Buenas noches
Dal Real Saragozza 61 anni fa al Barcellona, travolto in due occasioni. Giannini e Völler piegano il Valencia nel 1990-91, Pizarro e Mancini il Real Madrid
Sono passati più di 60 anni - 61 per la precisione - dal primo confronto tra la Roma e una squadra spagnola in una competizione europea ufficiale: è la Coppa delle Fiere 1962-63, e a dicembre la squadra allenata da Foni affronta il Real Saragozza. Anche in quel caso, come stavolta con un’altra Real, si tratta di ottavi di finale e Losi e compagni ipotecano la qualificazione già all’andata in Spagna, vincendo 4-2 (reti giallorosse di Lojacono, Manfredini, De Sisti e Charles); il ritorno all’Olimpico è una pura formalità, che la Roma perde per 2-1 (gol di Angelillo). Andando avanti, in semifinale incrociamo il Valencia, rimediando una batosta per 3-0 in trasferta; a Roma, il 16 maggio, l’1-0 firmato Angelillo non basta a raggiungere l’ultimo atto. Il Real Saragozza lo ritroviamo, in Coppa delle Coppe, oltre vent’anni dopo, esattamente nella stagione 1986-87: il 2-0 casalingo firmato Di Carlo-Gerolin fa ben sperare, ma gli aragonesi riescono a rimettere le cose in pari al ritorno e hanno la meglio ai rigori.
La cavalcata
Nel 1990-91 la Roma di Ottavio Bianchi, pur stentando in campionato (chiuderà al nono posto), si rivela una schiacciasassi in Coppa UEFA: a farne le spese, dopo il Benfica, anche il Valencia nei sedicesimi di finale. L’andata in terra spagnola si conclude 1-1 (reti di Roberto per i “Pipistrelli” e di Rizzitelli per noi), sicché il 7 novembre 1990 all’Olimpico serve una vittoria, o al limite uno 0-0. Poco prima dell’intervallo Giannini rompe gli equilibri, al 64’ Rizzitelli viene atterrato in area e sul dischetto si presenta Völler: lunga rincorsa, piattone destro all’incrocio dei pali e raddoppio; a poco servirà il 2-1 (sempre su rigore) di Fernando.
Veniamo al nuovo millennio, quando la Roma scudettata fa il suo debutto nella Champions League in una data tristemente nota: l’11 settembre 2001, mentre il mondo apprende di quanto accaduto negli Stati Uniti, la squadra di Capello dà battaglia al Real Madrid dei “Galacticos”, ma non riesce ad evitare la sconfitta (1-2). In quegli anni le sfide con le Merengues saranno frequenti, ma paradossalmente andranno meglio quelle al Santiago Bernabeu piuttosto che quelle casalinghe. Almeno fino al 2008, quando li ritroviamo negli ottavi di finale di Champions: il 19 febbraio all’Olimpico spagnoli subito avanti con Raul, ma la banda Spalletti non si disunisce e al 24’ trova il pari con una bordata dal limite di Pizarro; nel secondo tempo è Mancini, ben imbeccato da Totti, a siglare il 2-1. Stesso risultato a nostro favore anche nella gara di ritorno, il 5 marzo, e Roma ai quarti di finale per il secondo anno consecutivo.
Quel doppio tris
Tradizione assolutamente positiva all’Olimpico, invece, per quanto riguarda i confronti con il Barcellona, ospitato tre volte a Roma: il bilancio casalingo contro i blaugrana è di due vittorie (e che vittorie!) e un pareggio. Partiamo dal secondo girone della Champions 2001-02: il 26 febbraio la Sud scrive a corredo della sua splendida coreografia «Sotto un manto di stelle Roma bella m’appare», e la squadra tiene fede a quelle parole. Vinciamo 3-0: le reti - tutte nel secondo tempo - le firmano Emerson, Montella e Tommasi. Ritroviamo i blaugrana nella fase a gironi del 2015-16: sulla nostra panchina siede Rudi Garcia, sulla loro Luis Enrique, in giallorosso quattro anni prima. Il 16 settembre 2015 pareggiamo 1-1, con una magia di Florenzi da centrocampo che lascia l’Olimpico incredulo.
Ma mai incredulo come il 10 aprile 2018, nel ritorno dei quarti di finale di Champions: dopo aver perso 4-1 al Camp Nou, rimontare sembra impossibile. Ma il gol di Dzeko in avvio di gara e il raddoppio di De Rossi a inizio ripresa infiammano squadra e tifosi. E quando, all’83’, Manolas di testa sugli sviluppi di un corner trova il 3-0 sotto la Sud, è delirio totale. A Roma, quel giorno, si fa festa fino alla mattina.
© RIPRODUZIONE RISERVATA