Il Roma Club Ungheria: "Vi stiamo aspettando"
Sono in 200 a Budapest pronti a ospitare i fratelli giallorossi. La finale è alle porte, la città si prepara
Sono 1.215,6 i chilomentri che dividono Roma da Budapest. E contano tutti anche quei sei. Diciotto ore in treno, dodici in macchina, un’ora e mezza in volo. Ma la distanza non esiste quando hai una sciarpa al collo e un cuore giallorosso in petto. Quello che conta è esserci, sempre. Conta ogni traferta, ogni metro, ogni viaggio, ogni destinazione, soprattutto nelle notti europee. Soprattutto quando la posta in palio non è alta, ma altissima.
E tutto questo lo sanno bene anche gli oltre 200 iscritti all’A.S.Roma Club Ungheria “Szurkolói Sportegyesület” che aspettano a braccia aperte i 15mila tifosi provenienti dalla Capitale per la finale di Coppa contro il Siviglia. Il "31 maggio 2023 casa nostra è casa vostra" si legge sul loro striscione apparso qualche giorno fa sulle rive del Danubio con alle spalle il Parlamento.
Nato nel 2011 dall’iniziativa di Gabriella Nemeth (attuale presidentessa dell’associazione) sono in tantissimi coloro che si riuniscono ad ogni partita nel Bar Habakuk per guardare tutti insieme le partite della Roma.
"Ci sono storie bellissime che legano ognuno di noi a questi colori - ci racconta Gabriella - il mio amore per questo club nasce per caso, a lavoro. Ho visto la mia prima partita all’Olimpico un Roma-Bologna del 2000, vivendo a 360° la vittoria del terzo scudetto. Sono stata abbonata per quindici anni, facendo avanti-indietro almeno una volta al mese".
Ma adesso non ci sarà bisogno di grandi spostamenti perché Gabriella dovrà percorrere solo pochi chilometri in macchina per accedere alla Puskas Arena: "Andremo in 7-8 di noi allo stadio, pronti a sostenere Mourinho e i ragazzi. Gli stessi che eravamo anche a Tirana. Portiamo fortuna, quando c’è qualcosa di così importante non possiamo tirarci indietro (ride ndr). Per quanto riguarda i tifosi che verranno qui ancora non abbiamo organizzato nulla. Spero che ci sia un ritrovo per tutti noi dove conoscere ognuno di loro, ma casa nostra è casa vostra".
Una città interna che si prepara e si veste a festa per l’occasione con un grande rammarico però, quello di non poter ospitare tutti quelli che vorrebbero esserci: "Siamo molto tristi - aggiunge la presidentessa - per tutte quelle persono che non sono riuscite a prendere il biglietto. Ma non solo a Roma, anche qui i nostri amici nonostante l’abbonamento non sono riusciti a comprare il tagliando per la finale. Ma sono sicura che comunque il supporto non mancherà. Ci faremo sentire anche per loro".
Maciniamo chilometri, superiamo gli ostacoli, con la Roma in fondo al cuor. Eppure, delle volte non ci rendiamo conto della grandezza che possiamo vantare. Le storie che ci accomunano. Vicini e lontani. Ma alla fine siamo terribilmente sicuri di una cosa, di una soltanto: saremo sempre a casa in qualsiasi parte del mondo se condividiamo la stessa passione.
Anche se siamo diversi, anche se non parliamo la stessa lingua, il 31 maggio l’abbraccio giallorosso alla Puskas Arena sarà universale.
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