Nonostante Maresca l'Olimpico fa festa: la Sud e Mancini onorano De Falchi
Ieri sera la Roma ha chiuso la stagione davanti al proprio pubblico battendo lo Spezia per 2-1. A fine partita il saluto e il ringraziamento della squadra ai tifosi
Un giro di campo per unirsi ancora in un abbraccio dopo la sofferta ma meritata vittoria contro lo Spezia. «A prescindere da tutto la vittoria più grande sei tu Roma mia», la testimonianza della Sud, dove la squadra si è intrattenuta per l’applauso più lungo. Tutti insieme, anche Kumbulla con le stampelle (e poi a fine festa anche familiari e figli dei calciatori). Unico assente José Mourinho, che ha lasciato ai ragazzi il giro d’onore, presentandosi solo alla fine a stadio semivuoto facendo un mezzo giro di campo. Ampia presa di posizione dello stadio con cori e striscioni per lo Special One: «Mou, Roma è con te». «José Mourinho per mille anni». L’Olimpico non ha mai smesso di cantare. Mai sola mai, davvero. Anzi, ancora gremito per il solito sold out da 62.242 spettatori (33esimo sold out, 34esimo se si considerano i maxi schermi del 31 sera), semmai dopo Budapest ha cantato più forte ieri sera in occasione di Roma-Spezia, ultimo giorno di scuola di una stagione travagliata fino all’ultimo, che poteva concludersi trionfalmente se non fosse stato per l’arbitro Taylor e la solita poca propensione a far gol, specie se dal dischetto. «143 minuti di battaglia, avete onorato la nostra maglia, grazie di tutto ragazzi», recitava uno striscione al centro della Sud. «Non c’è sconfitta che possa scalfire la nostra fede», «31-5-23 mancò il rigore, non il valore, grazie ragazzi l’avete onorata», invece in Tevere. «Taylor fucking shame», un richiamino dedicato al protagonista in negativo della finale. O «Radiataylor». Sfottò anche ai laziali che sabato sera avevano rinvangato (i rigori col Liverpool dell’84) il passato: «Invece tuo padre sai che spasso quando andava a Campobasso», con riferimento agli spareggi per la C negli Anni 80.
Voltata pagina, comunque. La squadra è stata accolta da un boato al riscaldamento e da cori di incoraggiamento. «Nel ricordo di Antonio», recita uno striscione appeso sul muretto storico dei Fedayn, in onore di De Falchi, di cui ieri cadeva il triste anniversario di morte per i fatti di Milano del 1989. «Antonio vive», il ricordo invece del gruppo Roma. «Il tuo volto è storia, onoriamo la tu memoria». «Antonio De Falchi eeh eeh ooh ooh», ha cantato l’intera curva prima del fischio d’inizio. E Mancini a fine gara ha sventolato la bandiera con la sua effigie.
Da registrare uno striscione anche per il Dieci: «Francesco Totti per sempre» e i copiosi fischi all’indirizzo di Gini Wijnaldum, semplicemente nominato in panchina, e quando è entrato in campo. Certo non così copiosi quanto quelli per la premiata ditta Maresca (beccatissimo dal pubblico)-Mazzoleni, arbitro e Var.
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