Roma-Milan, Pioli: "I giallorossi sono forti mentalmente e sul profilo dell'intensità"
Il tecnico rossonero: "Subiscono poco e trovano spesso le giocate, dobbiamo cercare di gestire la gara ed essere pericolosi. Florenzi e Pobega sono out"
L'allenatore del Milan Stefano Pioli ha parlato nella conferenza stampa alla vigilia del match tra i rossoneri e la Roma. Di seguito le sue parole:
È come fosse una partita di Champions?
"Vale tanto sicuramente, mancano sempre meno partite. In queste sette partite abbiamo tre scontri diretti, più punti faremo e più avremo possibilità di entrare nelle prime quattro: è il nostro obiettivo".
Come sta Giroud? Ripensa ai due gol subìti dall'andata?
"Giroud sta bene, ha avuto la necessità di riposare ma è disponibile. Abbiamo rivisto la gara dell'andata, conosciamo bene le loro caratteristiche, ma è inutile andare troppo indietro: bisogna stare attenti alle palle inattive, il 40% dei loro gol arriva da queste situazioni".
Dove pensi che il Milan debba essere superiore ai giallorossi?
"In casa non hanno subìto gol in 7 partite e davanti possono trovare giocate in qualsiasi momento. Dobbiamo provare a controllare la partita ed essere pericolosi, abbiamo le capacità per farlo".
Quando si arriva al rush finale, la squadra ha qualcosa in più?
"La squadra sta bene, c'è la volontà di fare un grande finale di stagione. Si deciderà tutto in queste partite, questo finale di stagione deve vederci protagonisti. Le partite vanno affrontate e vinte una alla volta".
Leao si sta gasando per il finale di campionato o è più sereno?
"È un giocatore molto dentro e lo è sempre stato. In così tante gare è impossibile stare sempre al 100%, ma ora sta bene fisicamente e mentalmente e le prestazioni positive ti danno coraggio, fiducia, volontà di dimostrare chi sei. Rafa sta bene e ci aspettiamo tanto da lui".
Si è parlato molto delle proteste della Roma dalla panchina. Una partita del genere si prepara in modo diverso? Lei preferisce un altro approccio?
"La Roma è una squadra forte, Mourinho ha creato mentalità e intensità di alti livelli. Poi ognuno si comporta per quello che è quello in cui crede, cerchiamo di giocare il meglio possibile di quello che possiamo".
Come sta Ibra?
"Sta un po' meglio, ma non abbiamo una diagnosi definitiva: vediamo nei prossimi giorni. Pobega è fuori, e anche Florenzi per febbre".
Com'è la gestione dei centrocampisti?
"Non c'è bisogno di stimolarli, perché tutti sanno l'importanza di questo periodo. Il fatto di avere più giocatori è un bene".
Dalla Roma alla Roma: c'è un rammarico?
"Non ci sono rimpianti: ci sono momenti in cui le cose funzionano meno, ma tutto quello che abbiamo fatto ci è servito per essere dove siamo in questo momento".
Teme per il recupero delle energie?
"Le partite sono molto dispendiose soprattutto mentalmente, ma siamo ormai abituati a giocare così tanto e a livelli così alti. Ho professionisti che sanno come recuperare energie e mi auguro quindi che avremo questa cura".
Quali sono le vibes che senti ora?
"Molto buone perché la squadra sta bene e sta lavorando bene: sappiamo cosa fare nelle partite importanti".
In base a cosa sceglie il trequartista?
"Avviene soprattutto per ciò che vogliamo fare in fase di costruzione. Abbiamo giocatori duttili e intelligenti, quindi so che posso benissimo spostare sia Bennacer che Krunic senza cali di rendimento".
Quali sono i tempi di recupero di Pobega?
"Il dolore ce l'ha ancora, ma sta diminuendo e sta lavorando, anche se non ancora sul campo. Settimana prossima forse tornerà anche l'ì speriamo che non sia lungo perché sta crescendo tanto. Può diventare un centrocampista completo".
Leao ha detto che lei è un po' padre per lui: conferma questo rapporto?
"I miei giocatori sono tutti miei figli, dalla mattina alla sera anche quando sono a casa penso a loro. Parlo con loro quotidianamente, sia di calcio che di altre situazioni: sono fortunati, ma hanno le problematiche dei ragazzi di 20 anni. Rafa è il giocatore che è stato di più nel mio ufficio negli ultimi anni, quindi c'è il legame più forte".
Come definirebbe questo Milan?
"Mi piace che la mia squadra vada in campo con idee chiare e spirito forte".
L'obiettivo è arrivare secondi?
"Inutile pensare alla classifica finale, è importante pensare di vincere domani".
Bennacer è trequartista?
"La sua posizione dipende della squadra avversaria: se viene marcato da un centrocampista potrebbe alzarsi, se viene marcato da un difensore potrebbe abbassarsi. Noi abbiamo le nostre posizioni, ma sono gli avversari che determinano gli spazi da attaccare".
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