Lo slalom di Tiago Pinto tra paletti e ambizioni
Prolungamenti per ridurre gli ammortamenti e operazioni a parametro zero, il gm abbassa i costi. Ora serve vendere, poi si penserà al transfer balance
Trenta giugno e inizio settembre: queste i due limiti temporali, ben delineati e cerchiati sul calendario, entro i quali deve muoversi Tiago Pinto in questa sessione di mercato. I paletti del settlement agreement - sottoscritto dalla società con la Uefa - da una parte e l’esigenza di accrescere la competitività della rosa, accontentando le richieste di Mourinho, dall’altra. Mettere d’accordo tutti, non un’impresa facile ma è questo ciò che dovrà provare a fare il GM. Cerchiamo però di definire e comprendere meglio quali siano questi limiti e per farlo seguiamo le due date di cui sopra.
Partendo dalla fine del mese di giugno, la Roma, per rispettare la prima delle due parti del settlement agreement concordato con l’organo di governo del calcio europeo, dovrà ascrivere a bilancio poco più di quaranta milioni di euro: il primo degli obiettivi “intermedi” richiesti dalla Uefa per raggiungere i 60 milioni di euro - limite massimo - di deficit nell’esercizio economico della stagione 2025/26. Le cessioni di Zaniolo al Galatasaray e Tahirovic all’Ajax hanno già coperto circa il 50% del fabbisogno, riducendo così le plusvalenze necessarie da fare nei prossimi giorni a poco più di 20 milioni.
Anche se ormai i tifosi sono abituati a questo termine, è bene ricordare che una società effettua una plusvalenza quando vende il cartellino di un suo calciatore ad una cifra superiore al suo costo residuo a bilancio - calcolato dalla quota di ammortamento moltiplicata per gli anni di contratto rimasti. L’eventuale partenza di Ibañez, ad esempio, per generare plusvalenza dovrà portare nelle casse della Roma più di 4,8 milioni di euro.
Per semplificare il tutto, abbiamo raccolto in una tabella nella pagina a fianco le scadenze contrattuali, gli ingaggi lordi e le quote di ammortamento di ogni calciatore in rosa per il bilancio in chiusura il prossimo 30 giugno. Tutti i dati sono verosimili, ma non certi, visto che non è possibile accedere al bilancio ufficiale della società e, dalla sua uscita dalla Borsa, la Roma non comunica più costi dei cartellini e gli ingaggi dei giocatori.
La seconda deadline, invece, è rappresentata dai primi giorni di settembre, quando mister Mourinho dovrà compilare la lista Uefa per la fase a gironi della prossima Europa League. L’altra parte del settlement agreement impone il così detto “transfer balance”. In parole povere, il costo totale della rosa - dato dalla somma della quota di ammortamento e ingaggio lordo - non deve superare il costo della rosa iscritta nella precedente lista Uefa - ovvero quella utilizzata dalla Roma nella fase a eliminazione diretta dell’ultima coppa. Non si può eccedere, ma non conviene neanche abbattere eccessivamente i costi.
L’ideale è mantenerlo in parità, poiché a gennaio - qualora Pellegrini e compagni dovessero superare la fase a gironi - il dato di settembre farà da parametro, quindi abbassare troppo i costi ridurrebbe il margine di manovra successivo. Se la Roma dovesse fare i compiti a casa e rispettare questo vincolo, per la prossima estate non dovrebbe più tenerne conto - dovendo dar seguito dunque “soltanto” alle richieste sul bilancio. Sul transfer balance incideranno anche gli infortuni di Abraham e Kumbulla che, oltre ai giocatori ceduti, non verranno inseriti nella prossima lista Uefa, liberando quindi 20 milioni di costo totale con i quali poter muoversi.
Altro fattore che può pesare, non sul bilancio da chiudere tra una decina di giorni ma sul peso della rosa a settembre, è quello dei rinnovi contrattuali. La quota di ammortamento di Smalling, ad esempio, fino a quest’anno era di circa 5 milioni di euro. Avendo prolungato a giugno inoltrato per altre due stagioni, i restanti 100 mila euro - circa - da ammortare dal costo del suo cartellino verranno spalmati fino al 2027, facendo scendere il suo ammortamento a €50.000 annui.
Questo il complesso vademecum con cui Tiago Pinto sta facendo i conti. Gli ingaggi a zero di Aouar e Ndicka sono un primo passo verso quello che rimane il principale target: rendere la Roma più forte. Senza dimenticare le casse. Pinto l’ha già fatto, ora è chiamato a ripetersi.
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