Tra esordi e ritorni, cinque "prime" volte all'Olimpico
Aouar tuttofare, Leandro e Renato: geometrie e muscoli al centro. Pagano, un altro “bambino” di Mou. Solido Llorente, Ndicka resta in attesa
Primo giorno di scuola per la Roma di Mourinho, versione 3.0. All’Olimpico i giallorossi, privati del loro tecnico - Rapetti in coppia con Bruno Conti a sostituirlo a bordocampo - e degli uomini di maggior talento - Pellegrini e Dybala - per squalifica, iniziano il loro cammino nella Serie A 2023/24 con un solo punto raccolto. Risultato amaro, soprattutto per la buona prestazione collettiva fornita da Mancini e compagni, puniti da una doppia invenzione di Candreva a smorzare l’entusiasmo per i due squilli di Belotti.
Oltre alla prova del centravanti - sotto i riflettori, ovviamente, vista l’assenza di un’alternativa al momento a causa del ritardo sul mercato -, c’era curiosità per i nuovi volti allo Stadio Olimpico. Tra esordio e ritorni, sono stati cinque i debutti nel match contro gli uomini di Paulo Sousa, di quattro arrivati dalla sessione estiva di trattative e uno dal vivaio. Procedendo con ordine, dal primo minuto lo Special One ha lanciato Aouar come intermedio di sinistra nel centrocampo a cinque del 3-5-2 disegnato dal portoghese. L’ex Lione, con Renato Sanches e Paredes ancora indietro nella conoscenza della squadra - come confessato alla vigilia dallo stesso Mourinho - e Pellegrini messo fuori dai giochi per la squalifica, ha completato la linea mediana a tre insieme a Cristante, in cabina di regia, e Bove, mezzala destra.
All’ex Atalanta era stato affidato il ruolo di filtro davanti alla difesa, mentre il classe 2002 doveva portare gamba e intensità lì in mezzo, alzandosi in pressione costantemente su Fazio. Tatticamente più libero, l’algerino ha mostrato tutte le sue qualità, dando rapidità e fluidità alla manovra, con suggerimenti precisi per provare a scardinare la rocciosa e compatta linea difensiva ospite. Oltre a questo però, Houssem ha messo in campo tanta grinta, recuperando ben otto palloni ed inseguendo gli avversari fino al novantaduesimo quando, stremato, ha lasciato il posto a Pagano. Proprio il ragazzo di Tivoli ha rappresentato un altro dei volti nuovi di ieri pomeriggio. Cresciuto a Trigoria, dopo tutta la preparazione svolta con la prima squadra, ha subito trovato la gioia del debutto assoluto tra i professionisti.
Oltre ad Aouar, anche Kristensen è stato lanciato titolare contro i campani. Preferito a Karsdorp e Celik, il danese è stato schierato sull’out di destra. Ancora indietro nella condizione fisica, l’ex Leeds è apparso un po’ timido nel tentare avanzate sulla fascia, con la manovra della Roma che spesso è stata indirizzata sull’altra corsia, dove agiva dal primo minuto Spinazzola - anche lui non tra i migliori.
Oltre alle rare avanzate, Kristensen ha sofferto il pressing alto nella prima fase di gioco della Salernitana, ricorrendo spesso a lanci senza successo. Al di là della forma non brillante, il numero 43 ha collezionato più di un’ora di gioco, lasciando poi spazio a Karsdorp nel quadruplo cambio del 65’.
Insieme all’olandese, sono subentrati anche Paredes e Renato Sanches, le due pedine che, arrivate dal Paris Saint-Germain in settimana, hanno completato il centrocampo. Il numero 16 - un ritorno il suo, dopo l’addio alla Roma di sei anni fa - ha preso il posto di Cristante - scalato in difesa - al centro della mediana, dando verticalità al gioco e trovando anche l’assist, da calcio d’angolo, per il secondo timbro di Belotti. Positivi i primi minuti del portoghese, che ha dimostrato di poter garantire muscoli ed imprevedibilità, dando ritmo in mezzo al campo.
Infine, anche se non si tratta di una vera e propria prima volta, Diego Llorente ha giocato tutta la gara, completando il terzetto difensivo con Mancini e Smalling, agendo da braccetto sinistro. Lo spagnolo, preferito a Ndicka - che deve ancora “imparare”, come detto da Mou - si è comportato bene, tentando spesso anche buone avanzate palla al piede.
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