In famiglia
La nuova Roma con due soli innesti fa il suo esordio in campionato contro la Salernitana: Mourinho appare tranquillo, il gruppo è solidissimo
Quando è arrivata la notizia, Mourinho aveva appena finito la conferenza stampa nella sala Champions di Trigoria dopo aver salutato i cronisti e reso omaggio a una leggenda romanista, Bruno Conti: «Fosse per me in panchina ci verrebbe tutte le partite. Di sicuro lo vedrete con la Salernitana e pure con il Verona». Pochi minuti dopo le agenzie hanno battuto le tre drammatiche parole che in un soffio si sono insinuate nel vento caldo che a quell’ora del pomeriggio stava già fiaccando Roma: è morto Mazzone. Mou non ha fatto in tempo a salutarlo attraverso i cronisti. Ma non sono pochi quelli che pensano che l’eredità di Carletto questa Roma la stia onorando nel migliore dei modi proprio attraverso l’impeto testaccino di José.
E oggi l’Olimpico renderà il doveroso omaggio al suo vecchio tecnico, anche stringendosi attorno al nuovo. Sono sintonie non sempre esplicitamente espresse, che però avvolgono le cose dei romani e dei romanisti in diverse variabili di non detto. Ma che qualcosa dello spirito di Carlo ci sia nella Roma di Mourinho è chiaro a tutti.
Ieri c’era una sorta di ansiogena attesa per l’inattesa conferenza stampa del portoghese. Quando è squalificato di solito José non si concede a microfoni e telecamere né prima, né dopo. Venerdì, un po’ a sorpresa, ha comunicato all’ufficio stampa che invece avrebbe affrontato la platea dei cronisti. Qualcuno ha pensato che volesse sfruttare l’occasione per urlare al cielo sopra Trigoria la sua insoddisfazione per il mercato ancora incompleto e invece Mou ha ancora una volta stupito (e magari deluso) i gossippari, elogiando Pinto e la società per il lavoro svolto, comprendendo le difficoltà incontrate per via dei restrittivi paletti del Fair Play Finanziario ovviamente chiarendo che un giudizio completo sulla nuova Roma si potrà dare solo a trattative chiuse, dopo che sarà arrivato (almeno) un attaccante e un altro difensore. «In campo poi vado io» ha sorriso a un certo punto, come per dire che il problema dell’attacco ce l’hanno tutti i tifosi della Roma, ma soprattutto lui.
Chissà se le sue parole avranno convinto anche i ragazzi dei gruppi dei Distinti Sud a rinunciare alla forma di protesta annunciata l’altro giorno, contro i provvedimenti che impedirebbero loro di tifare in piedi sventolando gli iconici bandieroni. Dovrebbero entrare al decimo minuto, «ma la partita comincia prima e c’è bisogno di tutti», li ha invitati a riflettere il tecnico. Di sicuro farà caldo, per via delle temperature tropicali che sfiancano l’Italia in queste ore, e per l’ennesimo sold-out tra paganti e abbonati. E non mancherà il coloritissimo sostegno anche di qualche migliaio di tifosi della Salernitana.
Il calcio d’inizio è per le ore 18,30, quando il sole sarà ancora alto, la telecronaca è appannaggio esclusivo di Dazn, in radio collegatevi con le frequenze di Radio Romanista. Sarà fondamentale partire con i tre punti contro un’avversaria che Mou è abituato a trovarsi di fronte subito, alla seconda giornata due anni fa, alla prima l’anno scorso, due trasferte finite con due vittorie nette (0-4 nel 2021-22, 0-1 nel 2022-23). L’esordio assoluto con la Roma per il portoghese fu con la Fiorentina e fu un’altra vittoria.
L’anno prima, con Fonseca in panchina, l’assurdo 3-0 a tavolino per il pasticciaccio del tesseramento di Diawara vanificò il pareggio raggiunto sul campo di Verona. Lo stesso Fonseca pareggiò 3-3 contro il Genoa nella sua prima con la Roma, il 25 agosto 2019. Prima ancora con Di Francesco si vinse a Torino 1-0 con i granata, e dodici mesi prima la vittoria fu a Bergamo con l’Atalanta (gol di Kolarov). L’ultimo esordio negativo sul campo, dunque, fu per Luis Enrique, stagione 2011-12, 1-2 in casa col Cagliari, anche se formalmente l’esordio sarebbe dovuto essere a Bologna, ma non si giocò per uno sciopero dei calciatori.
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