Cremonese-Roma, la rivincita "secondo Mou"
La Roma di nuovo contro la Cremonese dopo l’eliminazione in Coppa Italia. In palio, in caso di tre punti, la piazza d’onore della Serie A
Se cinque giorni fa ogni tifoso della Roma è andato a dormire credendo di essere giusto e di essere un grande uomo, appena 23 giorni prima, dopo la sfida con la Cremonese, si era svegliato con la consapevolezza di dover ricominciare tutto da zero. Nella parabola di Bennato sulle altalene esistenziali di un uomo c’è molto del percorso del tifoso romanista, abituato a passare repentinamente da un picco ad un altro con tanti e spesso inaspettati fogli di via. Contro quella squadra a strisce grigie e rosse, che qualcosa smuove a chi ricorda con nostalgia la serie A degli Anni ‘80, la Roma ha vissuto il suo ultimo (unico, a dir la verità) incubo sportivo stagionale, il primo giorno di un mese che dopo il suo ultimo tramonto potrebbe regalare invece una gioia corposa. Vivemmo la delusione di quella serata come un tradimento, come quell’appuntamento - raccontato anche da Danilo su Radio Romanista - che la donna (o l’uomo) con cui avevi flirtato a distanza aveva mancato all’improvviso, senza avvisarti.
La Roma di Mourinho meritava invece quell’appuntamento e poi di passare anche il turno successivo, per arrivare a quella finale di Roma di Coppa Italia il 24 maggio con la possibilità di giocarsi un trofeo stavolta addirittura in casa. E invece no, la serata finì con il sorrisino soddisfatto di Ballardini, arrivato da poco a sostituire Alvini e capace di costruire in pochissimi giorni una squadra in grado di eliminare a domicilio prima il Napoli e poi proprio la Roma in rapida successione: un killer.
Ma non è stata, quella di Ballardini, la soluzione taumaturgica a tutti i problemi. In campionato il cammino è stato altrettanto balbettante tanto che oggi la salvezza per la squadra che fu di Vialli è poco più di una chimera. Contro la Roma stasera (calcio d’inizio ore 18:30, diretta esclusiva DAZN, radiocronaca su Radio Romanista) hanno una delle ultime occasioni per sentirsi ancora vivi. Ma non bastasse la differenza tecnica, la Roma ha dalla sua un altro paio di stimoli mica da ridere: da una parte la prospettiva di terminare la 24ª giornata al secondo posto della classifica, evento che da queste parti non si verificava dal 2017, sei anni fa (a Mou capitò invece l’ultima volta col Manchester, nel 2018). Dall’altra c’è proprio l’esigenza di scrollarsi di dosso la ruggine per quell’eliminazione in Coppa Italia che non è proprio andata giù e a distanza di un mese è ancora tosta da digerire.
A pensare poi all’estasi vissuta appena cinque giorni fa, in una serata di coppa all’Olimpico così diversa come tumulto di sensazioni rispetto a quella del 1 febbraio, c’è da rabbrividire. Certo è che la sfida con il Salisburgo ha restituito diverse certezze a Mourinho, prima su tutte quella relativa a una rosa finalmente tornata ricca di opzioni tanto che per fare la formazione il tecnico portoghese stasera ha una gran quantità di alternative, affidabili una più dell’altra. Dal punto di vista statistico la sfida tra le due squadre è decisamente - quanto ovviamente - a vantaggio della squadra giallorossa: su 16 sfide, 11 sono finite bene, 2 così così, 3 male.
Per quanto riguarda i tecnici, Mourinho ha giocato solo in questa stagione in vita sua contro la Cremonese (alla sconfitta di Coppa Italia va sommata la vittoria di campionato dell’andata, 1-0 Smalling), mentre il suo curriculum contro Ballardini è di cinque confronti, con due vittorie per parte (vinse la Lazio contro l’Inter in finale di Supercoppa italiana nel 2009): in campionato Mou è ancora imbattuto. Ma non è certo nella cabala che la Roma dovrà trovare il conforto alle ambizioni con cui si appresta a giocare allo Zini, purtroppo ancora una volta senza tifosi. Al netto delle più ovvie e banali considerazioni considerazioni sull’assoluta inopportunità delle più estreme manifestazioni di tifo violento di cui purtroppo nelle ultime settimane c’è stata evidenza, resta un gran peccato.
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