando anche Ismajli con una finta e poi ha depositato il pallone nell’angolino con un morbido tocco di interno mancino. Poi, prima di uscire, Paulo ha calciato anche una gran punizione dal limite, e la palla è stata respinta dalla traversa.
Con l’ingresso di Belotti l’attacco si è fatto più prosa, ma per un po’ è mancata la poesia. Qualche svolazzo l’ha concesso Baldanzi (suo il palo al 22’ su gran sinistro da fuori area), ma il finale è stato tutto romanista, mentre l’Empoli è definitivamente uscito dal campo, accentuando quello scollamento di squadra che si è percepito sin dal primo minuto.
Al 35’ una prolungata azione offensiva giallorossa è culminata su Belotti che spalle alla porta ha preferito scaricare su Cristante che da fuori area ha colpito forte la palla facendola infilare nell’angolo più alto alla destra di Berisha. A quel punto mancava solo il gol di Lukaku, mentre il belga sembrava progressivamente perdere lucidità per la stanchezza. Ma era solo un’impressione: quando Belotti è partito in una transizione favorevole, Lukaku ha dettato perfettamente il corridoio nel quale avrebbe potuto essere servito, bravo il Gallo a farlo, spettacolare la conclusione di destro del gigante di Mourinho, che ha finito la sua corsa nell’abbraccio virtuale con la curva Sud, in festa da pochi minuti anche per la rinascita dei Fedayn attraverso lo striscione del nuovo Gruppo Quadraro. E come se non fosse tutto sufficiente, mentre Azmoun faceva il suo esordio entrando con El Shaarawy al posto di Lukaku e Spinazzola, al 41’ arrivava anche il 7-0 di Mancini su angolo di Pagano deviato di tacco da Cristante. Troppa grazia davvero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA