AS Roma

Capitolo dietrofront: ora Zaniolo tende una mano alla Roma

La telenovela Zaniolo si arricchisce di un’altra puntata: lettera del giocatore all’Ansa: «A disposizione della famiglia della Roma». Ma Pinto non raccoglie

Zaniolo in azione all'Olimpico con la maglia della Roma

Zaniolo in azione all'Olimpico con la maglia della Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
02 Febbraio 2023 - 09:29

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Parafrasare la famosa canzone dopo l’ennesimo colpo di scena sul caso Zaniolo non è peccato. Come non lo sarebbe da parte del giocatore cambiare rotta, sia chiaro, se nell’ultima settimana la sua non sembrasse più che mai in balia del vento. Mentre quello del perdono non scalfisce casa Roma, dove vertici e popolo preferiscono concentrarsi sugli impegni di campo. 

Riavvolgiamo il nastro. Pomeriggio di ieri, due ore prima di una partita cruciale per le sorti della stagione e a meno di un giorno di distanza dalla chiusura del mercato. Un fulmine squarcia le tappe di avvicinamento allo stadio: Zaniolo torna a parlare. Lo fa tramite una lettera all’Ansa, in cui prova a raccontare la sua versione dell’ultimo burrascoso periodo. «Sono state dette e scritte molte cose che mi riguardano in queste ultime settimane - comincia così l’attaccante - e parecchie non sono veritiere. Sono arrivato a Roma da sconosciuto, e Roma e i romanisti mi hanno accolto come uno di loro. Mi hanno trasmesso fiducia, coraggio e affetto nei momenti terribili e bui degli infortuni. A Tirana, con quel gol, sentivo di aver ricambiato tutto ciò che avevo ricevuto, contribuendo a regalare una gioia indimenticabile a tutti i romanisti. A 23 anni ho vissuto esperienze che molti miei colleghi non vivono in un’intera carriera: cadere, rialzarsi, cadere di nuovo, rialzarsi ancora, vincere. In questi ultimi mesi ho attraversato un periodo delicato, in cui risultava difficile capire quale sarebbe stato il mio futuro professionale. Mi sono però sempre impegnato sul campo e in allenamento con la massima professionalità. Per la prima volta in questi giorni ho avuto paura, per me e per la mia famiglia, e mi sono sentito abbandonato. Non mi era mai successo e mi sono spaventato molto. Il futuro è nelle nostre mani - la conclusione - io tendo la mia e mi metto a completa disposizione della famiglia della Roma».

Finale scelto non a caso, con palese riferimento alle parole più volte ribadite da Mourinho durante tutta la sua esperienza romanista e ricordate anche nelle scorse ore, quando è tornato proprio su Zaniolo. Ha preferito invece far decantare la situazione Pinto: «Anche io ho parlato di Nicolò negli ultimi giorni, ora non è il momento - il suo commento ai microfoni di Mediaset nell’immediato pre-gara con la Cremonese - Siamo concentrati sulla partita. Al momento giusto ne parlerò». Indifferenza invece da parte del pubblico dell’Olimpico, ad eccezione di uno striscione nemmeno troppo sibillino apparso in Sud a inizio match: «Per noi indossare quella maglia vuol dire onorarla, per noi baciare quella maglia significa non tradirla. L’AS Roma è sacra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI