AS Roma

Cristante: "Mourinho sa come prenderci, ripenso spesso alle parole di De Rossi"

Il centrocampista della Roma a Il Messaggero: "Vogliamo tornare a giocare la Champions, è il nostro obiettivo primario. Rimarrò qui finché mi tengono"

Bryan Cristante in azione contro il Salisburgo

Bryan Cristante in azione contro il Salisburgo (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA La Redazione
29 Luglio 2023 - 10:31

Bryan Cristante ha rilasciato delle dichiarazioni a Il Messaggero. Ecco le sue parole

De Rossi disse: “Servono undici Cristante”. Ci ripensa ogni tanto?
“Si, certo. Mi ha onorato, reso orgoglioso di giocare con lui e in questa piazza, che ha rappresentato al 100%. È stato l’emblema della passione, capace di trasmettere a noi giovani la passione per la maglia. Dire quelle parole il giorno del suo addio alla Roma ha avuto un peso. E lo ringrazierò sempre”.

Si è mai sentito sottovalutato?
“Ci sono due aspetti da considerare. All’esterno forse è così, mi sottovalutano; dentro gli spogliatoi e nel calcio mi sono sempre sentito trattato come meritavo”.

Con Mourinho discute?
“Capita, anche se lui sa come prenderci. Diciamo che mi è successo meno”.

Cosa ha di speciale giocare con la maglia giallorossa?
“C’è un’atmosfera particolare, come vivere 24 ore al giorno di calcio. Questo lo senti, più passa il tempo e più è così anche per un calciatore. Poi, cerco sempre di staccare quando sono a casa: ho la mia famiglia, gli amici, i miei cani”.

Cosa ha Mourinho di speciale?
“Sa tutto prima degli altri. Ha la visione giusta delle situazioni, sa cosa fare e come comportarsi sempre. È un grande”.

Il suo ruolo, dopo averne ricoperti tanti, qual è?
“Nei due di centrocampo, il play. Fare il trequartista è stata una cosa estemporanea, anche divertente, ma è un ruolo che non sento totalmente mio”.

La Roma con Mou atto terzo riparte dalla rabbia di Budapest?
“Sì. Vogliamo andare avanti nelle coppe e guadagnarci la Champions”.

Che serve per trattenere Mou?
“Questo va chiesto a lui”.

L’ultimo campionato non è andato bene, colpa solo degli arbitri?
“No, penso che le ragioni siano anche altre. Ad aprile eravamo terzi e in lotta per ogni competizione, ma gli infortuni arrivati tutti insieme ci hanno creato problemi. Io facevo il difensore, i ragazzi della Primavera erano titolari, avevamo un solo attaccante. Non è stato facile”.

Budapest è ancora un brutto ricordo per via dell’arbitro, però.
“Ci sono stati episodi controversi, ma ormai è andata”.

La Champions, questione necessaria per la prossima stagione.
“L’obiettivo principale è quello”.

Per lo scudetto, invece?
“È difficile. A gennaio sapremo qualcosa di più. Sperare non costa. Dobbiamo tornare a giocare la Champions. Vorrei tanto vincerne una”.

Un aggettivo per i tre nuovi romanisti.
“Aouar tecnico. Kristensen potente. Ndicka grande forza e un bel sinistro”.

Quanto starà alla Roma?
“Finché mi tengono. Clima e città fantastici. Ora dobbiamo solo ricaricarci e provare a vincere qualcosa. Con la Champions come obiettivo primario”.

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