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Quarti per ora: stasera la sfida di Coppa con la Cremonese

Le eliminazioni di Milan e Napoli hanno spalancato la strada per la finale. Per Mourinho parte la caccia al ventisettesimo titolo della sua carriera

José Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria

José Mourinho durante una seduta di allenamento a Trigoria (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
01 Febbraio 2023 - 08:54

Si può essere o meno scaramantici nel mondo del calcio - Mourinho per esempio ha già allontanato da sé questa etichetta - ma è indubbio che a certi rituali fanno caso tutti. Quel che però non si può proprio negare è che la Coppa Italia edizione 2022/2023 sta proponendo alla Roma un quadro di allineamento degli astri che sarebbe ipocrita non sottolineare. Per la sfida ad eliminazione diretta dei quarti il tabellone propone stasera (calcio d’inizio ore 21, telecronaca diretta su Canale 5) di fronte alla squadra giallorossa la (rinvigorita) Cremonese di Ballardini, peraltro con qualche defezione che per un tecnico pragmatico come il ravennate non rappresenta neanche un fastidio eccessivo, visto che il focus per il quale è stato chiamato a sostituire Alvini un paio di settimane fa è tentare l’impresa complicata della salvezza in Serie A, non certo andare a cercare gloria in Coppa Italia.

L’impresa, peraltro, l’ha già compiuta proprio la sera del suo esordio sulla panchina grigiorossa, quando è andato ad eliminare (ai rigori) il Napoli togliendo così a Spalletti la possibilità di ambire ad un altro trofeo oltre allo scudetto che in tanti considerano già vinto. Stasera ci sarebbe dovuto essere, dunque, il remake della sfida di domenica, e si sarebbe giocato ancora al Maradona, con le difficoltà massime che il livello dell’avversario avrebbe riservato. Ma non è tutto: perché l’altra impresa degli ottavi di Coppa Italia l’ha regalata il Torino andando a vincere in casa del Milan, nei giorni in cui non c’era ancora il sentore della crisi che avrebbe poi attanagliato la squadra di Pioli. I granata contenderanno alla Fiorentina il passaggio in semifinale e dunque, comunque vada, sempre se stasera farà il suo dovere, la Roma potrebbe trovare al prossimo turno un avversario che la segue in classifica. Insomma, per la finale che peraltro si giocherà a Roma il prossimo 24 maggio, alla vigilia dell’anniversario della vittoria in Conference League, è stato steso sul cammino dei romanisti un bel tappeto rosso, anzi giallorosso. 

Scritto questo, da adesso in poi riaccogliamo anche gli scaramantici per condividere l’idea di quanto sarebbe sbagliato se nella mente di qualche giocatore albergasse l’idea del compito facile. La storia romanista è contrassegnata da troppe delusioni sul tema, soprattutto in Coppa Italia, tali da esorcizzare ogni superficialità e da spingere tutti a concentrarsi sul compito da svolgere sul campo. Troppo fresche le ferite delle più recenti eliminazioni per mano di squadre di livello inferiore (due volte addirittura con lo Spezia, una delle quali quando i liguri erano in serie B), ma nell’elenco non possiamo non considerare il 7-1 subito con la Fiorentina da Di Francesco, o il ko interno col Torino di Mihajlovic o i derby persi malamente con la Lazio, in una galleria degli orrori che fa male al solo pensiero di riprovare certe amarezze stasera, di fronte ai 60.000 dell’Olimpico, un altro numero pazzesco di presenze malgrado la temperatura, il giorno e l’orario.

Se c’è una certezza a rinfrancare, è che difficilmente Mourinho in questi mesi romanisti ha sottovalutato qualche impegno da dentro o fuori. In Conference è andato per l’appunto fino in fondo, in Coppa Italia l’anno scorso si è arreso solo all’Inter, mentre con il Lecce aveva regolarmente passato il turno. La prestazione di Napoli, oltretutto, garantisce quantomeno il buon livello fisico e mentale raggiunto dalla sua squadra in un momento in cui ci si prepara a vivere le giornate decisive della stagione. Al turno precedente la Roma si è sbarazzata senza troppi patimenti del Genoa. Giova ricordare che nel malaugurato caso di risultato in parità dopo il 90° si andrà ai supplementari, col supplemento di supplizio per gli spettatori, e nel caso fino ai calci di rigore. L’ultima volta che capitò, 2015, andò male: proprio con lo Spezia.

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