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Il grande salto: la Roma cerca all'Olimpico il profumo d'Europa

Con il conforto del suo pubblico appassionato e sempre presente, la Roma di Mourinho contro Verona e Salisburgo (giovedì) per spiccare il volo europeo

Tammy Abraham esulta dopo un gol

Tammy Abraham esulta dopo un gol (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
19 Febbraio 2023 - 09:26

Cinque giorni di te e di me. 120.000 persone a consumare passione. Un mondo d’amore (romanista) a cui non faremo mai l’abitudine e che è più forte di qualsiasi insinuazione, di ogni evento apparentemente contrario, di ogni indiscrezione basata sul vuoto pneumatico di chi vorrebbe rendere sempre tutto una infinita polemica, perché così pensano di creare interesse, poveri fessi dispensatori d’odio. Ma quando lo stadio Olimpico si accende come farà stasera (di fronte al Verona, calcio d’inizio ore 20,45, telecronaca diretta su DAZN, radiocronaca diretta su Radio Romanista) e tra cinque giorni contro i giovani campioni del presuntuoso Jaissle per rimediare alla immeritata sconfitta di Salisburgo, non c’è più spazio per nient’altro che questo amore (qui).

Non ci sarà Dybala, ma ci sarà la Roma. Ci sarà probabilmente Pellegrini, ci saranno i tre guardiani del faro, ci sarà Cristante, ma ci saranno soprattutto 60.000 pazzi oggi e 60.000 pazzi giovedì, e solo perché non c’è spazio per 70.000, per 80.000, o per i 100.000 che cantavamo un giorno nelle canzoni e che pensavamo non potessero essere mai più convocabili. 

E invece l’Olimpico si riempie ogni volta come una volta, come per magia, una magia chiamata Mourinho. E chi se ne frega pure delle sue paturnie: fanno parte del personaggio, amiamo pure quelle. Chi se ne frega se non sono perfettamente allineati lui e Pinto, o se un acquisto è stato sbagliato o se la costruzione dal basso zoppica un po’. Da quando i Friedkin hanno abbracciato questo progetto non ha più senso rimpiangerne un altro. E allora forza Roma, forza Mourinho, forza Pinto, forza Dybala che guarderà dalla tribuna, forza Pellegrini che si rimetterà ancora una volta la fascia che è stata di Daniele (a proposito Guerriero: ti aspettiamo presto) e di Francesco. 

Di fronte oggi ci sarà il Verona, allenato da Bocchetti che però non ha ancora la licenza per poterlo fare, per cui in panchina e in conferenza stampa mandano Zaffaroni, probabilmente il meno noto tra i 20 allenatori in prima della serie A. È una squadra strana quella gialloblu, aldilà dei dolci ricordi che evoca almeno per le sfide che hanno sempre rappresentato tappe indelebili nella grande corsa agli scudetti moderni, con il rigore trasformato da Agostino al 90º della seconda giornata della stagione 1982-83 e con le staffilate di Gabriel Batistuta nell’anno di grazia 2000-2001. Quella col Verona è una sfida dall’esito incerto come incerto è stato il cammino sin qui degli scaligeri (si chiamano così per via della nobile famiglia dei Della Scala, e una scala hanno anche nel logo): in casa tengono un passo dignitoso e hanno fatto meglio persino della rivelazione Lecce, fuori casa non hanno ancora vinto una partita (come la Cremonese). Ultimamente hanno battuto Salernitana e proprio il Lecce, e pareggiato con Udinese e Lazio. 

In palio ci sono tre punti pesanti per la prospettiva Champions League, così come giovedì ci si giocherà la qualificazione agli ottavi di Europa League. Farsi sfuggire uno di questi due risultati rappresenterebbe una delusione enorme, che rischierebbe di prosciugare quel mare d’amore montante. Sarebbe troppo ingiusto rispetto a una squadra che non ha raccolto quanto seminato. Lo afferma anche l’ultima statistica pubblicata sull’account twitter Roma Data: nell’ultimo campionato e mezzo, da quando cioè è arrivato Mourinho, la squadra giallorossa è la seconda ad aver costruito più occasioni da rete (dopo l’Inter) e, visto il risicato raccolto, quella che ha il peggior dato di conversione in gol (33,77%: la Lazio, per dire, ha avuto 27 occasioni in meno ma ne ha convertite 19 in più). Un’ulteriore conferma rispetto a quello che è sotto gli occhi di tutti: questa squadra è in credito con la sfortuna e presto o tardi dovrà cominciare a riscuotere il suo conto col destino.

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