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Conidi: "L'amore per la Roma è un sentimento che attraversa le onde del tempo"

Il cantautore romano è intervento a di Radio Romanista: "Nella vita cambiano tante cose: donne, case, amici, ma la Roma resta sempre lì nel suo posto fisso nel cuore"

Marco Conidi allo stadio Olimpico

Marco Conidi allo stadio Olimpico

PUBBLICATO DA La Redazione
14 Febbraio 2023 - 17:35

Il cantautore romano Marco Conidi è intervenuto ai microfono di Radio Romanista nel giorno di San Valentino nel tentativo di spiegare a parole il sentimento di amore nei confronti della Roma. Queste le sue parole: 

Sei pronto per la tournée?
L’anteprima all’Olimpico è stata un tutto esaurito. Noi dell’Orchestraccia porteremo uno spettacolo che si chiama “na figuraccia”, che è molto divertente e lo riproporremo in tutta Italia: Milano, Spoleto, Reggio Calabria e poi torniamo a Roma intorno all’8 aprile. Comunque stiamo aggiungendo date su date e nel mentre sto preparando anche dei concerti solo miei perché tanta gente ha espresso la volontà di sentire le mie canzone e io sarei molto contento di accontentarli.

Nel nostro San Valentino, non potevamo non disturbarti: tu che hai scritto una delle canzoni d’amore più belle per la Roma…
L’amore per la Roma è un sentimento così importante e profondo, che riesce ad attraversare le onde del tempo e i fattori personali. Nella vita cambiano tante cose, donne, case, amici, ma la Roma resta sempre lì nel suo posto fisso nel cuore. E’ difficile da spiegare a chi non prova questo sentimento perché non capirebbe. Come si può amare in modo spregiudicato una squadra di calcio, come quando ci si innamora di un figlio, non c’è nessun filtro o difesa: noi siamo anche in balia dei sentimenti di riconoscenza e delusione, perché quando ami in questo modo è inevitabile soffrire, ma è una delle sofferenze più belle del mondo.

I tuoi pezzi hanno un impatto fortissimo su chi li ascolta. Come viene l’ispirazione per una canzone delle tue?
Vi svelo un piccolo segreto. Anche i tifosi più snob, più radical chic tifosi della Roma, che fanno il mio mestiere, sognano di scrivere una canzone per la Roma. Ad alcuni riesce ad altri no. Ci sono precedenti talmente belli come le canzoni di Lando, campo testaccio, che poi diventa difficile confrontarsi. Io cercavo una canzone però per il tifoso, che rispecchiasse la mia esperienza. Come quando sali gli ultimi gradini dello stadio, sempre accelerando anche se sei in anticipo, con quella morsa allo stomaco, con la sensazione che tutto dipenda dalla partita. E’ una cosa molto difficile da spiegare. Ho avuto poi l’esempio di Agostino, che anche se ero molto piccolo, per noi da bambini non c’erano le duecento immagini che ci sono adesso per rivedere i gol. Noi da bambini tiravamo queste bombe su punizione ispirandoci a quello che ci raccontavano, dando un calcio alle nostre paure e inadeguatezze. La botta di Ago era un simbolo. E poi c’è l’amicizia. Quelle amicizie fatte allo stadio che non si dimenticano mai. Lo stadio e il calcio sono un’occasione sociologica straordinaria. In pochi posti ti abbracci con un estraneo in maniera spontanea. Non contano differenze sociali o politiche. Tutti i nostri problemi con i quali ci svegliamo la mattina, in quell’occasione si appiattiscono perché c’è un amore comune che è superiore a tutto questo.

“A te che non sarai mai sola, perché non hai lasciato mai me”
Guarda negli ultimi anni sentire 70000 persone che la cantano insieme, per me è un’emozione fortissima. A parte i bambini, che per loro è nuova e mi fermano continuamente, tutte le persone che si commuovono con me è una cosa incredibile perché credo che ognuno riveda sé stesso in quelle parole. Quella frase è vera: ogni volta che sono stato male o che ho attraversato periodi difficili, la Roma c’è sempre stata, è sempre stata lì e ho sempre pensato che tifasse per me.

Come è stata per te la prima volta sentire tutto lo stadio cantare “mai sola mai”?
Ho iniziato a piangere come un bambino. Per fortuna porto sempre gli occhiali e si vedeva male. Un tifoso mi ha chiesto qualche giorno fa perché non vado a Sanremo. La mia risposta è stata: “io vado a Sanremo ogni domenica”. Ho fatto due tre volte Sanremo, tanti eventi del Primo Maggio, ho suonato davanti a migliaia di persone, ho avuto una carriera piena, ma non c’è niente di paragonabile dell’emozione di sentire cantare da 70000 persone “mai sola mai”.

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