AS Roma

Odissea austriaca: pestati e fermati padre e figlio. Il racconto

Al termine della sfida di Europa League con il Salisburgo, aggrediti padre disabile e figlio 16enne in attesa della navetta all'esterno del settore ospiti

Il settore ospiti alla Red Bull Arena di Salisburgo

Il settore ospiti alla Red Bull Arena di Salisburgo (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
19 Febbraio 2023 - 10:08

Adesso sono entrambi a Roma, al sicuro. Ma la trasferta di Salisburgo per i due malcapitati è stata simile a un’odissea, fra pestaggi, ospedali, commissariati, la paura e le ferite riportate in Italia. Protagonisti loro malgrado padre e figlio, in Austria per seguire la squadra giallorossa e alle prese con la violenza inusitata e gratuita della polizia locale. 

L’episodio va in scena al termine della sfida di Europa League, quando i tifosi romanisti  defluiscono dal settore dedicato. Ad attenderli nei pressi dello stadio le consuete navette allestite per riportare ai rispettivi punti di partenza gli ospiti. L’ultimo bus rimasto è fermo nel piazzale ma non apre le porte, gli autisti sono all’interno, le luci spente, qualcuno comincia a spazientirsi e batte con le mani sui finestrini sollecitando l’apertura. A quel punto arriva la reazione scomposta della Polizei, in spropositato assetto antisommossa nonostante l’apparente calma post-gara: spintoni, pugni e calci ai tifosi “a tiro”.

Fra loro anche Marco Monaci, sessantenne invalido al 100 per cento, con stampelle a non lasciare dubbi. Il romanista cade a terra. Il figlio sedicenne, in preda al panico, urla di lasciarlo stare. Non ci sono interpreti, nessuno che possa mediare e i poliziotti austriaci calcano ulteriormente la mano prendendosela con il ragazzo, che viene trascinato dietro il cordone, sbattuto a terra, legato a una rete e ammanettato. Qualcuno gira un video (mentre le forze dell’ordine si stringono per ostruire la ripresa) in cui si sente distintamente: «È solo un ragazzino, lasciatelo stare». E ancora: He’s a kid. Stop, stop!». Ma l’appello non funziona, neanche in inglese. Il figlio è condotto alla stazione di polizia dello stadio e trattenuto, il padre ferito viene trasportato in ospedale. Da lì in poi l’assurdo sconfina nel delirante: all’uomo non vengono rilasciati referti medici nonostante le evidenti ferite, mentre il figlio trascorre diverse ore in stato di fermo, trattato come un criminale e rilasciato con un foglio di via che gli intima di presentarsi in un commissariato italiano entro 48 ore.

Poi il rientro a Roma, dove ieri Marco Monaci è tornato in ospedale, questa volta con tanto di referto per le percosse subite e l’immediato ricorso alle vie legali dopo le angherie che lui e il figlio sono stati costretti a subire a Salisburgo. In attesa che chi ha sbagliato, ma davvero, paghi.

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