AS Roma

L'amore fa parecchio rumore

Perché chi nasce con un dono come Paulo Dybala in un’altra vita avrebbe potuto aver scritto Hemingway, perché i suoi piedi hanno un ritmo diverso

Paulo Dybala in allenamento a Trigoria

Paulo Dybala in allenamento a Trigoria (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Giulia Alterini
13 Settembre 2023 - 09:21

Bertold Brecht, mi dispiace ma “Il popolo ha bisogno di eroi” e quello romanista se vuoi, ancor di più. C’è sempre qualcosa che accomuna gli eroi tra di loro: etimologicamente l’amore (da Érōs in greco) ma poi c’è qualcos’altro, che è collegato a una spiritualità quasi evanescente, impercettibile ma dirompente. 

Ecco perché c’è un filo che accomuna Paulo Dybala e James Le Bron, due eroi inconsapevoli, travolgenti nel talento, nella lucida emotività e nella figura paterna della propria infanzia che inevitabilmente ha scolpito i loro destini. Entrambi conoscono la bellezza dell’umiltà delle terre in cui sono cresciuti ed entrambi tutti i gesti mancini da fuoriclasse o sghembi che faranno, saranno per sempre legati al loro padre, che Paulo ha perso troppo presto e che James non ha mai conosciuto. 


Entrambi hanno dentro l’emancipazione alla vittoria, a raggiungerla laddove c’è facilità nel farlo, per questo pur potendo essere ovunque hanno scelto di andare a costruire un sogno di vittoria in due piazze con un palmares non all’altezza della loro storia. 

L’avventura giallorossa di Paulo è sotto il segno dei punti importanti, sempre, soprattutto nelle partite decisive: indimenticabili quelle delle notti europee, di quelle notti ognuno di noi ricorda cosa ha mangiato, quale rituale scaramantico ha seguito alla lettera, quale maglietta ha indossato, quale amico ha abbracciato, quale Dio ha pregato…  Perché chi nasce con un dono come Paulo in un’altra vita avrebbe potuto aver scritto Hemingway, perché i suoi piedi hanno un ritmo diverso, gioca a pallone muovendosi come Mick Jagger sul palco.  Questo è Paulo Dybala, un eroe con la maglia della Roma che canta Jumping Jack flash su un campo di calcio.

La notte che porto nel cuore è quella col Feyenoord: ha preso la mano di ognuno di noi seduto su quei seggiolini freddi dell’Olimpico dopo il gol degli olandesi e ci ha fatto gridare il core de sta città che era scoppiato del pianto di una gioia lasciata sopita per anni di ingiustizie subite e corse strozzate. 

In quel gol c’erano dentro più vite in un giorno, c’erano le corse di noi romanisti dietro quel pallone, c’era uno stadio che saltava sui seggiolini con le bandiere e le sciarpe al vento, c’era che si voleva stare insieme oltre il fischio finale qualunque cosa sarebbe accaduta, c’era soprattutto un amore senza resa. 

In questo inizio di stagione è mancata la traiettoria dei suoi movimenti e dei suoi palloni, la brillantezza nell’anticipare l’azione che sarebbe accaduta in campo, la nostra voglia di urlare il suo nome tutti insieme.

Allora Paulo… cominciamo domenica con tutta la squadra questa stagione, facci ballare insieme a te in mezzo al campo, facci sentire che si può essere eroi anche per più di un giorno, facci sentire che quando si sogna insieme l’amore fa più rumore, facci gridare a squarciagola il tuo nome: Paulo Dybala, Paulo Dybala, Paulo DY-BA-LAAA!!!

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