Chierico: "Il calcio è stato consegnato in mano agli arbitri"
L'ex giallorosso campione d'Italia a Radio Romanista: "Capisco Mourinho, ma le reazioni isteriche della panchina non mi piacciono, non mi riconosco in questi atteggiamenti"
L'ex giallorosso Odoacre Chierico, campione d'Italia con la Roma nello storico scudetto del 1983, è intervenuto ai nostri microfoni di Radio Romanista, dove ha parlato della Roma del passato e quella attuale.
Nel documentario su Di Bartolomei eri ancora oggi commosso. Cosa ti ricordi di lui e come te lo ricordi?
“Quelli sono ricordi indelebili di una disgrazia. Io mi lamento dei miei anni che sono passati, ma figuriamoci a ripensare a quella tragedia. Un grande uomo scomparso incomprensibilmente. È sempre molto difficile ricordare e soffermarcisi anche con il pensiero, che più di una volta mi sfiora, perché incontri amici, ex giocatori con cui abbiamo condiviso tante battaglie, tante gioie e tanti dolori, ed è normale che il ricordo vada anche e soprattutto ad Ago, Maldera Liedholm e tanta gente che non c’è più. Per me è difficile convivere con questi ricordi”.
Con alcuni compagni di squadra della Roma con la quale hai vinto lo scudetto sei rimasto in ottimi rapporti.
“È normale, noi spesso ancora ci vediamo. Si è creato un bel gruppo, forse abbiamo sbagliato a non creare un’associazione come hanno fatto in tanti. Avevamo iniziato con il calcetto ma non è andato, ci voleva sempre qualcuno che si prendesse la briga. Io posso prendermi la briga di chiamare per stare una serata insieme, spesso andiamo al ristorante di Tony Di Carlo con Ubaldo, Tempestilli, Giannini Nela, Cervone e me ne dimentico sicuramente qualcuno. Abbiamo anche una chat solo con alcuni, non siamo in tanti, siamo in 7-8, quelli che ci frequentiamo di più. Con loro eravamo da Agostino l’altra sera al circolo Parioli dove è stata fatta questa bella cerimonia con il figlio che è stato fantastico e commovente. È stata una bella serata dove poi i ricordi e la tristezza lasciano il campo alla cena, quindi ci si distrae un po', ma prima è stato veramente commovente sentire le parole di chi ha vissuto questo dramma in prima persona, perché per un bambino deve essere stato veramente difficile. La vita ci ha insegnato che poi si riesce a sopravvivere su tutto, ad andare avanti”.
Con gli occhi di chi la Roma la conosce come te, come valuti questa Roma e cosa ne pensi delle persone che stanno riempiendo l'Olimpico ogni partita?
“Ti dico la verità, non è una domanda facile per me e preferirei parlare di altro perché dovrei dire cose difficili. La gente che sta riempiendo gli stadi ci va perché la Roma è un nome di tantissimi anni fa, ma non è che mi ci riconosca molto in questa Roma. Al di la del gioco, non voglio esprimermi, il problema è il comportamento e gli atteggiamenti. Io non mi ci riconosco. Non è possibile che su ogni fallo laterale non dato, una panchina possa esaltarsi, protestare. È vero che ci sono tanti torti arbitrali, ma ci sono per tutti. Sono sempre un grande tifoso ma aspetto tempi migliori. Questi comportamenti qui non sono quelli che ci hanno insegnato, forse sono comportamenti di questi tempi, ma non dei miei. La gente allo stadio c’è sempre stata, nel mio periodo era incredibile. Quando vedo le foto mi viene da piangere, venivano 80 mila persone ogni partita. Erano altri tempi, oggi ci stanno tornando anche perché abbiamo avuto un black out con il lockdown dove siamo rimasti chiusi in casa. E poi ci sono tornati per il nome, la Roma. Poi bisogna essere anche fieri di pronunciare questo nome, ma bisogna meritare di prinuncairlo. Perché la Roma è una, quella che ci hanno insegnato”.
Tu ritieni che tutto questo si riconduca alla figura di Mourinho?
“Non voglio fare nomi. Io faccio l’allenatore, non alleno in Serie A ma ho il patentino per farlo. Alleno i ragazzini, mi diverto con loro e sono felice così. Io in panchina non voglio sentire volare una mosca, non voglio atteggiamenti isterici. Mi da molto fastidio, penso dia fastidio a tanti ma molti non lo dicono”.
Se ne è parlato tanto anche qui, noi abbiamo detto che è il momento di metterci mano a questo problema perché stiamo ricevendo troppe espulsioni, in campo e in panchina.
“Apro una parentesi, il calcio è stato consegnato agli arbitri. Agiscono e fanno vedere quello che vogliono loro ma è sempre stato così. Il gol di Turone si sapeva 40 anni fa che era buono quindi di cosa parliamo. Non si deve dare tutto questo potere in mano ad un organo che non sappiamo bene come va, come agisce, perché una volta il VAR può intervenire, altre volte non può intervenire. Ci facessero capire come funziona, a me sembra che possa intervenire solo quando vuole. Sotto questi aspetti Mourinho ha ragione, ma io guardo milioni di partite e accadono anche agli altri. Per me la Roma ha una grande squadra, ti chiedo questo è un campionato dove il Napoli deve avere 20 punti di vantaggio sulla seconda? Spalletti ha i suoi difetti ma sa allenare, il Napoli merita in tutto e per tutto ma se andiamo a vedere la rosa, gioca con Mario Rui terzino sinistro e ha giocato tante partite con Juan Jesus al centro della difesa per molte partite".
Tuo figlio Luca Chierico è stato molto sfortunato nel suo percorso alla Roma. Adesso è al Piacenza, come sta andando?
“Sì è al Piacenza ma è di proprietà del Genoa, sta crescendo. È stato sfortunato per gli infortuni e nell’incontrare alcune persone del mondo del calcio. Gioca in un campionato, la Serie C, che non va bene per la crescità dei giovani, sta soffrendo ma farà la sua strada, la vita è la sua e deve gestirla per conto suo”
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