Non più solo "bambini": ecco gli uomini di Mourinho
Da giovani promesse a punti fermi: l’ascesa dei due babies con José. Cresciuti a Trigoria, hanno la Roma nel cuore. Il nostro futuro passa anche da loro
La stagione si è conclusa soltanto da pochi giorni, ma dentro e fuori Trigoria già si sta pensando alla Roma del futuro, targata ancora una volta José Mourinho. La prossima sarà la terza annata nella Capitale per il portoghese che punta ad alzare il tiro, forte della continuità e di un gruppo che ha imparato a conoscersi.
Sono diversi i punti fermi della Roma di José Mourinho: da Pellegrini a Mancini, passando per l’esperienza di giocatori come Smalling e Matic, fino ad arrivare alla classe cristallina di Paulo Dybala. Nella famosa ottica però di un calcio sostenibile mirato comunque alla competitività, credo professato e obiettivo agognato dalla nuova proprietà fin dal suo primo comunicato ufficiale, giocano un ruolo fondamentale anche i giovani cresciuti nel vivaio romanista e lanciati nel mondo dei grandi dallo Special One in queste sue prime due stagioni. Da Felix a Tahirovic, passando per Volpato, sono stati diversi i "bambini" mandati in campo con i grandi da Mourinho, che quando intravede le qualità giuste non si formalizza troppo di fronte alla carta d’identità. Su tutti, Nicola Zalewski ed Edoardo Bove rappresentano al momento le due promesse mantenute.
Nati entrambi nel 2002 - Nicola a gennaio ed Edoardo a maggio -, sono cresciuti, non solo calcisticamente parlando, dentro Trigoria, approdando alla Roma rispettivamente a 9 e 10 anni. Dopo tutta la trafila, trascorsa insieme, nel settore giovanile, per entrambi l’esordio tra i professionisti è arrivato sotto la guida tecnica di Paulo Fonseca. Se l’emozione della prima volta è legata all’ormai ex tecnico, la consacrazione è dovuta tutta a José Mourinho. Il primo dei due a trovare spazio e minuti con continuità è stato Nicola Zalewski, già dalla stagione 2021/22. Complice il grave infortunio di Spinazzola al tendine d’Achille e il rendimento deludente fornito da Viña, l’italo-polacco ha sfruttato la partenza dell’amico Calafiori nel gennaio del 2022 per prendersi la titolarità sull’out di sinistra, in un ruolo mai ricoperto prima. Nonostante questo però, le prestazioni sono state di alto livello, convincendo Mou a puntare su di lui anche nell’annata successiva. A sinistra, a destra, con la difesa a quattro o in avanti: un ruolo in campo per Zalewski lo si trova sempre.
Dedizione, spirito di sacrificio e voglia di emergere. Questi i punti di contatto - oltre all’età e al romanismo - tra il ragazzo di Tivoli e Bove, che soltanto nel 2023 è riuscito a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Dopo una prima parte di stagione con pochissime apparizioni, con l’anno nuovo Edoardo ha trovato spazio, chiudendo con 33 presenze. Numeri da grande, impreziositi dai due gol, uno dei quali in semifinale di Europa League, regalando alla Roma l’accesso alla finale di Budapest.
Una crescita rapida, esponenziale, come quella dei talenti che non puoi fermare. Erano i "bambini di José", che giocavano nei campi di plastica - citando sempre l’allenatore. Ora non lo sono più. Sono diventati uomini e giovani protagonisti della loro amata Roma.
Convocati in nazionale - Bove con l’Under 21 italiana e Zalewski con la Polonia -, saranno impegnati almeno fino a fine giugno, pochi giorni prima del raduno. Avranno il diritto di aggregarsi in corsa, ma nessuno resterebbe sorpreso nel vederli in gruppo anzitempo. Per non perdere neanche un minuto di questo percorso di crescita. Per costruire, insieme a Mou, il futuro della Roma. Il decano con i suoi "bambini", ormai uomini.
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