Una notte Special. Mourinho e il gesto ai tifosi: "Sto qui"
Cori e striscioni dedicati al portoghese. L’allenatore ha guardato la gara da una sala interna poi al termine della partita il gesto inequivocabile rivolto alla tribuna
Per raccontare quello che, fino a poche settimane fa, sembrava potesse essere l’ultimo giorno di scuola di Mourinho, l’ultima notte nel suo Olimpico, conviene partire dai titoli di coda più che dal principio. Attenzione però, il film in questione non fa piangere, anzi sì ma di gioia. Fa esplodere il cuore e pensare che il meglio debba ancora venire. La Roma vince 2-1 in rimonta sullo Spezia, lo stadio fa festa e lentamente inizia a svuotarsi, dopo aver tributato alla squadra tutto il proprio amore e gratitudine per un anno intenso, vissuto in simbiosi tra spalti e campo.
Ed ecco che, dal nulla, con un completo griffato Adidas, sbuca proprio José Mourinho. Prima il lungo abbraccio con Dybala, poi va a cercare capitan Pellegrini e si sofferma a lungo anche con Rui Patricio e Cristante. I suoi sergenti più fedeli, gli uomini a cui non rinuncerebbe mai, che non si sono tirati indietro anche nell’ultima battaglia. E infine cambia direzione, decidendo di concedersi il suo personale giro di campo, a prendersi gli applausi dei pochi tifosi che con pazienza hanno sperato fino all’ultimo di poter ringraziare anche lui. Sullo sfondo uno striscione in tribuna Tevere: «José Mourinho per mille anni!». Impossibile non notarlo, impensabile per il portoghese non andare a ringraziare per il messaggio a lui dedicato.
Il giro di campo prosegue fino alla Monte Mario. Un saluto rapido, ma intenso e pieno di rispetto, al settore ospiti dei tifosi liguri, prima di imbattersi nuovamente nei tifosi giallorossi. E lì qualcuno va oltre gli applausi, cerca conforto mentre punta lo sguardo verso il futuro e gli urla: «Resti Mister?». Non c’è labiale da interpretare questa volta, solo un cenno ripetuto con il capo e il gesto, quello inequivocabile, di chi ha tutta l’intenzione di rimane a guidare i suoi ragazzi, a lottare per loro e con loro verso altri obiettivi, attraverso altre mille battaglie.
Parlerà con la proprietà a breve, in un confronto schietto e sincero con il presidente Dan Friedkin. Esternerà la sua voglia di una Roma più forte, più profonda e più tutelata anche fuori dal campo, per evitare il trattamento arbitrale riservato in questa stagione ai giallorossi. Ma la percezione, che trova riscontro nelle informazioni in nostro possesso, è che ogni dubbio sia stato fugato, che il segnale che lo Special One aspettava dalla proprietà sia arrivato, quella voglia di partecipare attivamente alla costruzione della squadra del futuro.
Probabilmente lo farà ancora con il gm Tiago Pinto, che non “andrà in vacanza”, come detto ai microfoni di Dazn, chiaro riferimento alle ferie annunciate dello Special One dopo la finale di Budapest, ma sarà impegnato fino al 30 giugno a snellire la rosa e cedere diversi elementi per rispettare i paletti del FFP, che Mourinho tanto detesta. Lui non vorrebbe ostacoli, ma solo investimenti per costruire una Roma in grado di correre fino a Dublino, per prendersi quanto sfuggito a Budapest.
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