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Renato Sanches: "Vincere è la cosa più importante, voglio dare tutto”

Il centrocampista portoghese: "Avere Mourinho come allenatore mi aiuta molto. Le esperienze passate mi hanno arricchito ma ora cerco stabilità"

Renato Sanches con la maglia della Roma

Renato Sanches con la maglia della Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
16 Settembre 2023 - 20:04

Renato Sanches ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Dazn. Queste le parole del centrocampista portoghese:

Che impressione ti ha fatto la prima partita allo Stadio Olimpico?
"È stato speciale, lo stadio era pieno e per qualsiasi giocatore è importante sentire l'appoggio dei tifosi. Con una tifoseria del genere penso sia più semplice volere ogni vittoria e dare tutto per la squadra. Abbiamo diversi giocatori con caratteristiche differenti, credo sia importante avere una squadra con tanta varietà a centrocampo. Abbiamo giocatori con molta qualità e sono convinto che sia un bene per il mister. Quando hai un allenatore portoghese, parlando la stessa lingua è più facile capire ciò che mi chiede come giocatore, perciò è molto importante"

Quando ripensi alla vittoria dell'Europeo nel 2016 con il Portogallo, cosa provi pensando a quel momento?
"La finale, per me come per tutti i Portoghesi, è stato un momento davvero speciale. All'epoca avevo 18 anni, è stato un anno molto importante per me: ho vinto il Campionato Portoghese con il Benfica e poi l'Europeo, è stato un anno perfetto per me, grazie a Dio"

Hai mai pensato che una tappa fondamentale per la tua carriera come la vittoria dell'Europeo sia arrivata troppo presto per te?
"No, credo che dovesse succedere in quel momento e così è stato, non penso che possiamo scegliere il nostro momento, come quando arrivano momenti meno belli e possiamo solo affrontarli, allo stesso modo in tutti i momenti felici della nostra vita non possiamo metterci a pensare troppo, dobbiamo solo goderceli e ringraziare, perchè non possiamo sapere cosa succederà. Perciò credo che tutto è successo al momento giusto, doveva succedere ed è successo".

Qui a Roma hai ritrovato altri connazionali come Mourinho, Tiago Pinto e Rui Patricio. Cosa rappresenta il calcio per voi Portoghesi?
"L'Italia è un po' come il Portogallo, c'è molta adrenalina, molta carica, si vive molto il calcio, credo che abbiamo qualcosa in comune perchè anche in Portogallo siamo molto appassionati di calcio. Ritrovare qui altri portoghesi che mi possano insegnare riguardo il club, è una fortuna, mi permette di integrarmi e di imparare molto più velocemente".

A Lisbona hai giocato il derby tra Benfica e Sporting Lisbona, cosa ti aspetti da un derby molto sentito dalla Capitale come Roma-Lazio?
"Un derby è sempre un derby. Lazio e Roma giocano nello stesso stadio. In Portogallo usiamo dire "gioca per vincerlo" e credo che tutti vogliamo vincere, soprattutto quelle partite, sono le partite della nostra città e quando rappresentiamo la nostra città dobbiamo sempre vincere".

Raccontaci della tua cultura.
"Mia madre è nata a Capo Verde, mio padre a Sao Tomè e Principe, ma si è trasferito a Capo Verde quando ancora era molto giovane, e lì ha incontrato mia madre. Prima dell'anno scorso non ero mai stato a Capo Verde, ma nonostante sia portoghese, è chiaro che una parte importante di me è africana, perchè lo è la mia cultura, il cibo, la musica, tutto questo l'ho ereditato dalla mia famiglia ed è chiaro che per me è un orgoglio avere origini africane".

Sei stato accostato a Clarence Seedorf. Qual è la caratteristica che pensi vi accomuni di più?
"Credo che possiamo avere qualcosa in comune dal punto di vista fisico, la conduzione di palla, i passaggi. Seedorf è un giocatore che ho sempre ammirato, so che devo ancora migliorare e imparare molto per arrivare al suo livello, lui è stato un giocatore incredibile per me, l'ho ammirato molto: non l'ho visto tante volte dal vivo, perchè ero ancora molto piccolo, ma è un giocatore che ho amato molto e che ho studiato parecchio su Youtube".

Tutti i trofei vinti nonostante la giovane età, tra Portogallo, Benfica, Bayern, Lille e Psg, cosa ti hanno insegnato?
"Vincere titoli è qualcosa che ogni giocatore ricerca sempre, perchè quando a fine carriera ripensi a ciò che sei riuscito a conquistare pensi che sia valsa la pensa di fare tutti gli sforzi che hai fatto, ma credo che indipendentemente dai risultati la cosa più importante sia imparare, potersi confrontare con paesi, persone e culture differenti mentre giochi a calcio e vinci dei titoli, ti permette di imparare a vedere la vita in un modo diverso, perchè una carriera calcistica passa davvero molto velocemente e allo stesso tempo, quando sei lì che ti alleni e giochi, sembra non passare mai, ma in realtà una carriera passa davvero in fretta e non puoi sapere cosa ti riserverà il futuro. Per questo la cosa più bella è vincere, e godersi ogni momento, e la cosa più importante è avere sempre brave persone al proprio fianco, perchè a fine carriera questo è quello che conterà: le persone che hai conosciuto e i titoli che hai vinto. Detto ciò vincere resta la cosa più importante".

Passiamo all'ultima parte di quest'intervista, dovrai rispondere a delle domande secche: la prima cosa che hai voluto vedere di Roma.
"Lo Stadio Olimpico".

Il tuo idolo da bambino.
"Ronaldinho".

Quando eri bambino cosa volevi fare da grande?
"Il calciatore".

Il giocatore che più ti piace della Roma.
"Aouar".

Il primo pensiero appena ti svegli.
"Oggi c'è l'allenamento".

Il tuo obiettivo personale per questa stagione?
"Fare una buona stagione e aiutare la squadra a conquistare titoli, sono i nostri obiettivi".

La tua migliore qualità?
"Dare tutto".

Come ti descriveresti attualmente? A che punto della carriera sei?
"Ho 26 anni e sono già passato per diverse squadre. È un momento di maturità per me, un momento in cui avere un po' di stabilità. Ho già vinto diversi titoli nella mia carriera, ma credo di essere arrivato ad un punto della mia carriera in cui sono più maturo per poter mostrare il mio calcio".

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