Abraham: "Mourinho è il tipo di allenatore di cui avevo bisogno"
Le parole dell'attaccante inglese: "Ancora riguardo i video della vittoria della Conference e del ritorno a Roma. Vogliamo collezionare nuovi ricordi"
Ormai pochi sono i giorni che separano la Roma dall'impegno più importante della sua stagione. Mercoledì 31 maggio alla Puskás Aréna di Budapest andrà in scena la finale di Europa League contro il Siviglia.
Dopo aver rilasciato alcune dichiarazioni ieri durante l'Uefa Media Day, Tammy Abraham è tornato a parlare.
Di seguito l'intervista rilasciata a CBS Sport Golazo:
Ora giocherete una finale di Europa League e in campionato state lottando per ottenere un posto in Europa. Come state gestendo questa situazione?
“Conosciamo la sensazione che si prova ad alzare un trofeo europeo, è capitato l’anno scorso. Sono sicuro che vorremo replicare quella sensazione. Ancora riguardo i video della vittoria e del ritorno a Roma. Vogliamo collezionare nuovi ricordi”.
Mourinho è conosciuto per il suo stile di gioco difensivo. Come è giocare in attacco in una sua squadra?
“Lui mi ha fatto scoprire un’altra sfaccettatura del calcio, così come alcune caratteristiche che non avrei mai pensato di avere. Ora aiuto la squadra in difesa come non avevo mai fatto in tutta la mia carriera, ma mi piace farlo per i compagni. L’anno scorso ho segnato e ho vinto un trofeo, quest’anno uguale. Con Mourinho il mio obiettivo principale è imparare differenti aspetti del gioco. Tutti mi conoscono come bomber, ma ora mi sono evoluto e sto mostrando caratteristiche differenti”.
Come vi motiva durante l’allenamento?
“Lui è il tipo di allenatore che non ti dirà mai se stai andando bene, ma ti spinge sempre a dare il massimo. Ho sempre avuto bisogno di questo. Anche nel caso in cui giocassi la miglior partita della mia carriera, lui mi direbbe che avrei potuto fare ancora di più. Lui è il tipo di tecnico di cui avevamo bisogno”.
Lo sostenete costantemente. Come fa a creare questo rapporto con i calciatori?
“Ci sono alcuni grandissimi allenatori che però non sanno gestire i calciatori, mentre lui è equilibrato in tutto. Lui parla con i calciatori faccia a faccia in privato o anche davanti al gruppo. Lui conosce i giocatori e sa come rapportarsi con loro. Prima della semifinale di Conference League mi chiamò nel suo ufficio e io gli chiesi: ‘Sto giocando bene o no?’. Avevo fatto doppietta nel match precedente, ma lui affermò che non era abbastanza. La partita successiva era contro il Leicester e mi disse: ‘Sei alto Tammy, so che segnerai di testa’. Quando è iniziata la partita ho subito pensato: ‘Devo segnare di testa’. Ed è successo. A fine partita venne da me e mi disse: ‘Te l’avevo detto’. Lui è veramente importante per noi”.
Quale è l’obiettivo alla fine della tua carriera? In cosa pensi che dovresti migliorare?
“Non ho rimpianti se ripenso alla mia carriera, ho sempre fatto il massimo. Il mio obiettivo è migliorare, fare tutto il possibile vincendo trofei per poi essere orgoglioso di quanto fatto. In cosa devo migliorare? Probabilmente nell’essere più cattivo in campo, penso di essere ancora troppo buono, anche i miei compagni lo dicono”.
Come si cambia questo aspetto?
“Guardando i video di Diego Costa (ride, ndr). Non so come si cambia, ma penso che dovrei entrare in ‘modalità partita’ un po’ prima, magari sentendo un tipo di musica in particolare prima del calcio d’inizio. Nello spogliatoio sono molto rilassato, mi piace ridere e scherzare e penso ‘ciò che succede, succede’, ma a volte devo entrare in clima partita invece di fare questo”.
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