Kumbulla: "La vittoria in Conference l'apice della mia carriera"
Il difensore giallorosso ha rilasciato una lunga intervista a Il Messaggero: "Il mio augurio è essere nuovamente a disposizione prima di Natale"
È ai box dopo il brutto infortunio rimediato contro il Milan. Marash Kumbulla torna a parlare e lo fa sulle colonne de Il Messaggero. Ecco le sue dichiarazioni:
La vittoria della Conference a Tirana rappresenta l’apice della sua esperienza alla Roma?
«Certamente, per me è stato il primo trofeo in carriera. Vincerlo nel mio paese è stato ancora più bello». Tirana, una gioia. Budapest, inve ce? Una ferita? «Sì, è stata una gara maledetta. Tanta sfortuna, episodi che non hanno girato dalla nostra parte, altre cose che non sono andate bene. Ora dobbiamo ripartire, ma se dobbiamo farlo, ripartiamo da Tirana, dai momenti belli, non dalle delusioni».
Che squadra è il Partizani?
«Buona, si stanno giocando l’accesso alla Conference, sarà un test valido in vista della Salernitana».
Lo scorso anno in pochi giorni è passato dal gol alla Real Sociedad al ko al crociato.
«Proprio nel momento in cui potevo dare una mano alla squadra, con Mourinho che mi stava dando fiducia… Non ci posso pensare».
Quando pensa di rientrare?
«Il mio augurio è essere a disposizione prima di Natale».
In questo periodo difficile chi le è stato più vicino a Trigoria?
«I ragazzi sono tutti stati eccezionali. Due giorni dopo che mi ero operato mi aiutavano a infilare scarpe e calzini. Se proprio devo fare dei nomi posso indicare Spinazzola, Karsdorp e Bove».
Un paio di anni fa disse che l’avversario più difficile da marcare era Dybala. Rimasto dello stesso avviso ora che la Joya è a Trigoria?
«Certamente, Paulo è unico, imprevedibile. Pensi di iniziare a conoscerlo, allenandoti quotidianamente con lui. Eppure riesce sempre a stupirti. Ti nasconde la palla, è semplicemente di un altro livello».
La partita che vorrebbe rigiocare?
«Roma-Milan, quando mi sono rotto il crociato. Tornando indietro eviterei il contrasto con Giroud. Che sfortuna! Io correvo all’indietro, lui stava cadendo in avanti. Era impossibile evitarlo».
Dei nuovi chi l’ha colpita maggiormente?
«Aouar. È un giocatore molto tecnico, penso che ci darà una grossa mano. E poi Ndicka, ci ho parlato l’altro giorno. Sta meglio fisicamente e se sta bene è un grande giocatore».
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