Il Gran Premio di Monza: la Roma a caccia di punti Champions

Se capita a volte di forzare qualche concetto sull’importanza che possono avere determinate partite nel lungo arco di un campionato, stavolta ogni tifoso romanista sarà d’accordo sul fatto che il turno infrasettimanale che si va ad affrontare (ultimo retaggio di questa follia del mondiale in pieno inverno) può determinare il colpo di reni decisivo nella lotta in cui è coinvolta la squadra giallorossa, quella per accedere alla più importante competizione europea non tanto per il prestigio che ne deriva quanto essenzialmente per i finanziamenti (a fondo perduto) che garantisce.

Logico dunque che sic stantibus rebus la differenza tra il quarto e il quinto posto in certe società può determinare la possibilità di sognare un futuro migliore in alternativa alla consapevolezza di dover mettere per un po’ nel cassetto i sogni di gloria. E nel turno apparentemente a portata di tutte le squadre coinvolte in questo minitorneo è statisticamente assai probabile che qualcuno ci rimetterà le penne, rischiando così di lasciare per strada i punti decisivi.

Se capitasse alla Roma, al netto degli strepiti di chi senza approfondire mai un discorso ritiene che la squadra favorita nel calcio debba sempre vincere, sarebbe un colpo al cuore, ma non verrebbe meno il rispetto per chi avuto la forza di arrivare all’ultimo segmento della stagione così in alto nella corsa ai due obiettivi principali. Quella di stasera a Monza (U-Power Stadium, così si chiama adesso il vecchio stadio Brianteo, ore 21, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) presenta troppe insidie per farci rassicurare dal pronostico sempre razionale dei bookmakers, decisamente a vantaggio dei giallorossi: l’1 è dato a 3,60, l’X a 3,10, il 2 a 2,20.

La prima insidia deriva dallo stato di forma dei giocatori della Roma. Purtroppo per una serie di circostanze la squadra giallorossa è arrivata al momento decisivo della stagione con ossa rotte, muscoli sfibrati e anche una considerevole quantità di iella per gli infortuni di natura traumatica (3 spalle sono uscite di sede nell’arco di 12 giorni), tanto da costringere l’allenatore a fare i salti mortali anche solo per poter continuare ad utilizzare il sistema di gioco cucito su misura per le esigenze della sua rosa. Per far gruppo però ha convocato tutti, squalificati compresi, così nessuno potrà permettersi di sottovalutare il messaggio.

Per giocare a tre oggi, ammesso che voglia farlo, bisognerà abbassare di nuovo Cristante, in un ruolo non suo e che interpreta chiaramente a fatica, soprattutto nella scelta di tempo delle situazioni difensive sotto stress, contesto nel quale Smalling è abituato a stradominare su compagni di squadra e avversari. In più ci sono le incognite dei giocatori non infortunati ma già strautilizzati e quella di non avere alcuna certezza sui rischi che si corrono a far giocare 1 o 90 minuti al giocatore più importante della rosa, quel Dybala che soprattutto da gennaio a oggi ha rappresentato la carta in più per trascinare la Roma così in alto. 

L’altro elemento che preoccupa non poco l’allenatore è determinato dall’oggettiva forza di una squadra che il debuttante Palladino è riuscito costruire in pochissimo tempo dopo il disastroso inizio di campionato con la gestione Stroppa. È vero che i brianzoli di Galliani e Berlusconi sono già salvi e non hanno più niente da chiedere al campionato, ma è proprio in virtù di questa tranquillità che una squadra in forma, ben allenata e con tanti elementi giusti al posto giusto può trarre ulteriore impulso per registrare un’altra impresa della stagione, battere la Roma. Con i numeri straordinari conseguiti fin qui: quarti nel girone di ritorno, tre sole sconfitte come il Napoli, media punti con Palladino di un decimo di punto inferiore alla Roma. Passare qui e riportare tre punti sarebbe importantissimo