Aouar, Paredes e Renato Sanches: una mediana tirata a lucido
L'ex Lione tra i migliori con la Salernitana: contrasta e fa girare il pallone. Per l'argentino subito un assist, il portoghese porterà dinamismo al reparto
Novanta minuti per Houssem Aouar, sostituito nel recupero da Pagano, venticinque a testa invece per gli altri due volti nuovi del centrocampo romanista, Leandro Paredes e Renato Sanches, subentrati rispettivamente a Smalling e Bove al 65’ contro la Salernitana. L’ex Olympique Lione, unico acquisto estivo oltre a Kristensen a debuttare da titolare, è apparso già in una buona condizione atletica, se si tiene conto che nella passata stagione ha giocato pochissimo in Francia: lui stesso ha ammesso di dover migliorare dal punto di vista fisico, anche perché contro i campani si è spento dopo l’ora di gioco, com’era prevedibile del resto. I piedi, però, sono raffinatissimi, e aggiungono qualità a un centrocampo (e all’occorrenza alla trequarti, dato che l’algerino può agire anche tra le linee) che ne aveva bisogno.
Aouar può fare la mezzala in un centrocampo a tre, può fare il regista con compiti di costruzione o operare come un numero 10, per capirci. Per lui non fa differenza, e lo ha detto a chiare lettere nella conferenza post-partita: «Posso giocare anche in attacco, se il Mister me lo chiede». Ha il passo e i piedi per dribblare e creare superiorità numerica, per calciare e per fornire l’ultimo passaggio: quando sarà fisicamente al top, la Roma potrà contare su un altro calciatore con caratteristiche simili a quelle di Pellegrini, ma che col Capitano può sposarsi alla perfezione.
Chi invece ha un ruolo ben definito è Leandro Paredes, regista puro, che ci ha messo soltanto 17’ per servire il primo assist della sua seconda avventura in giallorosso: è suo, infatti, il corner che ha pescato Belotti per l’inzuccata del 2-2. L’argentino - che l’anno scorso a Torino non ha brillato, ma le cui doti non sono in discussione - può essere quella tipologia di centrocampista che Mourinho chiedeva fin dal suo arrivo nella Capitale: uno in grado di gestire il pallone e i tempi di gioco, un metronomo dotato di geometrie fondamentali per la manovra dell’intera squadra.
Anche per lui la condizione non è al top, dato che nel precampionato ha messo ben pochi minuti nelle gambe, ma ha dalla sua la conoscenza della piazza e della realtà romanista; quando anche le gambe andranno di pari passo con la testa, Leandro saprà rendersi utile e aggiungerà ulteriore qualità a un reparto che già con Aouar si era arricchito in tal senso. Pur essendo arrivato per sostituire Matic, l’ex Psg ha caratteristiche molto diverse dal serbo, più interditore che costruttore.
Ha caratteristiche più dinamiche rispetto a Paredes, invece, Renato Sanches: dal portoghese ci si aspetta corsa e muscoli, strappi in avanti, ma anche una certa dose di qualità con il pallone tra i piedi. Contro la Salernitana ha mostrato un paio di fiammate che hanno strappato applausi al pubblico, ma anche il numero 20 viene da una stagione non esattamente esaltante a livello individuale, nonostante la conquista della Ligue 1 con il Psg. A maggior ragione per un calciatore muscolare e dinamico come lui, c’è bisogno di una condizione fisica ottimale: ci vorrà del tempo, ma i segnali lanciati nei 25’ più recupero di domenica fanno ben sperare.
Un tris d’assi per il centrocampo giallorosso, che ha notevolmente alzato l’asticella della qualità da affiancare ai già presenti Cristante e Bove. I nuovi acquisti sono dei potenziali titolari, anche se i tanti impegni inevitabilmente richiederanno l’apporto di tutti quanti.
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