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Contro la Real Sociedad sarà la nostra 60esima gara in Europa League. Dalle semifinali al trionfo di Tirana, negli ultimi cinque anni l’esperienza è aumentata

Dybala e Belotti in campo

Dybala e Belotti in campo (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Simone Valdarchi
09 Marzo 2023 - 08:31

Noi o loro, Roma o Real Sociedad. Alle 18:45, nel solito Olimpico pieno d’amore e di passione, va in scena l’andata degli ottavi di finale di Europa League. Il primo atto di un doppio confronto complicato, equilibrato e affascinante, dal quale una delle due uscirà con il pass per i quarti di finale. Entrare tra le prime otto della competizione non sarà semplice e gli uomini di José Mourinho sono chiamati a gettare già - se non soprattutto - questo pomeriggio le basi per la qualificazione. Di fronte avranno una squadra giovane - soltanto due elementi della rosa superano la soglia dei 30 anni - e di qualità, attualmente quarta in classifica nella Liga. Dal canto suo però, la Roma ha dimostrato di potersela giocare in gara secca contro chiunque - la vittoria sulla Juventus di domenica scorsa ne è soltanto l’ultima riprova - e tenterà di sfruttare, oltre al fattore campo, un’esperienza europea che negli ultimi anni è aumentata e si è consolidata.

La reginetta e il suo re
Quella contro gli iberici sarà la sessantesima gara della Roma in Europa League, da quando questa competizione ha assunto la nuova denominazione, abbandonando la precedente “Coppa Uefa”. Con la partecipazione all’attuale edizione, i giallorossi sono arrivati alla loro settima apparizione dal 2009 ad oggi, anche se quella del 2011-12, con l’eliminazione ai preliminari non andrebbe contata. Il picco più alto è stato raggiunto nel 2021, con Paulo Fonseca in panchina e la semifinale persa contro il Manchester United, in quella che è stata anche l’ultima Europa League giocata dalla Roma prima di quella in corso. In mezzo però, anche tante apparizioni in Champions, con alcune delusioni alternate a grandi gioie e imprese. Su tutte rimane impressa nella mente e nei cuori l’altra semifinale recente, quella raggiunta nel 2018 grazie alla rimonta da favola - dal 4-1 dell’andata al 3-0 dell’Olimpico - compiuta ai danni del Barcellona di Messi.

Da quel 10 aprile - distante quasi 5 anni - ad oggi il ruolino di marcia recita: due ottavi e due semifinali, perfettamente divisi tra Champions ed Europa League, e ovviamente il successo in Conference dell’ultima stagione. Un percorso di crescita evidente, che sta permettendo alla Roma - grazie anche da un anno e mezzo a questa parte all’esperta mano di un re di coppe come Mourinho - di acquisire un’esperienza in campo europeo che non in molti possono vantare. Un fattore, quello dell’abitudine a certi palcoscenici, che spesso incide nelle gare da dentro o fuori.

La prigionia è stata infranta
E a proposito di esperienza in campo europeo, lo scorso anno come ricordato è arrivato il trionfo in Conference League, il capitolo più bello della recente storia romanista. Dai preliminari contro il Trabzonspor, al Feyenoord battuto in finale, passando per Bodø e Leicester: un cammino lungo tutta una stagione che ha incoronato la Roma come prima vincitrice nella storia della competizione. La notte del 25 maggio 2022 a Tirana ha liberato - parafrasando e riadattando la famosa citazione di Dino Viola - un popolo intero dalla prigionia del sogno europeo, che vedeva i giallorossi a digiuno di trofei da 61 anni. Un’attesa lunghissima, esplosa e riversata tutta nei giorni di festa successivi per le vie della Capitale. E ora che le catene di questa prigionia sono state spezzate, nessuno ha voglia di fermarsi. Certo, ripetersi quest’anno nell’Europa League che vanta tra i partecipanti squadre come Juventus, Manchester United, Arsenal e così via non è affatto semplice, ma le grandi imprese vanno affrontate senza timore, passo dopo passo. Oggi, Mou e i suoi proveranno ad avanzare ancora, insieme a un popolo intero pronto a  tenerli per mano.

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