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La Roma è terza, Mourinho esulta: "Contava vincere"

"Terzi? Sicuri che la Juve abbia 59 punti? Siamo in Italia. Cassano? Occhio che alcune volte arriva un Livaja... A Madrid è famoso per il giubbotto"

(GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
09 Aprile 2023 - 09:57

L’ennesimo clean sheet, il diciassettesimo stagionale, ma soprattutto i tre punti portati via dall'Olimpico Grande Torino che valgono il terzo posto, grazie all'undicesimo sigillo di Paulo Dybala: questi i numeri che fanno sorridere José Mourinho mentre osserva la classifica della Serie A. «Le partite si vincono quando fai un gol in più dell’avversario. Si vince 1-0 come 5-4 ma l’obiettivo è sempre lo stesso. Questo è l’obiettivo dello sport, vincere e farlo con le tue qualità e con i tuoi problemi. Siamo tutti risultatisti, vogliamo tutti vincere, tutto il resto è una bugia. Vincere con qualche gol in più aiuterebbe ad avere meno capelli bianchi e meno tachicardia. Qualche volta vinci con grande fortuna, altre volte vinci con la tranquillità del risultato, ma vinci con anche con la tranquillità di stare concentrati in campo. Farlo contro il Toro è sempre difficile e questo è quello che conta». 


La Roma vince, va terza in classifica a pochi punti dal secondo posto («Sei sicuro che la Juventus non ha 59 punti? Siamo in Italia…» la battuta dello Special One) e ritrova, dopo la sosta, la sua solidità difensiva: «Mi fa piacere difendere bene e non prendere gol. Ovviamente ne abbiamo presi 4 a Udine, 4 col Sassuolo, quando accadono cose simili non mi piace affatto. Se facciamo una partita orribile dal punto di vista difensivo e facciamo 4-5 gol per me è ugualmente fantastico. Nel 2011/12 feci il record di reti con il Real Madrid, in campo avevo Ronaldo, Higuain, Benzema, Di Maria...erano un po’ forti. Il fatto è che bisogna adattare il modulo ai propri punti di forza della tua squadra. Un bel numero (17 clean sheets, ndr) per Rui che non prende tanti gol». Altra gara sontuosa per Smalling, con un rinnovo ancora in bilico: «Il mio futuro e quello di Chris è legato? Io ho un anno in più di contratto, lui no. Sono due situazioni completamente diverse». 

Il tecnico portoghese poi spiega il piano gara preparato in settimana: «Il Torino è una delle squadre più forti nel difendere a uomo, tutti i giocatori sono allenati per fare questo benissimo. Quando hai un riferimento è più facile per un difensore. Magari si può dire “ok, però voi avete solo segnato un gol ed è stato su calcio di rigore”, ma il tempo del possesso palla, le zone del campo dove ha giocato Dybala, le loro difficoltà che hanno sentito con il potenziale pericolo di El Shaarawy e Solbakken, al di là della vittoria che è importante, sono contento dell'analisi che io e i miei ragazzi abbiamo fatto, penso sia andata bene». Ora la gara col Feyenoord, senza perdere di vista la lotta per un posto in Champions League: «Vogliamo pensare come le grandi squadre e questo tipo di squadre non si fa buttare fuori da nessuna competizione, non perde una partita per avere più possibilità di vincere la prossima. Abbiamo una rosa con dei limiti, siamo ai quarti di Europa League, ma sembra più una Champions League. Ora giocheremo tre partite alla settimana e per noi è dura, ma non sono capace di pensare da “piccolino”. Non sono capace di dire che l’Udinese è meno importante del Feyenoord, pensiamo partita dopo partita. Abbiamo dei limiti, abbiamo perso Karsdorp per tutta la stagione e oggi Solbakken forse per tutta la stagione. Noi dobbiamo pensare da grande. Abbiamo perso in Coppa Italia perché nel calcio si può perdere, ma non per farci buttare fuori. In Europa League sarà lo stesso». 


Il finale a sorpresa della sua conferenza stampa, con fuochi d’artificio e frecciatine velenose, è dedicato ad Antonio Cassano, che recentemente aveva criticato duramente il tecnico portoghese: «Ognuno è libero di avere le sue preferenze e di far le sue critiche. Quando tu parli di altri e Antonio, sono due cose diverse. Antonio si diverte, gli altri lavorano in modo serio e fanno critiche e non è un problema, Antonio si diverte ma poi nella vita arriva un Marko Livaja che fa bowling. Antonio ha giocato in tre squadre che ho allenato io, tra le più importanti al mondo, Roma Inter e Real. Nel Real è ricordato per la giacca con cui si è presentato, nella Roma ha vinto una Supercoppa senza giocare, nell’Inter non ha vinto neanche la coppa della Lombardia. Io ho vinto tutto, lui avrà un problema con me, ma io non ho un problema con lui. Ma attento Antonio, qualche volta nella vita arriva un Marko Livaja....». Un finale Special. Poi saluta e si si dirige verso l’aeroporto. La Roma vola verso la Capitale, ma anche verso la Champions League. Next stop, Rotterdam, per continuare a sognare ancora.

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