AS Roma

Lo spettro di Mourinho tra cori e Fabbri

Il tecnico ha seguito la partita in una saletta vicina agli spogliatoi. L’Olimpico si è schierato al suo fianco, arbitro e Var in netta confusione

Striscioni a favore di Mourinho ieri all'Olimpico

Striscioni a favore di Mourinho ieri all'Olimpico (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
13 Marzo 2023 - 09:10

Si è aggirato sul manto erboso dell’Olimpico come uno spettro, silenzioso e carismatico, stimolando i sessantamila presenti a combattere una battaglia a cui non avrebbe potuto prender parte, riuscendo a metter pressione a Fabbri (e ai suoi numerosi collaboratori) senza aver nemmeno il bisogno di proferir parola. È il destino dei grandi, di incidere anche quando si è lontani dagli occhi, ma vicini col cuore, soprattutto a quello del suo popolo. Il condottiero messo in un angolo da una sentenza ritenuta ingiusta, lo stadio che lo difende e lo invoca per ben tre volte: prima che parlasse il campo, ci ha pensato l’Olimpico a tributare allo Special One tutta la propria vicinanza, fisica e ideologica.

“Con Mourinho a difesa della Roma”, “Chiunque difende i colori di Roma è nostro alleato. Daje Mourinho!" e ancora “Più colpite, più combatteremo... In campo 11 Mourinho!". Ecco come il tifo romanista si è schierato al fianco del suo leader incontrastato, rendendo manifesto tutto il proprio dissenso con una pañolada che ha coinvolto gran parte delle due tribune. Non era presente in campo ma è come se lo fosse stato, come se l’Olimpico avesse cercato di annullare l’effetto della squalifica, quasi a voler dire: “Mister, oggi riposati. A battere il Sassuolo ci pensiamo noi”. Non è andata così, per demeriti della Roma e per mancanze di chi aveva il compito di non alterare l’andamento della gara, senza farsi trovare condizionati emotivamente dal contesto e dall’avvicinamento alla partita.

Il peso di Mou su Fabbri e Pairetto
Non staremo qui a parlare di “arbitri prevenuti” altrimenti verrebbe meno la voglia di seguire il tutto e il privilegio di offrire un racconto di quanto visto in campo. Prevenuti no, preparati sì. Ma dipende sempre dal tipo di preparazione e dalla dose di lucidità che si riesce a mantenere durante la conduzione arbitrale. Fabbri lo sapeva: sarebbe stato il primo fischietto a dirigere la Roma senza Mourinho in panchina, a poche ore dal post polemico dello Special One, volto a mandare un messaggio alla FIGC e a compattare squadra e tifoseria. 
Sapeva del coinvolgimento della panchina giallorossa durante la gara, dell’atmosfera che avrebbe trovato. Eppure, dal giallo per Smalling al fallo (?) finale di Ibañez, il pomeriggio del fischietto di Ravenna è sembrato la palese risposta alla presa di posizione della Roma sul caso Serra, al complesso e sempre più intricato rapporto tra il club di Trigoria e la classe arbitrale.

E chissà come avrà reagito lo Special One davanti alla decisione del VAR Pairetto (ricordate il gesto del telefono e l’espulsione di Mourinho?) di richiamare Fabbri per far espellere Kumbulla. In una saletta adiacente agli spogliatoi il portoghese ha potuto registrare le difficoltà della sua Roma e quelle della squadra arbitale, che ha avvertito tutto il suo peso mediatico come se fosse lì, in piedi nell’area tecnica, a pochi passi da loro.

Verso la Real Sociedad
Intanto oggi alle 11 lo Special One avrà modo di analizzare quanto accaduto con i suoi uomini e voltare in fretta pagina, con la testa subito rivolta all’insidiosa trasferta di giovedì in Spagna: contro la Real Sociedad non saranno ammessi cali di tensione. Nelle prossime ore il capitano giallorosso Lorenzo Pellegrini si sottoporrà ad altri esami strumentali (una nuova tac è in programma) per valutare al meglio le sue condizioni e capire se potrà prendere parte o meno alla delicata trasferta di San Sebastian. Servirà la miglior Roma per passare il turno e presentarsi al meglio al derby.

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