Rui Patricio, Smalling e Matic: ecco il tris d'assi di Mourinho
Fedelissimi di José e praticamente insostituibili la scorsa stagione. Sono i più esperti in rosa (anche in campo internazionale) ma hanno ancora tanta fame
In tre hanno vinto 26 titoli, casualmente gli stessi ottenuti finora in carriera da Mourinho: nessuno di questi, però, lo hanno conquistato tutti insieme, e hanno tanta voglia di riuscirci adesso a Roma. Rui Patricio, Nemanja Matic e Chris Smalling (in rigoroso ordine anagrafico) sono i tre “decani” del gruppo giallorosso impegnato in questi giorni nel ritiro in Algarve, i più esperti non soltanto a livello di età, ma anche in ambito internazionale. Sono pretoriani di Mourinho e nell’ultima stagione sono stati pressoché intoccabili, nonostante siano ben oltre i 30 anni.
Il primo, Rui, connazionale del tecnico, è stato espressamente richiesto dallo “Special One”, il primo a essere acquistato dopo l’annuncio di José: che lo ha difeso dalle critiche, quando sono arrivate, e se lo è coccolato quando invece ha fatto la differenza con le sue parate (vedasi la finale di Tirana su tutte). Per lui 51 presenze nella scorsa stagione e il ruolo di chioccia di Svilar: nonostante il serbo speri in maggiore spazio nel prossimo futuro, difficilmente Mou farà scivolare nelle gerarchie uno dei suoi fedelissimi, a maggior ragione in un ruolo delicato come quello del portiere.
Classe 1988 come Rui (ma compirà 35 anni il 1° agosto), Nemanja Matic ci ha messo pochissimo a diventare una pedina inamovibile dello scacchiere dello “Special One”: era prevedibile, dato l’ottimo rapporto che i due hanno fin dai tempi del Chelsea; un rapporto rafforzatosi poi al Manchester United e divenuto un autentico sodalizio con lo sbarco del centrocampista a Roma, un anno fa. Partito in sordina, nel giro di poche settimane ha conquistato la maglia di titolare al fianco di Cristante e, di fatto, non l’ha più lasciata. La sua esperienza, il suo carattere, le sue doti di leadership e quelle tecniche hanno fatto sì che il serbo diventasse una colonna all’interno dello spogliatoio e poi in campo. Si appresta ad esserlo anche in questa stagione, mentre coccola e sfotte Dybala negli ormai celebri siparietti social.
E infine Smalling, dei tre il più giovane (classe ’89, farà 34 anni a novembre), ma anche quello che da più tempo veste il giallorosso: quasi superfluo parlare della sua importanza nell’assetto della squadra, visto il suo rendimento negli ultimi due anni; il centrale inglese, che veniva da un’annata a dir poco tormentata a livello fisico, con l’arrivo a Roma di Mourinho è letteralmente rinato, offrendo un rendimento ottimo e costante. Non è un caso, del resto, che la difesa da lui comandata sia stata il reparto meno soggetto a modifiche di turn-over nel biennio con il portoghese. Sarà così anche nell’annata che sta per iniziare, al netto di eventuali sorprese, impossibili da escludere a priori: quel che è certo è che il rinnovo fino al 2025 ufficializzato lo scorso 16 giugno rappresenta una dimostrazione di grande fiducia della società nei confronti del londinese. E pensare che qualcuno, al momento dell’arrivo di José, aveva insinuato che potesse partire in virtù di presunti rapporti negativi tra i due, risalenti ai tempi di Manchester. I fatti hanno invece dimostrato tutt’altro.
Ventisei trofei in tre, 330 presenze nelle coppe europee, 186 totali nelle rispettive nazionali: una dose di esperienza e personalità che poche altre squadre possono vantare; qualità che Mourinho tiene in altissima considerazione, come abbiamo avuto modo di vedere. L’età anagrafica non conta, soprattutto se si ha ancora la fame di vittorie che hanno Rui, Chris e Nemanja.
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