AS Roma

In Italia, in Europa e nel mondo: la Roma di Mourinho al top

Solo Barcellona, Bayern Monaco, Athletic Bilbao e Arsenal hanno parametri difensivi migliori della squadra di Mourinho. In Liguria altro capolavoro

José Mourinho durante una fase della gara al Picco di La Spezia

José Mourinho durante una fase della gara al Picco di La Spezia (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
24 Gennaio 2023 - 09:14

Si è all’improvviso abbassato il tono di chi, ignorando le oggettive attenuanti che per qualche settimana hanno impedito alla Roma di raggiungere risultati migliori, per molto tempo e fino alla fine del 2022 riteneva Mourinho colpevole di ogni nefandezza. Gran parte di quelle critiche prese spunto dal derby oggettivamente non bello vinto dalla Lazio a causa di un episodio che si potrebbe definire irripetibile se non fosse un fenomeno che invece periodicamente si è palesato.

L’errore di Ibañez ha cambiato il senso di quella sfida e per qualche settimana anche il corso degli eventi della stagione delle due squadre romane. A quella sfida, infatti, la Roma arrivò spinta dall’entusiasmo per una direzione ormai orgogliosamente intrapresa verso i vertici del campionato e la Lazio, invece, fiaccata da una serie di risultati negativi culminati con l’eliminazione dall’Europa League. Quell’errore ha indirizzato la partita in favore della Lazio, e ci sta che se ne tragga una morale, come ci sta l’entusiasmo dei tifosi da una parte e la disillusione dall’altra. Quello che non dovrebbe starci in un dibattito sportivo onesto sono le poderose e definitive prese di posizione che hanno portato da una parte ad esaltare il lavoro di Sarri e dall’altra a considerare all’improvviso deficitario quello di Mourinho. A causa di un errore tecnico di un giocatore si è stravolto, insomma, tutto ciò che la stagione aveva fin lì fatto emergere, in positivo per la Roma e in negativo per la Lazio.

Ora non è interesse di questa rubrica curarsi troppo delle vicende di altre squadre ma quell’episodio dovrebbe far riflettere sull’importanza che un dibattito calcistico non venga continuamente intossicato da estemporanee sentenze legate ai risultati di giornata, ma che sia in grado di valutare con adeguata aderenza la bontà del lavoro svolto da dirigenti, tecnici, giocatori. 

Difesa a tre: aveva ragione Mou
Che cosa sia la Roma in questa stagione lo stiamo vedendo, per esempio, ora con maggior chiarezza. Ma i prodromi di questa solidità erano ben chiari anche tra novembre e dicembre e solo la nebbia del preconcetto poteva schermarli. Al Picco di La Spezia la Roma ha vinto la quarta partita sulle cinque giocate nel 2023 senza subire reti, avendo pareggiato l’altra a Milano in rimonta. Mourinho ha avuto il merito di insistere sulla produttività di una difesa a tre puntando tutte le sue fiches sulla solidità che comunque in fase di non possesso questo modulo garantisce piuttosto che scommettere sulle potenzialità offensive che avrebbe potuto ricercare adottando un sistema a quattro difensori e magari un centrocampista in più.

Tra le top 5 Europa
E a testimoniarlo non c’è solo il macro dato della classifica dei gol subiti, che è un indubbio indicatore di una tendenza, ma che può risentire a volte anche dell’estemporaneità di un risultato. Quello che conta di più soprattutto quando si parla di capacità difensiva è una classifica che abbiamo già proposto altre volte, e che per la Roma sta migliorando con il passare delle giornate: è quella che mette in fila le squadre dei cinque principali campionati europei secondo l’indice di gol attesi concessi, quel numerino, cioè, che viene fuori relativo ai gol che ogni squadra avrebbe meritato di prendere in base alle conclusioni concesse agli avversari. Ebbene nella capacità difensiva la Roma è prima in Italia, davanti persino al solidissimo Napoli di Spalletti, e quinta in Europa, almeno secondo i dati aggiornati di Wyscout. Significa che nel gotha del calcio continentale la capacità difensiva della Roma, al momento in cui scriviamo, è inferiore, ed è scientificamente dimostrabile, solo a quella del Barcellona, che comanda con 15,34 gol attesi concessi, poi di Bayern Monaco, Athletic Bilbao e Arsenal. Quattro top team.

Il dominio a La Spezia
A La Spezia, contro una squadra che veniva da un periodo assolutamente florido e che giusto un paio di settimane prima al Picco aveva messo le corde la straordinaria Atalanta di questo periodo, portandosi sul doppio vantaggio e rischiando più volte di segnare il terzo goal che avrebbe sancito il tracollo degli uomini di Gasperini, la Roma ha riportato un indice di gol attesi concessi di 0,38. In pratica lo Spezia non è mai riuscito ad essere pericoloso nel corso di 90 minuti. Delle attenuanti la squadra di Gotti ne aveva, e ne abbiamo abbondantemente scritto e anche parlato su Radio Romanista. Le assenze di Nzola, Bastoni e Kiwior, appena ceduto all’Arsenal, l’inevitabile ridotta brillantezza a causa dell’impegno di Coppa Italia, il gap tecnico. Ma quante volte poi certe partite vanno storte per la Roma nonostante avversari apparentemente dimessi? E invece in campo la Roma ha retto il gioco, poi ha dominato e alla fine si è presa d’autorità tre punti utilissimi a rinforzare la classifica. 

Verso Napoli
Sarà sicuramente interessante, adesso, osservare gli effetti del crash test che attende i giallorossi domenica al Maradona. Il campionato ha dimostrato sin qui che nessuna squadra è in grado di reggere l’urto del Napoli schiacciasassi costruito da quel fantastico artigiano di calciatori e schemi che risponde al nome di Luciano Spalletti. Ma la Roma ha le sue armi da giocare. L’insana fuga dalle proprie responsabilità che ha messo fuori causa Zaniolo riduce anche le possibilità di scelta di Mourinho almeno da punto di vista tecnico. La squalifica di Celik, inoltre, fa propendere per lo spostamento di Zalewski sulla fascia destra con ballottaggio tra Spinazzola El Shaarawy sulla sinistra, mentre Pellegrini tornerà, almeno si spera, ad assistere la coppia di attaccanti ammirata anche al Picco Dybala e Abraham. Tatticamente sarà importante capire quanto il Napoli avrà timore della Roma, e quanto invece cercherà, magari forte del vantaggio comunque acquisito sulle dirette concorrenti, di rischiare qualcosa in più e partire all’arrembaggio sin dai primi minuti.

Conoscendo Spalletti per quello che ha mostrato anche nei suoi anni romani, siamo portati a credere che non andrà allo sbaraglio, ma che invece chiederà ai suoi quel minimo di attenzione supplementare che sempre una squadra offensiva deve considerare quando affronta squadre in grado di difendere bene e colpire negli spazi che si possono aprire all’improvviso nelle transizioni. Sarà di sicuro una bella partita a scacchi tra due allenatori geniali, ognuno nella sua modalità. Questa città ha fatto l’errore di attaccare ora l’uno, ora l’altro, per motivi diversi. Non riconoscerne l’assoluta grandezza ci sembra un grave errore.

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