Smalling: "Voglio essere d'esempio per i compagni. Rinnovo? Non ho avuto esitazioni"
Il difensore inglese: "Quest’anno dobbiamo fare di tutto per cancellare l'amarezza di Budapest. Per un club come la Roma raggiungere la Champions è l’obiettivo minimo"
Chris Smalling ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dello Sport in cui parla, tra le altre cose, del mercato della Roma, della stagione passata e di Josè Mourinho.
Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni.
Quanto brucia ancora la finale di Budapest?
“Sconfitta molto dolorosa: eravamo fiduciosi, pur sapendo di giocare contro una grande squadra. Ma le sensazioni erano positive, soprattutto dopo un primo tempo dominato. Poi i rigori, si sa, fanno storia a sé. Quest’anno dobbiamo fare di tutto per cancellare quell’amarezza”.
Ndicka, Aouar e Kristensen. Roma più forte o no?
“Sono contento del loro arrivo, è importante che siano già qui. Li vedo a loro agio, siamo qui anche per conoscerci meglio”.
Al quinto anno a Roma si sente uno dei leader del gruppo?
“Sono consapevole del mio ruolo dentro e fuori il campo, anche per l’esperienza che ho. È una pressione che mi piace, voglio essere d’esempio per i compagni, ma ci sono anche altri leader”.
Ha rinnovato con la Roma e la cercava l’Inter. Non avesse firmato, sarebbe rimasto in Italia o tornato in Inghilterra?
“Avevo ben chiara la voglia di restare a Roma, dove sono sempre stato molto bene. Ho parlato con Mourinho, Pinto e la proprietà, ho ascoltato le ambizioni e non ho avuto esitazioni. Con questi tifosi poi…”.
Nella scorsa stagione siete stati penalizzati dagli arbitri?
“Sono sincero, non mi piacerebbe fare l’arbitro: è un lavoro difficile, per definizione è quello che non può vincere mai. Tutti commettiamo errori ed è sempre difficile accettarli, soprattutto quando sono gravi, a volte è frustrante. Ma in una stagione ci sono fischi contro e altri a favore”.
I critici di Mourinho dicono che il suo gioco esteticamente non sia bellissimo. Per lei conta più vincere o giocare bene?
“La cosa più importante è vincere. Poi si dicono tante cose, soprattutto se di mezzo c’è Mou. L’ideale è trovare un equilibrio tra spettacolo e vittoria. Ma alla fine conta vincere, la stagione si misura sui successi”.
La Roma non gioca la Champions dal 2018-19…
“Troppo, per un club come la Roma è l’obiettivo minimo. Anche questo ci deve dare la spinta per una maggiore regolarità. Non siamo contenti di essere finiti dietro la Lazio e che loro giochino la Champions e noi no. Ma sono sicuro che questo ci darà la motivazione giusta per risalire”.
Qual è l’attaccante della Serie A più difficile da marcare?
“Dico Vlahovic e Immobile, ma è stata dura anche contro l’Atalanta, che gioca sempre con due punte fisiche. Sfide diverse, che mi piacciono”.
Perché Belotti ha chiuso a zero gol in campionato?
“Dà sempre il 100%. I gol fatti negli anni passati parlano per lui. L’infortunio di Abraham gli darà più spazio, è partito già forte”.
Intanto però si cercano Scamacca e Morata.
“Per fortuna non toccherà a me scegliere. Sono due grandi giocatori, verrà fatta la scelta più giusta. Non è un segreto che ci serva un’altra punta”.
Come vede Mourinho?
“José è sempre lui e lo sarà anche tra 5-10 anni. Una persona che ha nel Dna la vittoria: può essere cordiale nei momenti di relax e concentrato quando ci si allena o si gioca. Come personalità è lo stesso di sempre”.
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