AS Roma

L'Europa è casa nostra

Terza semifinale continentale consecutiva: è la quarta nelle ultime sei stagioni (come il Real Madrid). L’exploit in Champions del 2018 consolidato coi Friedkin

Lorenzo Pellegrini esulta dopo il gol al Feyenoord

Lorenzo Pellegrini esulta dopo il gol al Feyenoord (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Lorenzo Latini
22 Aprile 2023 - 09:35

I pizzicotti che ci siamo dati nel corso della notte tra giovedì e ieri, fortunatamente, non ci hanno svegliato. Confermando che il sogno è realtà: la Roma, per il terzo anno consecutivo, è in semifinale di una competizione europea. Non era mai successo prima in quasi un secolo di storia, e raggiungere questo incredibile traguardo nella maniera in cui lo abbiamo raggiunto, con una rimonta memorabile (seppur impegnative per le coronarie), rende il tutto ancor più epico ed entusiasmante. Se teniamo conto anche della rimonta delle rimonte, quella contro il Barcellona nel 2017-18, allora il conto delle semifinali raggiunte si allunga a quattro nelle ultime sei stagioni: soltanto il Real Madrid vanta uno score pari al nostro dal 2017 in poi. Nemmeno squadre del calibro di Liverpool, Manchester City, Bayern Monaco o Barcellona sono riuscite ad avere la stessa continuità nell’ultimo triennio. 

Le recenti cavalcate, del resto, ci hanno permesso di entrare anche nella top ten del ranking UEFA per club, che tiene conto dell’andamento nelle ultime cinque stagioni: la Roma è da poco salita in decima posizione, consolidata poi con il successo di giovedì sera contro il Feyenoord. Con 92.000 punti, i giallorossi precedono Inter (91.000), Ajax (89.000) Borussia Dortmund e Siviglia (86.000); davanti a noi, in nona posizione, il Barcellona (98.000 punti), eliminato dal Manchester United ai playoff. Una dimostrazione concreta, questa, dell’ottimo percorso intrapreso sia livello societario, con l’avvento dei Friedkin, sia livello tecnico, con l’ingaggio di un fuoriclasse della panchina come José Mourinho.

I precedenti
In principio fu il Barcellona dei marziani, travolto 3-0 il 10 aprile 2018 dopo l’1-4 rimediato al Camp Nou: la Roma raggiungeva la semifinale della moderna Champions League per la prima volta nella sua storia (nel 1983-84 era ancora Coppa dei Campioni) grazie alle reti di Dzeko, De Rossi su rigore e Manolas. Poi due stagioni deludenti, in Italia come in Europa, fino al 2020-21: nei quarti di Europa League la squadra allenata da Paulo Fonseca batteva l’Ajax, vincendo 2-1 ad Amsterdam e pareggiando 1-1 all’Olimpico. In entrambi i casi le semifinale contro le inglesi (Liverpool e Manchester United) finirono male. Ma con l’arrivo di José Mourinho in panchina il tabù d’Oltremanica è stato rotto: nei quarti di Conference League il successo col Bodø/Glimt (1-2 e 4-0) ci ha messo di fronte il Leicester: 1-1 in Inghilterra e 1-0 firmato Abraham a Roma, con le lacrime di Mourinho a sancire il ritorno - dopo 31 anni - dei giallorossi in una finale di una competizione europea. Finale poi vinta, per inciso. 

L’arma in più
I meriti di proprietà, staff tecnici e squadre vanno però condivisi con una costante che non è mai mancata, e che anzi si è rivelata spesso determinante: il pubblico. I tifosi, specialmente all’Olimpico, hanno dato vita a una bolgia tale da intimorire qualsiasi avversario, dal più blasonato al meno avvezzo a certi palcoscenici. La faccia di Solbakken al momento dell’ingresso in campo in Roma-Bodø/Glimt del 14 aprile 2022 è la miglior rappresentazione possibile della forza che arriva dagli spalti. Non a caso, tre delle quattro semifinali recenti sono state raggiunte con una rimonta casalinga, in un Olimpico vestito a festa: il 3-0 al Barcellona, il 4-0 al Bodø/Glimt e - ultimo in ordine cronologico - il 4-1 al Feyenoord. “Mai sola mai”, del resto, non è soltanto uno slogan: con questi tifosi, questo allenatore e questo spirito di squadra, con la voglia e il cuore mostrati giovedì, nessun ostacolo appare insormontabile.

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