Prima l’amore, poi il silenzio e l’inedito all’Olimpico
Dal corteo alla protesta. La scialba gara e la Curva Sud si svuota per dissenso verso le forze dell’ordine: vietato uno striscione per Rulli
Il calcio è in grado di regalare molte emozioni, i tifosi sono a tutti gli effetti i protagonisti, insieme ai calciatori e all’allenatore, dei successi che una squadra può raggiungere. Avere la spinta e il supporto di tutti i sostenitori permette di correre su quell’ultimo pallone anche quando di fiato non ce ne è più, quando le gambe iniziano a tremare e la paura a salire, ma ci sono loro pronti ad aiutare e sostenere in qualsiasi momento, grazie ai loro cori, alle loro bandiere e alla loro voglia di inseguire quel pallone insieme alla squadra. In questo i tifosi della Roma possono classificarsi nei primi posti al mondo, il loro attaccamento alla maglia è ineguagliabile, non esiste giorno in cui non siano pronti a riempire gli spalti dell’Olimpico, di tutta Europa e non solo.
Nel post partita della semifinale di ritorno contro il Bayer Leverkusen, José Mourinho aveva chiesto ai tifosi giallorossi di: «Salutare in modo speciale i giocatori» facendo un corteo prima della gara contro la Salernitana. In un lunedì pomeriggio con pioggia - ieri -, sono stati tantissimi i supporter che si sono radunati nel piazzale antistante al Centro Sportivo di Trigoria per scortare la squadra fino all’Olimpico per la sfida di campionato contro i granata. Il corteo è iniziato proprio dal centro di allenamento della Roma, dove la squadra è stata accolta da tantissimi tifosi che hanno esposto uno striscione con scritto “Avanti guerrieri. Oggi un’altra vittoria”, successivamente ha proseguito sul Grande Raccordo Anulare e sull’Aurelia fino a Piazza Irnerio, Baldo degli Ubaldi attraversando il quartiere Prati fino allo stadio. Ad ognuna di queste “tappe”, al corteo si aggiungevano sempre nuovi tifosi, ed erano veramente tantissimi quelli fermi al lato delle strade nel cuore di Roma ad aspettare il passaggio del pullman per caricare la squadra con cori, bandiere, stendardi e fumogeni. Una dimostrazione d’amore a dir poco incredibile. Il popolo romanista ha il cuore mezzo giallo e mezzo rosso e non sono semplici parole... ma uno stato d’animo e uno stile di vita.
L’insolito stadio
Olimpico tutto esaurito ancora una volta (64.286 gli spettatori “censiti” dal club), ma insolitamente silenzioso: giusto il tempo di chiedere alla squadra la grinta per l’ultima battaglia a Budapest. Non tanto lo spettacolo tecnico deprimente del primo tempo, qualche timida accensione (con la Nord, Sud laterale e Distinti a intentare qualche coro sporadico) nella seconda frazione, quando Mourinho ha riportato la qualità della squadra a un minimo di equlibrio, quanto il clima surreale generato dall’assenza del motore del tifo giallorosso e invece il chiasso dei salernitani che hanno riempito, festanti, il settore ospiti.
Già prima del fischio di inizio si notavano vari vuoti in Curva Sud. Motivo? Il divieto di ingresso allo striscione in onore di Roberto Rulli, tifoso storico scomparso il 19 maggio del 1990 e fondatore dei Fedayn: «19/05/2023 a Roberto. Abbiamo vissuto nel tuo mito onorandoti ogni minuto. Seppur non ci è riuscito... tu vegliaci e vedrai che un giorno, nel tuo nome, avremo ancora combattuto», il testo ritenuto violento dalle forze dell’ordine e quindi censurato. Da lì la protesta dei gruppi che hanno tolto prima le “pezze” e poi svuotato praticamente totalmente la Sud. Silenzio, allora. Vuoti. E protesta, con manifestazione fuori dallo stadio con l’esposizione dello striscione incriminato. Solidarietà anche dai tifosi granata che hanno inneggiato a Rulli e, come già in passato, ad Agostino Di Bartolomei, amore in comune con il tifo giallorosso. L’ovazione non si è fatta attendere.
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