Sali Roma, Scendisburgo: giallorossi a caccia della qualificazione
Contro i campioni d’Austria la squadra di Mourinho deve ribaltare la sconfitta di misura dell’andata (0-1) per guadagnarsi gli ottavi
Ci saranno più o meno una decina di gradi centigradi alle 21 su Roma che, combinati con l’umidità sprigionata in serata nel catino sotto Monte Mario, dovrebbero provocare qualche brivido lungo la schiena degli oltre 60.000 appassionati che si raduneranno sugli spalti dell’Olimpico. Ma poi la temperatura salirà per raggiungere punte altissime e alla fine potrebbe fare molto caldo. Sarà il consueto abbraccio di Roma alla sua squadra. L’ennesimo, a superare una quota inimmaginabile anche nel preCovid: finora a guardare in stagione le 18 partite della Roma all’Olimpico sono stati 982.360 spettatori, quindi con quelli di stasera si oltrepasserà la soglia del milione di spettatori. Si tratterà del sold out numero 24 nelle ultime 25 partite casalinghe ufficiali: l’unica gara senza pienone (solo per qualche decina di biglietti) è stata Roma-Genoa di Coppa Italia.
Con questo amore qui (cit.) è fatale che i campioni austriaci del Salisburgo potrebbero avere la vita più complicata di quanto potrebbe far credere il risultato dell’andata, quell’1-0 piuttosto casuale maturato verso la fine della partita quando la Roma, forse adagiandosi un po’ sul pensiero, aveva comunque considerato già chiusa la pratica del primo tempo di una doppia sfida in cui partiva comunque favorita. E anche stasera, nonostante il risultato da recuperare, sono i giallorossi a godere dei favori del pronostico dei bookmakers, non solo nella partita (l’1 è quotato 1,70 di media, il 2 intorno a 5,30), ma anche nella qualificazione (1,80 a 2, più o meno).
Logico che Mou (apparso un po’ provato dall’influenza nella conferenza stampa di ieri sera) non si fidi, ma se davvero c’è una logica nel calcio allora agli ottavi di Europa League andrà la squadra più forte e quindi la Roma, come già la partita d’andata ha dimostrato. In queste doppie sfide Mou ci ha abituato bene già l’anno scorso in Conference League, in quell’impeccabile cammino partito in Turchia il 19 agosto e culminato a Tirana il 25 maggio attraverso 15 partite in cui la squadra giallorossa è sembrata sempre più o meno padrona della situazione con l’esclusione della famosa trasferta di Bodø, sanata poi nel doppio confronto di aprile, con la sconfitta di misura in Norvegia e la strepitosa goleada del ritorno all’Olimpico. Ecco, se dobbiamo trovare un’analogia pensiamo che il Salisburgo di Jaissle somigli parecchio al Bodø di Knutsen, e non solo per gli atteggiamenti un po’ forzatamente accademici dei tecnici, ma anche per quel gioco brillante e propositivo eppure privo di un vero e proprio piano B. Così quando gli ex compagni di squadra di Solbakken si sono trovati a giocarsi la qualificazione all’Olimpico sotto di un gol dopo 5 minuti si sono squagliati come un ghiacciolo (al limone) in un forno.
Nel cammino vincente dello scorso anno c’è stata una caratteristica indubbiamente fortunata nella lunga fase degli scontri diretti: la Roma ha potuto giocare sempre il ritorno tra le rassicuranti mura dell’Olimpico. Ed è un vantaggio che ci sia la possibilità di giocarsi anche questo playoff in casa. Poi chi vivrà, vedrà. L’aria internazionale fa indubbiamente bene alla squadra, a prescindere da chi alla fine riuscirà ad andare in campo. Un altro merito indiscutibile è essere arrivati a questi prini, decisivi appuntamenti con tutta la rosa a disposizione: al netto della maschera di Abraham e della condizione non perfetta di Pellegrini e Dybala, ad oggi l’infermeria registra solo l’indisponibilità di Darboe, comunque non uno del gruppo dei fedelissimi di Mourinho. E tutti insieme appassionatamente oggi proveranno a trascinare l’Olimpico al turno successivo. Cremona, prossimo avversario in campionato è lontana (e anche il ricordo amaro dell’eliminazione in Coppa Italia). Sali Roma, Scendisburgo. L’Europa ci attende.
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