Sassuolo, VAR ed eventuali
Sotto 2-1, Fabbri viene chiamato dal collega Pairetto e poi concede un assurdo rigore che indirizza definitivamente la gara. Nella ripresa non basta Dybala
Per la seconda volta nel giro di due settimane la Roma paga a caro prezzo l’ambizione di salire al secondo posto e per la seconda volta viene ricacciata indietro (ora è quarta, stasera sarà quinta) da una squadra della seconda metà della classifica, stavolta il Sassuolo di Dionisi. 4-3 il risultato finale per i neroverdi, aiutati nel compito prima da una Roma sgangherata nell’applicazione tattica di una gara che sembrava perfino facile dopo i primi secondi giocati, e poi dagli ineffabili signori (si fa per dire) Fabbri di Ravenna e Pairetto di Torino, rispettivamente arbitro e Var designati nella partita successiva alla decisione di confermare le due giornate di squalifica a Mourinho, colui cioè che in un modo o nell’altro è riuscito a portare di fronte a un tribunale sportivo il loro collega (incidentalmente segnaliamo che è di Torino pure lui) Serra, il quarto uomo di Cremona.
Categoria vendicativa quella arbitrale, lo sappiamo. Quel che non credevamo è che la caccia al fantasma di Mourinho cominciasse subito, con questo scientifico accanimento. Sia detto subito con chiarezza che il Sassuolo poco c’entra in questa contesa all’italiana, se non per l’inveterata tendenza alla simulazione che però riguarda ogni squadra professionistica e dilettante d’Italia: sul campo Dionisi ha ritrovato contro la Roma la sua formazione titolare (era appena la terza volta che poteva schierare insieme Laurienté, doppietta, Berardi, gol, e Pinamonti, gol, in 26 gare di campionato) e ha segnato tre dei quattro gol con merito, sfruttando le svagatezze della Roma ieri priva di Cristante (squalificato) e Mancini (diffidato e rimasto in panchina), e anche di Pellegrini, Belotti e, almeno nel primo tempo, Dybala. Bravo a colpire due volte Laurienté su due respinte di Rui Patricio, prima del 2-1 di Zalewski (primo gol con la maglia della Roma) che sembrava poter rimettere in carreggiata il pomeriggio.
Ma a fine primo tempo c’è stato l’intervento del Var che ha cambiato la partita: dopo una ficcante azione degli ospiti terminata con l’intervento di Rui Patricio ad anticipare Kumbulla e Berardi a contrasto, l’attaccante neroverde ha scalciato il romanista che ha reagito assestando un pestone sull’interno della coscia dell’avversario. Da lì è nato un parapiglia tra le due squadre che si pensava si potesse sanare magari con un paio di ammonizioni sapientemente distribuite. E invece Pairetto ha richiamato il suo collega alla revisione in campo, mostrandogli però soprattutto la reazione di Kumbulla: così l’arbitro è tornato in campo, ha dato rigore al Sassuolo e ha mostrato il rosso al difensore, indirizzando vergognosamente la partita.
La decisione più giusta sarebbe dovuta essere un’altra: punizione per la Roma per il calcetto di Berardi, ammonizione all’attaccante e espulsione al difensore per la stupida reazione. Dal dischetto lo stesso Berardi ha realizzato portando la sua squadra sull’1-3. Nel secondo tempo una prodezza di Dybala ha illuso i 60.816 (di cui una dozzina del Sassuolo) presenti sugli spalti che la partita si potesse riaprire. Ma il 2-4 di Pinamonti ha ricacciato indietro ogni voglia d’impresa. E a poco è servito il 3-4 di Wijnaldum a due minuti dal termine del recupero assegnato: anche perché l’azione successiva è stata interrotta per un fantomatico fallo in attacco fischiato ai giallorossi, ovviamente inventato. Tanto per far capire che non era neanche il caso di provarci.
Spiegare tatticamente la partita è persino facile dopo aver valutato l’importanza delle assenze della Roma e la felice disposizione mentale del Sassuolo che sembra uscito dalla spirale di una crisi che qualche settimana fa aveva messo Dionisi sulla graticola. La Roma era partita con grande attenzione sia pure in una versione decisamente diversa rispetto a quella che siamo abituati a considerare titolare: con Kumbulla in difesa al posto di Mancini, con la coppia Matic e Bove in mezzo al campo e con Wijnaldum al fianco di El Shaarawy in assistenza di un inconsistente Abraham. In neanche due minuti la Roma ha insidiato la porta di Consigli prima con El Shaarawy, il cui tiro è stato respinto con due mani da Tressoldi senza che nessuno ritenesse di invitare l’arbitro ad intervenire, e poi con Wijnaldum e sarebbe bello mandare indietro il tempo come in Sliding Doors ad immaginare che cosa sarebbe potuta diventare la partita se l’olandese avesse segnato su quel gran suggerimento di Matic invece di tirare addosso al portiere avversario.
E subito dopo anche Abraham ha avuto l’occasione per portare in vantaggio la squadra giallorossa, ma non è riuscito a essere efficace, né sul momento né nel resto della serata. Così è salito in scena Fabbri che al 10’ ha provocato la prima reazione incontrollata di mezza squadra e della panchina orfana di Mou sanzionando con un giallo un intervento di Smalling in anticipo con la palla che era carambolata anche sul suo braccio dopo il primo intervento di coscia. Manco a dirlo, pochi minuti dopo ha preferito sorvolare su un analogo colpo di mano di Laurienté. Poi la Roma ci ha messo del suo e un disimpegno sulla propria trequarti sbagliato da Bove ha consentito a Berardi di arrivare facilmente al tiro, bravo Smalling a respingere, ma la palla è finita giusto sul destro di Pinamonti che ha calciato forte costringendo Rui Patricio al miracolo in tuffo, con la palla che è terminata sui piedi di Laurienté che ha segnato il gol del vantaggio: Matic ha protestato per un presunto fuorigioco ma è stato proprio lui a tenere in gioco l’avversario. Quando la Roma ha provato a riorganizzarsi è arrivato immediatamente il raddoppio con un’altra iniziativa di Berardi sulla destra, tacco smarcante per Toljan tra le gambe di Spinazzola, suggerimento del terzino per Matic che invece di rinviare ha lasciato lì il pallone per Bove che non se l’aspettava, così ancora Berardi ha tirato forte di destro, sul rimpallo tra Rui Patricio e Kumbulla ancora l’indiavolato Berardi ha rimesso dentro per Laurienté, abile a mettere il pallone definitivamente nel sacco.
Roma sotto choc ma non ancora doma e dopo appena sette minuti ha trovato il gol che ha restituito speranza ai tifosi con un cross di Spinazzola da sinistra raccolto al volo da Zalewski a destra, da quinto a quinto, con traiettoria fortunata che è sbattuta sul terreno e si rialzata a scavalcare Consigli. Neanche un minuto dopo lo stesso Zalewski ha pescato in area Wijnaldum che di testa ha mandato fuori confortando però la sensazione che la partita fosse ancora tutta da giocare. Così è salito in cattedra Pairetto e la partita è finita.
Ad inizio ripresa Mourinho ha ordinato a Foti due cambi: Karsdorp per Spinazzola e Dybala per Bove, con la Roma schierata col 3411 con Rick terzo centrale, Zalewski ed El Shaarawy esterni, Wijnaldum e Matic centrali e Dybala alle spalle di Abraham. Ancora troppo poco per tener testa al dinamico centrocampo neroverde ma qualche impulso è arrivato: su corner di Dybala, Ibañez ha sfiorato il pareggio, poi si è messo in proprio l’argentino e con una prodezza vera e propria (palombella di sinistro al’incrocio dei pali) ha riaperto la partita.
Ma tatticamente l’inerzia della gara era ormai a favore degli avversari, molto a loro agio nel palleggio in mezzo al campo con poca opposizione romanista. E Fabbri era sempre lì pronto a garantire che si chiudesse tutto così, per esempio sanzionando Matic con un giallo con relativa concessione di una punizione dal limite al Sassuolo per un inesistente intervento su Frattesi: l’intervento del serbo era stato salutato da tutto lo stadio con un’ovazione proprio per la sua pulizia. Per proteste è stato espulso il match analyst Cerra. Foti ha richiamato allora Nemanja in panchina per evitare altri guai e ha inserito Camara per conferire maggior dinamismo in mezzo al campo e per un po’ la cosa ha funzionato. Al 27’ Zalewski ha sfiorato il pareggio costringendo Consigli ad un difficilissimo intervento a terra, ma poi Pinamonti ha trovato il goal del 4-2 alla mezz’ora e lì la partita è sembrata finita ancora una volta.
Mettendo in campo anche Volpato e Majchrzak (all’esordio assoluto) per Zalewski e Abraham anche Mourinho ha dato l’idea di voler pensare più al derby che a tentare il recupero, ma prima Dybala (splendido pallonetto al 33’ a costringere Consigli a un miracolo) e poi Wijnaldum nel recupero hanno riacceso la speranza. Spenta poi definitivamente dall’ennesima prodezza dell’arbitro Fabbri di Ravenna. Per la cronaca, 140 km da Sassuolo.
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