Tripudio Olimpico: Roma è amore
Un grande stadio e una grande squadra: è la nemesi, il Feyenoord è ancora una volta ko. Souloukou presente, i capitani Totti e De Rossi pure
Tripudio Olimpico. Una parola sola: tu sei la Roma. Serata d’amore e di emozioni e sensazioni forti. Così come si è presentato l’Olimpico strabordante di ieri sera. Così come era annunciato: «Amore senza resa», come lo striscione che ha descritto la mini-coreografia organizzata al centro della Curva Sud, con tante bandierine giallorosse a sventolare. Come senza resa è stata la squadra, e lo stadio, dopo la doccia fredda del momentaneo pareggio degli olandesi. Una curva che ha incitato la squadra fin da prima del fischio d’inizio, nel riscaldamento. Ovazione, extralarge rispetto al solito, per José Mourinho all’annuncio delle formazioni.
Lo Special One carico a “pallettoni” che ha iniziato a aizzare l’Olimpico (66.742 le presenze registrate) già dai primi minuti per finire come un direttore d’orchestra con la sbracciata dei 180 secondi di recupero nel finale indirizzata verso la sua gente. Quella gente che anche ieri sera si è confermata con quell’empatia che chiama dal 4 maggio 2021. Una Roma arrembante all’inizio, sugli spalti e in campo. Con la Curva Nord che quasi ha sfidato la Sud nel lanciare i cori. Super parterre all’Olimpico con l’esordio fortunato di Lina Souloukou in tribuna e non lontana da due figli di Roma come Francesco Totti (con il figlio Cristian) e Daniele De Rossi, seduti vicini, tornati a tifare la loro squadra in una serata che iniziava complicata ed è finita magica. Grazie anche al solito, magico anche lui, Paulo Dybala, centellinato da Mou per gli ultimi minuti e ancora decisivo con il gol (su meraviglioso assist del capitano Pellegrini) che ha portato ai supplementari.
Splendido il momento alle 23.02, subito dopo il fischio finale dei minuti regolamentari, con la squadra schierata a capannello intorno a Mou e il suo discorso in attesa di riprendere i supplementari: nel silenzio, dalla Sud, è partito a cappella “Roma Roma”, seguito da tutto lo stadio, con gli applausi incantati di Ryan Friedkin in piedi in tribuna.
«Giallorossa è unica, questa maglia è magica per me», ha cantato lo stadio anche nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo supplementare. Con la Roma a cavallo di se stessa e del pubblico che nonostante la perdita di Smalling (che ha seguito quella arrivata dopo pochi minuti di Wijnaldum), segnava il terzo e poi il quarto gol. Con emozioni solo sospese dai check dei Var (con Abraham che si è messo a esultare davanti al direttore di gara prima della convalida), tra una sceneggiata in più e una in meno dell’arbitro Taylor. È finita con tutte le nostre canzoni a suonare nell’impianto del Foro Italico festante. Un boato dopo l’altro. Boati così forti da superare in decibel quelli con il Bodø e il Leicester. Per un sogno che continua, con José Mourinho in sella e i suoi “spingitori” cavalieri.
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