Tra Cremona e il futuro: senza Chris Smalling si fa dura
Quando manca l'inglese la Roma non gira. Metà delle gare senza vittoria, troppe le reti concesse. E rimane ancora da definire il rinnovo di contratto del difensore
È arrivata allo Zini di Cremona la sesta sconfitta stagionale della Roma di José Mourinho. Nell’impianto lombardo, che sembra incastrato più che incastonato nel centro della cittadina lombarda, i giallorossi cadono per la terza volta lontani dalle mure amiche dell’Olimpico, concedendo due reti come fatto al Maradona di Napoli: peggio andò solo alla Dacia Arena di Udine quando il passivo fu anche peggiore (0-4). Ma contro la formazione grigiorossa un’illustre assenza nel reparto arretrato romanista non è passata inosservata: stiamo parlando di Chris Smalling. L’inglese, squalificato, ha seguito da casa la sfida dello Zini, pronto e concentrato per tornare a guidare i compagni già nella sfida di domenica sera contro la Juventus.
Cosa avrebbe dato in più l’ex centrale del Manchester Utd contro Okereke e Ciofani? Lecito domandarselo, ma sono i numeri a condurrre Mourinho e il club ad un’attenta valutazione.
I precedenti
All’interno della gestione dello Special One, prendendo quindi in esame anche la passata stagione, la gara contro la Cremonese ha fatto registrare l’assenza numero 15 di Chris Smalling. Per uno score che recita 8 vittorie, 2 pareggi e ben 5 sconfitte: in quasi metà delle occasioni la squadra non è riuscita a vincere senza il suo leader difensivo. Il dato ancor più preoccupante però riguarda la tenuta della retroguardia giallorossa quando non c’è stato il colosso britannico a presidiarla: solo in 4 occasioni la Roma non ha incassato gol (in casa con il Trabzonspor 3-0, a Salerno 0-4, all-Olimpico con il Napoli 0-0 e con il Cagliari 1-0), ma nelle altre 11 sfide sono arrivate la bellezza di 22 reti subite. Una media matematica che non richiede particolari sforzi: la Roma senza Smalling prende 1,5 gol a partita, un fardello pesante da gestire se si vuole portare a casa i 3 punti.
Centralità
Il discorso ovviamente cambia quando l’inglese è in campo a guidare i compagni, che con lui si sentono più sicuri e riescono così ad alzare il livello della loro prestazione. Solo nell’attuale stagione la Roma ha fatto registrare 12 clean sheets, confermandosi la quarta difesa del campionato a 21, dietro solo al Napoli (15), Lazio e Juventus (19). Senza dimenticare i 9 punti portati da Smalling grazie alle reti decisive con Cremonese, Inter e Lecce. Una leadership che ha portato lo Special One a considerare la difesa a 3 un dogma tattico dal quale discostarsi solo in casi di emergenza o nei frangenti in cui il risultato richiede una Roma ultra offensiva in campo. Come accaduto nel finale di gara dello Zini dove la squadra giallorossa si è fatta però trovare scoperta sull’azione che ha portato alla concessione del rigore su Okereke.
Futuro
Dopo aver visto la sfida contro i grigiorossi di Ballardini e analizzato i numeri della Roma quando non può contare sul valore e l’esperienza dell’inglese, la logica conseguenza è quella di pensare al futuro. Un rinnovo ancora in ballo, una proposta, quella presentata dal club giallorosso, che non ha ancora convinto del tutto Smalling, non aiutandolo a sciogliere le sue riserve e a firmare con tutta la convinzione del mondo il nuovo contratto. Ma il messaggio lanciato al gm Pinto, prima della gara contro il Salisburgo, induce all’ottimismo: «Sono molto fiducioso. Ora sono concentrato sui traguardi che abbiamo per questa stagione, è vero che ho un’opzione anche per il prossimo anno ma spero di riuscire a rimanere qui anche oltre alla prossima stagione». L’input è chiaro: la volontà comune c’è, manca ancora la quadra economica. La Roma non sembra intenzionata a rivedere le cifre proposte, ma è lecito domandarsi: quanto costerebbe perdere Smalling? Quanto prendere un sostituto del suo livello? E quest’ultimo avanzerebbe richieste così lontane da quelle dell’inglese? Ci sono centinaia di club nel mondo che giocano a calcio senza Smalling, questo non è in dubbio, ma Chris ha dimostrato con i fatti la sua centralità nella Roma. Perderlo sarebbe delittuoso e questo Mourinho lo sa bene.
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