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Su, coraggio! La Roma di Mou attesa dall'esame Milan

Mister Pioli ha dato alla sua squadra un gioco moderno e offensivo. Per paradosso, presenta meno rischi per lo Special One alzare le pressioni

Mourinho a colloquio con Cristante e Belotti

Mourinho a colloquio con Cristante e Belotti (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
01 Settembre 2023 - 09:08

In tutte le previsioni dei tifosi alla diffusione del calendario di serie A, la sfida di stasera col Milan (stadio Olimpico, ore 20.45, diretta tv in esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) sarebbe dovuto essere il primo big match della stagione tra capoliste. Poi il Milan ha fatto il suo dovere ed è a punteggio pieno, mentre qualcosa è andato storto alla Roma e il distacco dei giallorossi con la vetta è già di cinque punti.

Questo aspetto è probabilmente quello che preoccupa di più i tifosi alla vigilia della gara anche se un po’ di razionalità valutativa dovrebbe portare a pensare che se qualcosa è mancato nei meccanismi e nello sviluppo del gioco romanista in queste prime due uscite è nel dettaglio di qualche interpretazione, non certo nella prestazione d’assieme. Abbiamo già fatto vedere in settimana come dal punto di vista prettamente numerico la Roma abbia costruito a Verona molto più di quanto non abbia fatto il Milan col Torino, e lo ha sottolineato anche Pioli nella conferenza di ieri, ma i risultati sono stati decisamente differenti. Rilevare come fosse “più” rigore il contrasto di Djuric su Dybala piuttosto che il “fallo” di mano di Buongiorno in un momento chiave della sfida di San Siro (il Torino aveva appena pareggiato e si andava verso la fine del primo tempo) non significa sminuire i meriti dei rossoneri, né fornire alibi ai romanisti, ma solo descrivere la realtà. 

Il campionato è lunghissimo, ci sono in palio ancora 108 punti e anche solo per un calcolo statistico ci sembra assai improbabile (per quante ne abbiamo viste nel corso degli ultimi decenni) che il peso del destino avverso continui a essere così significativo nelle vicende giallorosse e dunque l’occasione che il calendario offre questa sera potrebbe imprimere alla stagione la prima svolta. Del Milan è giusto avere paura, o quantomeno rispetto. La squadra che Pioli sta modellando è destinata ad essere protagonista in questa serie A sia per qualità tecnica dei giocatori, sia per l’impostazione tattica che l’allenatore sta conferendo, avendo l’opportunità di affinare un lavoro cominciato quattro anni fa. 

Sarà ad esempio molto interessante vedere la scelta tattica di Mourinho rispetto alla ricercata impostazione dal basso su cui Pioli ha evidentemente lavorato moltissimo quest’estate. Andare a prendere alti i  rossoneri per complicare loro la prima impostazione potrebbe essere una scelta rischiosa ma ponderata. Al contrario, aspettarli bassi vista la velocità nello stretto di alcuni dei loro interpreti, le doti nell’uno contro uno degli esterni, le capacità di inserimento degli interni e la padronanza aerea nel gioco di Giroud, potrebbe invece essere controproducente. 

Ma per frenarli sin dalla natura del loro gioco bisogna essere in grado di riconoscere certi meccanismi e di inibirli senza incertezze. Non è facile fronteggiare le continue rotazioni dei tre centrocampisti, degli esterni e dei difensori centrali, quando Maignan muove il primo pallone dando sempre un occhio al piazzamento di Giroud per l’eventuale lancio lungo con spizzata sugli esterni, e contemporaneamente non farsi ingannare dai continui movimenti “contro natura” di molti giocatori alla ricerca del possesso in superiorità numerica: Hernandez parte da sinistra e taglia al campo a volte fino all’estrema destra, Calabria si inserisce come una mezz’ala, i centrali salgono esternamente quando si abbassa il regista e le altri mezze ali vengono a curare la prima impostazione o magari si inseriscono sui tagli interni degli attaccanti esterni. Un tourbillon continuo che può far perdere la testa all’avversario, ma che espone anche i rossoneri a qualche rischio in caso di transizione negativa. 

Mourinho, all’esordio in panchina, ha scelto di sorprendere ancora, stavolta non presentandosi in sala stampa per la consueta conferenza della vigilia dopo aver sorpreso per due settimane con il contrario, incontrando i cronisti alla vigilia delle due partite nelle quali era squalificato. Conoscendolo, ci viene facile pensare che abbia voluto evitare di dare anticipazioni su Dybala e Lukaku. Non dovrebbero esserci, secondo le cronache più recenti. In ogni caso non ci stupiremmo di niente.

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