AS Roma

Totti: "Lukaku è un top player. L'obiettivo è ritornare in Champions League"

L'ex calciatore della Roma ha parlato del nuovo acquisto giallorosso e si è soffermato sulle ambizioni del club capitolino in vista della nuova stagione

Totti allo Stadio Olimpico

Totti allo Stadio Olimpico (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
31 Agosto 2023 - 14:21

Francesco Totti ha parlato in una lunga intervista alla radio della Lega Serie A. Di seguito le sue dichiarazioni: "Man mano che vai avanti capisci la passione e l'importanza di questo sport. Ti fa diventare pazzo, è divertente e passionale. C'è tutto in quella palla, è bello sia da vedere che da giocare. Nella vita bisogna sempre sognare e pensare in grande, ma se arrivi a un punto in cui capisci che non puoi più alzare l'asticella devi essere obiettivo con te stesso e cambiare. Trovare qualcos'altro che ti faccia sentire importante".

Sull'inizio del campionato.
"Siamo all'inizio, tante squadre hanno fatto un po' di partite negative inaspettate. Il bello del calcio è questo, che ogni domenica c'è da parlare. Certo, mi dispiace perché dover parlare della Roma adesso mi logora. Avrei preferito essere più in alto in classifica, ma può succedere di tutto".

Come hai vissuto le prime partite della Roma?
"Non bene. Come diciamo noi romanisti, siamo abituati a certe situazioni. Siamo all'inizio, il campionato è lungo e l'obiettivo è tornare in Champions. Tutto quello che verrà sarà di guadagnato".

Sull'accoglienza di Lukaku.
"La bellezza di noi romanisti. Quando c'è un qualcosa di un po' più grande, la facciamo diventare grandissima. La passione che mettono i tifosi della Roma è difficile trovarla in giro per il mondo, questo è l'affetto che danno. Lukaku è un grande acquisto, può fare la differenza sperando che con Dybala trovino subito una grande sintonia. Vedremo grandi cose, ma un calciatore non fa una squadra: per centrare gli obiettivi devi avere un organico più completo. Lui e Dybala sono una coppia di Top Player".

Cosa deve cambiare la Roma?
"I risultati, innanzitutto. Se continuiamo così la vedo tragica, ma mister e squadra sanno come comportarsi e come cambiare modo di approcciare alle partite".

Concederesti la numero 10 a Dybala?
"Io non sono il proprietario della maglia numero 10. L'ho indossata con amore e onore, con tutto me stesso. È normale che il prossimo numero 10 dovrà essere un calciatore che dovrà saper portare rispetto alla società, alla Roma e ai tifosi. Deve essere un giocatore che starà alla Roma per 20 anni. Non ce l'ho con Dybala o Lukaku. Dare la numero 10 per due o tre anni non avrebbe tanto senso, sarebbe una responsabilità in più per il calciatore stesso. Paulo per rispetto non me l'ha mai chiesta e, per come è fatto lui, mai me la chiederà. Giustamente, da professionista quale è, ha preso un altro numero: non è stupido".

Perchè non ha mai parlato della Roma per lo Scudetto?
"Non è attrezzata per vincere lo Scudetto. Bisogna essere realisti e ci sono squadre più forti. L'obiettivo primario è tornare in Champions".

Chi è la favorita?
"Per me la Juventus, poi nel calcio può succedere di tutto. Non facendo le coppe ha un altro modo di lavorare e non è poco".

Un giudizio su Mourinho e su come è entrato nel mondo Roma?
"Lui è il numero uno in questo. Come allenatore, gestore, comunicatore. Averlo in un club è la cosa ideale, anche perché ovunque è andato ha vinto, quindi chapeau. È l'arma in più della Roma. Bisogna seguirlo e dargli fiducia al 100%".

Il caffè con i Friedkin?
"Ancora no. Sono ancora chiusi i bar... a settembre vediamo, se ci sarà occasione. Pure allo stadio, se dovesse capitare, un caffè al volo...".

Che ne pensi dell'addio di Matic?
"Il suo addio l'ho vissuto velocemente, non pensavo potesse accadere così all'improvviso. Prima che succedesse vedevamo i siparietti con Paulo in allenamento, una sintonia che si vede raramente in uno spogliatoio. Leggendo pensavo fossero solo dicerie, poi non so cosa sia successo".

Tornando indietro, cosa pensi della tua permanenza a Roma?
"Mamma mia quanto è stato bello rimanere a Roma per sempre. Lo dirò sempre. La vittoria più bella, satre 25 anni nel club per il quale hai sempre tifato è il sogno che dovrebbero vivere tanti altri ragazzi. Purtroppo adesso sarà difficile ripeterlo. Le bandiere non esistono più? Per me no, ormai il calcio è cambiato. Pellegrini? Spero possa rimanere il più a lungo possibile, ma nel calcio moderno mai dire mai".

Un ricordo su Mazzone.
"Mi è dispiaciuto non essere statoal suo funerale. Ero dall'altra parte del mondo e non ho trovato il volo per tornare. Volevo salutarlo, è come se lo avessi fatto da lontano. Per me è stato un padre, mi ha dato tanto. Mi ha gestito nel migliore dei modi. Un aneddoto è difficile raccontarlo, perché ogni giorno faceva cose inaspettate. I modi, gli sguardi, l'amore che trasmetteva a noi calciatori. Troppo diverso dagli altri allenatori. Non lo dico per il nostro rapporto, ma è stato un signore in tutto. La corsa in Brescia-Atalanta è significativa. Sul 3-1 pensa ai cori contro i romani e non a recuperare la partita. Sono cose istintive. Quello che pensava, diceva. Al 99% era tutta verità. Lo hanno rispettato tutti, vuol dire che qualcosa di grande lo ha fatto".

Un Totti al Frosinone.
"Non credo che il nome possa pesare. Ovunque andrà il nome sarà sempre quello, non può essere cambiato. Dovrà essere bravo lui a metterlo da parte e gestire le emozioni. Gli hater sono inesistenti per me. Sicuramente avranno dei figli, è questa l'educazione che danno ai giovani di adesso. Uno che si esprime così contro un ragazzo di 17 anni, c'è da rispondere? Non c'è neanche da leggere".

Alla nuova nazionale di Spalletti fai un in bocca al lupo?
"Certo che sì, è la nazionale di tutti. Adesso che l'ha presa in carica mister Spalletti sicuramente vedremo delle belle partite. un grande in bocca al lupo a lui e a tutti i ragazzi".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI