Il silenzio fa parecchio rumore
Dopo la decisione della Corte d'Appello Sportiva di confermare le due giornate di squalifica a Mourinho, la Roma ha deciso di non parlare alla stampa fino a marzo.
Il mio professore di educazione fisica alle medie era una persona particolare. Veniva a scuola sempre vestito come un ordinario professore (di matematica più che di materie umanistiche, a ripensarci bene) che avrebbe dovuto insegnare alla classe una materia di quelle che si studiano sui banchi e non in palestra o nel campo di pallamano che spesso si usava per improvvisare partite di calcetto. Soprattutto, prima di farci scendere per sfogare le nostre voglie pallonare, ci imponeva di osservare un minuto di silenzio. Era una cosa che a tutti sembrava assurda ma lui era categorico nel cercare di ottenere quell’obiettivo. E lo raggiungeva sempre, perché fintanto che quel minuto di silenzio assoluto non si compiva, alla classe era vietato di scendere in campo. Infinite volte ci decantò il valore del silenzio.
Oggi, a distanza di decadi, di quel comportamento che all’epoca trovavo bislacco e insensato, comprendo il senso: era un seme che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto germogliare dentro di noi nel tempo.
Nel 1982 Franco Battiato era in cima alla classifica degli album più venduti e cantava: com'è difficile restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore. Un assioma che nel tempo si è fatto sempre più evidente, in un mondo che impone di lanciare e ascoltare informazioni di continuo, senza le quali non siamo in grado di colmare il vuoto che si è scavato dentro di noi e per il quale il silenzio è solo il padre dell’angoscia.
Sorrentino, nella sua mirabile serie televisiva The Young Pope, ha recentemente fatto un richiamo al valore del silenzio e dell’assenza. Un paradosso della nostra società, dove se non si appare è come se non si esistesse. Anche gli strateghi del marketing si sono accorti che, in alcuni frangenti, un’assenza ben assestata vale più di una presenza rumorosa e scontata.
Non sappiamo se i Friedkin ricorrono a consulenti che, sin dall’inizio, gli hanno suggerito, in una città caotica ed effimera come Roma, di usare il silenzio come strategia di comunicazione. Una voce in più, la loro, seppur autorevole, rischierebbe di essere sommersa dalle altre migliaia che si levano quotidianamente, in maniera più o meno appropriata, intorno alla Roma.
Annunciando il silenzio stampa conseguente alla conferma della squalifica per José Mourinho, la società ha dato un segnale molto forte a sostegno del suo tecnico. Una forma di protesta ancor più roboante se si considera che in passato non era mai stato fatto ricorso avverso le squalifiche che la giustizia sportiva aveva comminato al portoghese. Il silenzio, è assodato, a volte fa parecchio rumore.
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