Ora Tiago Pinto ha più margine di manovra per le entrate
Archiviato il capitolo plusvalenze il dirigente portoghese adesso punta a rinforzare la Roma. Tra rinnovi, partenze e infortuni ci sono 30 milioni
La prima delle due scadenze è stata superata in modo brillante. Con il 30 giugno ormai alle spalle, Tiago Pinto può ora concentrarsi nella seconda fase del suo calciomercato estivo. Nel primo mese caldo del 2023, il GM della Roma, come noto, ha dovuto fare i conti con uno degli step intermedi imposti dall’Uefa alla Roma per rispettare il Settlement Agreement, con una quota di plusvalenze da dover iscrivere a bilancio. Un target più ampio di quello dei 30 milioni noto ai più e che, in parte, era stato già coperto con la cessione di Zaniolo al Galatasaray a febbraio. Il resto l’ha fatto il buon lavoro del dirigente portoghese in quest’inizio d’estate, con le cessioni dei giovani e di qualche esubero - vedi Kluivert e Carles Perez -, senza andare ad intaccare il gruppo a disposizione di Mourinho con partenze eccellenti. A completare l’opera poi ci ha pensato la proprietà. I Friedkin, infatti, hanno fissato per Pinto un risultato economico leggermente inferiore rispetto a quello richiesto dall’Uefa, facendosi poi carico direttamente della sanzione necessaria a colmare il gap.
Il meglio deve ancora venire
Da adesso, dunque, si può dare il via alle danze. Dopo qualche giorno di riposo - trascorso nel suo Portogallo -, Pinto si tufferà nella seconda fase del suo lavoro, con il complicato obiettivo di accontentare Mourinho e consegnargli una rosa rinforzata. I paletti economici entro i quali muoversi però non sono del tutto spariti, anzi. L’accordo tra la Roma e l’Uefa, infatti, non si chiude con la stesura del bilancio alla fine di giugno, ma incide anche sulla presentazione della rosa per l’Europa League, appuntamento fissato per inizio settembre.
L’organo di governo del calcio europeo ha vietato - già dall’anno scorso - ai giallorossi di registrare nuovi calciatori nella Lista A a meno che il saldo della stessa non sia attivo. Motivo per il quale la Roma ha dovuto fare a meno di Ola Solbakken nella fase a eliminazione diretta dell’ultima Europa League. Il costo della rosa - composto dalla somma tra le quote di ammortamento dei cartellini e gli ingaggi lordi di ogni giocatore - deve essere uguale o inferiore al costo totale dell’ultima lista presentata.
Qualora la Roma dovesse rispettare questo paletto nelle prossime due sessioni di mercato, tale vincolo verrebbe rimosso già da giugno 2024. Il segreto però sta nell’equilibrio. Oltre a non poter sforare, infatti, a Pinto non converrebbe abbassare molto il costo generale della squadra, in quanto la prossima lista verrà presa come riferimento a gennaio. Pareggiare, una volta tanto, sarebbe il risultato ideale.
Andando a vedere la Lista A presentata dalla Roma nel gennaio scorso, possiamo già togliere: Zaniolo, Camara, Wijnaldum e, per il momento, Llorente. A questi si aggiungeranno gli infortunati Abraham e Kumbulla, che non saranno a disposizione prima dell’inizio del nuovo anno solare. Infine, il peso di Smalling a bilancio è notevolmente ridotto dopo il rinnovo - arrivato di fatto a scadenza - che fa del centrale inglese una sorta di acquisto a zero. Considerando il probabile ingresso di Solbakken, Aouar e Ndicka, e fatti i dovuti calcoli - verosimili ma mai certi, dato che i bilanci della Roma non sono pubblici - si può stimare il margine di movimento di Pinto.
Il GM ha a disposizione circa 30 milioni di euro spendibili tra cartellini - da ammortare - e ingaggi lordi per rinforzare la Roma, senza contare ovviamente altre cessioni, che sicuramente arriveranno. Lo spazio di manovra c’è. Buona fortuna e buon lavoro Tiago.
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