AS Roma

Senza Mourinho un’Italia migliore. O forse no

Immaginate che bel mondo (del calcio) sarebbe senza Mou. Senza il loro unico persecutore, gli arbitri sarebbero finalmente sereni di dirigere al meglio le loro partite

José Mourinho applaude i tifosi giallorossi all'Olimpico

José Mourinho applaude i tifosi giallorossi all'Olimpico (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
29 Giugno 2023 - 08:22

Dopo una sconfitta a Bologna, era il dicembre 2021, Mou diede un consiglio a Zaniolo: «Parlo contro i miei interessi, ma se fossi in Nicolò inizierei a pensare di non rimanere tanto tempo in Serie A perché mi sento male per lui per quello che deve subire. Se fossi in lui andrei all’estero perché per lui sta diventando impossibile giocare». Chissà che cosa avrà pensato ieri José quando è stato raggiunto dall’ennesima, provocatoria squalifica (con salatissima sanzione pecunaria) comminata nei suoi confronti dalla giustizia (!) sportiva, stavolta quella italiana. Chissà se avrà pensato di farsi da parte lui come aveva consigliato di fare a Zaniolo (che guarda caso in Turchia ha ritrovato la serenità fino a tornare addirittura in Nazionale), gesto utile a risolvere una volta per tutte i problemi legati alla sicurezza delle manifestazioni calcistiche a cui la sua squadra prende parte. 

Immaginate che bel mondo (del calcio) sarebbe senza Mourinho. Senza il loro unico persecutore, gli arbitri sarebbero finalmente sereni di dirigere al meglio le loro partite e tornare a farsi insultare al chiuso delle loro quattro mura di spogliatoio, nelle segrete stanze degli stadi dove le telecamere non arrivano e dove i testimoni magicamente svaniscono. I giudici sportivi tornerebbero liberi di sanzionare in maniera più sobria le frequentissime paturnie degli altri allenatori sulle prestazioni degli arbitri (Sarri dopo Lazio-Napoli a settembre parlò di arbitri «scarsi o prevenuti», nessuna squalifica) o tra colleghi («pelato di merda, ti mangio il cuore» di Landucci a Spalletti valse un solo turno di stop e 5000 euro di multa). La giustizia sarebbe finalmente felice di sanzionare la Juventus come merita anche se il giudizio dovesse cadere nuovamente alla vigilia della contrattazione dei diritti televisivi.

E se proprio qualcuno dovesse ricadere nel vecchio vizio di esprimersi con toni ed espressioni razziste si potrebbe riattivare l’indimenticabile squalifica a tempo, tipo quella che privò Lulic delle feste di Natale e della Befana, ma gli fece saltare una sola giornata di campionato, avendo effetto i venti giorni di squalificati comminati per aver odiosamente attaccato Rüdiger («a Stoccarda vendeva calzini, ora fa il fenomeno») solo durante le feste di Natale, inarrivabile capolavoro politico di Claudio Lotito. E magari lo stesso presidente della Lazio stavolta sarebbe inibito per quanto realmente merita, non certo solo il tempo congruo (due mesi) a non incorrere nel rischio di perdere il diritto a rivestire cariche federali. Lotito fu riconosciuto responsabile per aver aggirato la  rigidissima normativa sui tamponi in epoca Covid. Ma alla fine lui se la cavò e Immobile giocò e segnò, senza mascherina. 

Ma che cosa volete che siano tutti questi atti di fronte alle terribili minacce di Mourinho che dopo aver pareggiato a Monza così attentò alla sicurezza nazionale? «L’arbitro? Non ha inciso sul risultato, ma è veramente scarso». Troppo violento. Caro Mou, dia ascolto, se ne torni da dov’è venuto. Noi in Italia stiamo così bene senza di lei...

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