La difesa si scopre: adesso manca un centrale
Senza Ibanez di ruolo saranno quattro fino a gennaio, poi ci sarà il rientro di Kumbulla. Adattare nei tre gli esterni è una soluzione che non convince
La partenza ormai imminente di Roger Ibañez sbloccherà il mercato in entrata della Roma in tempi abbastanza ragionevoli per sistemare l’organico in vista della chiusura di un mercato che lascerà incomplete diverse rose della Serie A al via. Per la Roma, però, le urgenze da coprire sono di diversa natura. La priorità è completare, non senza difficoltà (anche dopo che saranno entrati nelle casse romaniste i petroldollari degli arabi), il reparto offensivo. Attenzione al centrocampo, dove in entrata si attende sempre un “colpetto” (Renato Sanches, al netto delle perplessità fisiche), ma dove per le novità delle ultime ore potrebbe aprirsi una voragine se Matic dovesse cadere davvero nella tentazione delle sirene francesi.
Con Ibañez out, però, anche il reparto arretrato subisce un contraccolpo non indifferente. In teoria il sostituto naturale (forse ancor più naturale perché di piede sinistro) del brasiliano che appariva destinato all’uscita già dalla scorsa primavera è stato già acquistato, per fortuna a parametro zero, e risponde al nome di Evan Ndicka. Tempi di inserimento previsti e concessi soprattutto grazie al ritorno in prestito dello spagnolo Llorente che aveva ben figurato nella Capitale da gennaio in avanti e oggi rappresenta una certezza per Mourinho e i compagni. Smalling e Mancini capisaldi, però, iniziare la stagione con quattro centrali giocando con il 3-5-2 è un rischio che non ci si può permettere. Kumbulla, che non ha mai convinto in pieno lo Special One ma è pur sempre un asset da recuperare, rientrerà a gennaio e vedremo come.
Nel mese per altro in cui Ndicka partirà per la coppa d’Africa. Le soluzioni interne che tutelino da acciacchi e provvedimenti del giudice sportivo, ci sono, ma sono adattamenti di ripiego. Celik, Karsdorp (indiziato a partire, ma al momento tutto tace) e Kristensen (da vedere però nel nostro campionato) possono trasformarsi da esterni in “braccetti” difensivi. Per il ruolo di “centralone” c’è sempre la carta Cristante. Bryan è un soldato, si sa, ma fosse per Mourinho giocherebbe sempre e solo in mezzo al campo. Il tecnico portoghese che passa per non esser mai contento neanche allenando il Real Madrid, sa fare di necessità virtù e l’ha ampiamente dimostrato a Roma, ma non i miracoli. Tiago Pinto se aveva l’obiettivo di cedere Ibañez qualche nome l’avrà anche studiato, ma al momento i suoi sforzi sono rivolti altrove. Nei prossimi 23 giorni si dovrà però materializzare un’occasione compatibile con le finanze del club o non sarà facile, senza altre cessioni, fare tutto coi soldi di Ibañez.
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