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La Roma ridotta ai minimi termini si affida a Mourinho, ex alla ricerca della sua più straordinaria affermazione: l'Olimpico ci crede, forse si può

José Mourinho durante una sfida all'Olimpico

José Mourinho durante una sfida all'Olimpico (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
06 Maggio 2023 - 09:17

Provate a calarvi nella condizione di un signore che nell’ambito della sua sfera professionale nell’arco di 25 anni ha raccolto il più alto numero di riconoscimenti possibili e che si trova all’improvviso due appuntamenti di lavoro attraverso i quali si dovrà decidere se è solo un esaltato/guerrafondaio vittima del proprio incontenibile ego e ovviamente scarso nel suo ruolo, che è il concetto che vorrebbe far passare l’esercito dei suoi nemici, o se è davvero uno Special One, come sono portati a pensare quasi tutti i romanisti. Il paradosso vuole che proprio contro la squadra che più di ogni altra ha contribuito ad innalzare lo status di José Mourinho fino al livello top si snoderà il primo di questi esami. Accadrà stasera, nel tardo pomeriggio, la gara è Roma-Inter, quinta contro quarta: il calcio d’inizio è fissato per le ore 18, la telecronaca si potrà guardare solo su Dazn, come sempre dall’inizio del campionato, mentre per la radiocronaca l’appuntamento obbligatorio è su Radio Romanista. 

L’altro esame per José è fissato giovedì, lì si discuterà proprio se la sua è una patente da allenatore o da bollito e se il suo passaporto è valido o meno per Budapest. Tutto in cinque giorni, tutto secondo gli eccessi tipici del calcio italiano, quella specie di lavatrice a ciclo continuo che, solo per fare gli ultimi esempi, adesso ha ritirato giù dal cestello Spalletti ripulito da tutte le scorie che in tante altre stagioni lo avevano ammusonito, la stessa dove Sarri un giro no e l’altro sì viene eletto re filosofo, o dove Pioli e Inzaghi anche nell’ambito della stessa stagione sono trattati alla stregua di santone o di pagliaccio, magari alternativamente, e nello spazio di 48 ore. Non ci si rende conto, in pratica, di quanto, ognuno a modo proprio, questi signori stiano facendo il bene della loro squadra e di conseguenza anche del movimento calcistico italiano, persi come siamo in queste inutile sfide dialettiche che scavalcano i confini e assurgono al rango di una lotta fratricida.

Nella quiete prima della tempesta che stiamo per vivere anche a Roma già si vedono dietro le colline i preparativi dei due eserciti in perenne conflitto. In mezzo ci sono per fortuna, o purtroppo, a seconda dei punti di vista, i romanisti che continuano a godersi magnificamente il loro momento. Lo hanno fatto lungo l’arco dell’intera scorsa stagione, culminata con la fantastica ubriacatura di Tirana, lo hanno fatto per tutta questa, affollando l’Olimpico come in un rito tribale che si perpetua ogni volta, e ogni volta è più bello. Sarà così anche stasera, 30º sold out, significa che da quando c’è Mourinho a nessuno viene in mente di saltare l’appuntamento con la propria amata, significa che con Mourinho sono due anni che il tifoso sta godendo. 

Se andrà via è prima di tutto affar suo, e chi lo sostituirà si prenderà l’affetto che si meriterà, se invece resterà gli chiederemo ancora e come sempre di dare il massimo. Come oggi, ad esempio, visto che la squadra appare smunta e l’impresa di battere l’Inter non sembra alla portata dei pronostici dei bookmakers (a 3,10 è quotato l’1, a 2,40 il 2). Ci vorrà il miglior Mourinho per inventarsi una strategia di partita che da qualunque lato la si guardi appare inattuabile. Quanto agli uomini, le scelte sembrano obbligate, salvo qualche coniglio da tirar fuori dal cilindo della primavera. In ogni caso, quando fischierà Maresca (solidi i precedenti con Mou, a volte le designazioni sembrano fatte apposta, poi dice che il provocatore è lui che si porta un registratore in panchina...), si comincerà a giocare in 11 contro 11 e il risultato sarà da 0-0. Solo che su una panchina ci sarà Mourinho, ed è a lui che viene chiesto di trovare le risorse che un certo tipo di ambiente ha già deciso siano esaurite. Non conoscono la Roma, non conoscono la Roma di José Mourinho.

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