Infallibile
L’atto finale dell’Europa League sul filo dell’equilibrio. Contro i dominatori della competizione, i romanisti si fidano di Mou
Poi, a un certo punto, l’arbitro Taylor fischierà l’inizio della partita e a parlare resterà soltanto il campo. Chi non è riuscito a venire potrà vedere la partita attraverso una delle tre emittenti che la trasmetteranno: Rai, Sky, Dazn. Chi vorrà immergersi nell’atmosfera romanista della Puskas Arena, invece, ha l’obbligo di sintonizzarsi su Radio Romanista, che si è aggiudicata in esclusiva i diritti della radiocronaca integrale dallo stadio ungherese. L’appuntamento è per le ore 21, dopo il calcio d’inizio ogni chiacchiera dovrà lasciare spazio alla palla e ai piedi che sapranno indirizzarla meglio.
Delle scelte di Mourinho parliamo come sempre in un’altra parte del giornale, ma sul campo non andranno solo loro, di sicuro non solo i primi 11 che saranno schierati, e neanche i cinque (o sei) che potranno subentrare. Con loro ci saranno di sicuro quelli che resteranno confinati in panchina, anche quelli che dovranno accomodarsi in tribuna, al fianco dei tifosi arrivati da diverse parti d’ Europa coltivando il sogno di vedere alzare la coppa al proprio beniamino. Il nostro si chiama Lorenzo Pellegrini, perfetto capitano nella linea di continuità di Agostino, di Peppe, di Francesco, di Daniele. E se il Siviglia si fa vanto del fatto che nessuno nella storia abbia finora voluto questa coppa più di loro, la partita di stasera potrà dirci se il corso di questa storia essere deviato confluire in un fiume ancor più grande, laddove, accompagnato adesso dalla massa sterminata dei tifosi della Roma, si perpetua la leggenda di José Mourinho da Setubal, il signore mondiale delle coppe. È arrivato a giocarsene cinque delle competizioni che non durano solo un giorno e cinque volte la coppa l’ha portata a casa lui. L’ultima, la Conference, rappresenta proprio il discrimine tra lui e gli altri. Se l’Uefa ha tra gli allenatori un rappresentante degno è proprio lo Special One, unico allenatore al mondo in grado di scrivere il suo nome nell’albo d’oro di ognuna delle competizioni esistenti.
Dall’altra parte, e sia detto senza alcuna connotazione ironica, c’è un altro signore canuto che a questi livelli è assolutamente sconosciuto: 225 sono le partite internazionali che Mourinho ha guidato la dalla panchina fino adesso, quella di stasera per Mendilibar sarà invece solo la settima. E questo non fa altro che accrescere la stima e il rispetto per lui e per la squadra che guida, abituata invece a dominare in questa competizione: su sei volte che sono arrivati ai quarti di finale di questa coppa, anche nella versione precedente, sei volte hanno avuto accesso alla finale e sei volte si sono portati a casa il trofeo stasera. Un’egemonia si spezzerà.
La tradizione specifica non garantisce alcun vantaggio sulla carta alla squadra giallorossa. Il ricordo del silenzioso dominio di Duisburg, ultimo confronto in campo neutro tra le due squadre nello stadio vuoto dei tempi della pandemia, ci ha lasciato per un po’ di tempo netti i segni della differenza di spessore tra le due squadre. Ma Mourinho ha cambiato tutto ed oggi la Roma si presenta alla serata di gala in un clima di straordinario equilibrio che confonde anche i bookmakers, assai equilibrati. La differenza la faranno i dettagli e nessuno in partite come questa ne sa più di quel demonio portoghese. E non sarà solo una questione tattica, o tecnica o fisica o mentale, ma sarà tutto un po’ di questi fattori. Due volte la Roma è arrivata in finale nei 94 anni precedenti all’arrivo di Mourinho e due volte ha visto festeggiare, peraltro nel proprio stadio, gli avversari. Due volte ci è arrivata nei due anni di Mourinho e la coppa è lì. Stasera ci sarà il secondo appuntamento con la storia: se dovesse andar bene, da qui al 7 giugno saremo addirittura detentori di due coppe, guarda un po’ tu i miracoli che questo signore riesce a fare Se dovesse andar male, invece, nessuno vuol pensarci adesso. Ma che bello esserci.
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