Mangone: "Mourinho si è adattato in base ai giocatori che ha"
L'ex calciatore a Radio Romanista: "Gli infortuni e la rosa corta hanno costretto la Roma a dover fare delle scelte tra il campionato e l'Europa League"
Amedeo Mangone è intervenuto a Radio Romanista nel corso della trasmissione "Roma All News". L'ex giallorosso ha parlato di Mourinho e della situazione del calcio italiano. Di seguito le sue dichiarazioni:
È stato Ulivieri a portarti a zona: che ne pensi del modo di difendere ora e di come difende la Roma?
"Ognuno ha il suo modo di difendere, Mourinho si è adattato in base ai giocatori che aveva giocando a 3. Questo consente a Spinazzola di fare l’esterno a centrocampo ad esempio, essendo abituato. I giocatori sono quelli, questo modo di giocare è molto legato a ciò che ha a disposizione".
È vero o è un luogo comune che la qualità si è abbassata?
"Secondo me la qualità si è un po’ abbassata. Il calcio è cambiato: con la tecnologia non si può più avere un certo tipo di contatto fisico. Adesso si propone di più anche per questo. Non credo che gli allenatori non facciano le marcature, ma senz’altro la maggior “delicatezza” del calcio di oggi mette in difficoltà i difensori".
Sono i più danneggiati i difensori da questi cambi?
"Secondo me sì. Alcune dinamiche nei loro confronti non sono corrette, queste nuove regole hanno penalizzato un po’ di più i difensori".
Tu alleni nella provincia di Bergamo: si avverte l’influenza dell’Atalanta sulle squadre limitrofe?
"Non tanto quello, più che altro si percepisce l’attaccamento verso l’Atalanta: quando si va nei comuni limitrofi si parla solo di loro e si vedono molte bandiere nerazzurre. È simile a quanto avviene a Roma con i giallorossi".
Si parla molto di giovanili e squadre B: è utile inserire dei giovani in questi campionati?
"Per me sì: la Juventus ad esempio ha fatto debuttare molti ragazzi che venivano dall’Under 23. In Serie C c’è mentalità, ci sono molti tipi di giocatori ed è una categoria che velocizza la crescita dei ragazzi. Si parla di questo solo quanto ci sono risultati infelici con le nazionali, quando invece sarebbe una grande opportunità: aiuterebbe le grandi squadre ad avere giocatori più pronti".
Più in generale il calcio italia sta facendo fatica: come mai?
"Dovrebbe cambiare la mentalità. L’altro giorno sentivo un’intervista di De Zerbi che parlava del fatto che in Italia ci sono 60 milioni di allenatori: secondo me si dovrebbe lasciar lavorare i tecnici al di là della passione dei tifosi e dell’assillo del risultato. Ci sono margini di miglioramento, ma dobbiamo dare la possibilità a tutti di lavorare più sereni e cambiare il movimento".
La Roma di Mourinho ha fatto bene nelle coppe ma tentenna di più in campionato: il motivo è la rosa corta?
"La Roma ha avuto molti infortunati e questo ha portato Mourinho a fare delle scelte. Per fare questo percorso in coppa ha dovuto lasciare punti per strada".
Sei più giochista o risultatista?
"Preferisco vincere, è giusta l’estetica del calcio ma è più importante avere giocatori forti: in molti casi è impossibile fare la costruzione dal basso, come per la Roma sarebbe impossibile giocare dando la palla lunga su Dybala. Bisogna trovare il giusto compromesso per mettere i giocatori in condizione di fare bene".
Durante la finale di Conference League tra Fiorentina e West Ham sono state fatte molte critiche sia a Igor sia a Italiano per il gol preso all’ultimo minuto.
"È difficile cambiare la mentalità dopo un anno in cui si è giocato in un certo modo. L’errore individuale da parte del difensore ci sta, fa parte del calcio".
Come cambiano le gerarchie del campionato con l’addio di Spalletti?
"Secondo me partono tutti alla pari perché le squadre cercheranno di rinforzarsi, di cambiare mentalità, di fare acquisti mirati e di correggere gli errori. Il Napoli ha perso il suo allenatore, Giuntoli e Kim, per questo penso che pur avendo vinto il campionato con merito partiranno al pari con le altre".
Priorità della Roma sul mercato?
"Visto l’infortunio di Abraham servirà un attaccante forte, che esalti Dybala e che segni".
Può essere Scamacca?
"Può essere lui, anche se viene da un anno particolare, come può essere Belotti".
Come ti spieghi la stagione di Belotti e il sostegno nei suoi confronti?
"Gli attaccanti alcune volte hanno delle stagioni particolari, magari il prossimo anno avrà un anno diverso dove gli basterà toccarla per buttarla dentro. I tifosi hanno capito il suo atteggiamento, Belotti deve rimanere sereno".
Dalla tua prospettiva vedi la prospettiva di fare qualcosa a livello nazionale?
"La volontà c’è perché abbiamo l’obbligo di schierare i giovani e di puntare maggiormente sui vivai, quando prima si cercava di prenderli dalle squadre maggiori. Se si escludono le grandi squadre, tutte cercano di valorizzare i giovani per rivenderli. Credo sia un movimento che sta puntando molto su questo".
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