Mourinho: "La Roma è appartenenza, solo i grandi club fanno due finali consecutive"
Il tecnico giallorosso: "Non penso a quello che ho vinto in carriera. Penso solo a regalare questa gioia ai romanisti"
A due giorni dalla finale di Europa League tra Siviglia e Roma José Mourinho ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky. Ecco le sue parole:
“Non penso molto a quello che ho vinto in carriera. Il passato rimane, la storia non può essere cancellata. Guardo sempre al futuro, forse è questo il segreto della mia filosofia. Sono stato nel calcio per tanto tempo, questa finale è una nuova finale. Ora non penso più a cosa potrei vincere, ma alla felicità che posso regalare ai tifosi della Roma. È una città che vive di calcio. La Roma è appartenenza, essere parte di qualcosa. Continuo a dare tutto me stesso. Non sono pronto per chiudere il cerchio, per nulla. Sono nel calcio da tanti anni, la gente pensa che sia più vecchio di quello che sono. Forse vedono i miei capelli bianchi e pensano che sia anziano, ma non sono così vecchio da pensare di chiudere il cerchio. Mi vedrete ancora per tanti anni".
Sulla finale di Budapest
"Non penso ci sia un segreto. La questione è semplice. Spesso ci si dimentica che la cosa più importante, nel calcio e non solo, sono i rapporti umani. Posso parlare anche per i miei giocatori: noi diamo tutto. E penso sia per questa attitudine che i tifosi della Roma ci rispettano così tanto e sono in grande empatia con noi. Lavoriamo duro ogni giorno per costruire la storia della Roma, due finali europee consecutive solo i grandi club con una grande storia ci riescono di solito. E anche per loro non è semplice. Per noi esserci riusciti adesso ha un grande valore".
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