AS Roma

Nicolò si chiama fuori. L’addio ora è concreto

Zaniolo ha deciso di rompere gli indugi, comunicando a Mourinho la sua indisponibilità per Spezia-Roma. Un caso da risolvere in meno di dieci giorni

Nicolò Zaniolo in azione con la maglia della Roma

Nicolò Zaniolo in azione con la maglia della Roma (GETTY IMAGES)

PUBBLICATO DA Andrea Di Carlo
21 Gennaio 2023 - 09:21

Non ci sarà nessun ritorno a casa, nessun gol da inseguire e, forse, nessun lieto fine a tinte giallorosse. Questo perché Nicolò Zaniolo non sarà convocato per Spezia-Roma: questa è la notizia che ieri ha squarciato il pomeriggio di Trigoria. La decisione è stata presa direttamente dal giocatore che ha comunicato al club di non essere a disposizione per la partita di domenica.
José Mourinho non ha potuto far altro che apprendere la volontà del giocatore e depennarlo dalla lista della squadra, che oggi raggiungerà la Liguria. Uno strappo, una forzatura che ha lasciato il club giallorosso di stucco, spiazzato dalla reazione del numero 22 e del suo entourage. 

Perché da Trigoria continuano a sottolineare come non ci sia nessun club all’orizzonte in grado di soddisfare le richieste di Pinto e portarsi via il cartellino di Nicolò. Per questo sorprende il tempismo della scelta, fatta con l’intenzione di rompere lo stallo che andava avanti ormai da diversi mesi, la lunga storia di un rinnovo sempre dietro l’angolo ma alla fine, ad ogni svolta temporale, l’angolo non era mai quello giusto. Appuntamenti, riflessioni e dibattiti ma le cifre non combaciavano, le richieste troppo alte e la proposta non all’altezza delle aspettative. La Roma era quindi entrata nell’ordine di idee di ascoltare offerte per lasciare partire il talento, ora, dopo la mossa del calciatore, sarà costretta a farlo. Perché uno strappo simile non può non portare ad una rottura totale e qualsiasi tipo di convivenza forzata rischia di essere dannosa per tutte le parti, aggiungiamo noi, per la Roma in primis. Il mercato dovrà essere la soluzione e non la condanna, sia chiaro, la Roma valuterà in un arco temporale abbastanza ristretto le offerte che arriveranno, senza farsi tirare per la giacca da nessuno. 

Il messaggio Karsdorp e Shomurodov lo hanno recepito da tempo: portate offerte che rispettino le nostre condizioni, altrimenti nessuno lascerà Trigoria. Anche in questo caso non ci saranno sconti o formule fantasiose, il prezzo lo fa la Roma e questo lo sa anche l’entourage di Zaniolo. Negli ultimi giorni gli agenti del numero 22 giallorosso hanno intensificato i contatti con diversi intermediari e dirigenti per sondare il mercato, a caccia della soluzione giusta per salutare Roma e la Roma. L’Inghilterra appare l’unico orizzonte praticabile, l’unica lega in grado di poter spendere soldi importanti nel mercato di riparazione. West Ham, Tottenham e Leeds le squadre inglesi tirate in ballo dai media e accostate al talento giallorosso: la disponibilità economica, sulla carta, non manca, tutta da verificare l’intenzione di formulare un’offerta. Saranno ore calde, pronte a ridisegnare lo scacchiere giallorosso. 

In caso di addio di Nicolò, Dybala e Abraham diventerebbero la coppia da gol dello Special One, Solbakken e ElSha gli esterni offensivi per strappi e assist. Ma non solo. I soldi provenienti dalla possibile cessione del numero 22 potrebbero essere reinvestiti anche in altri ruoli e il radar che porta in direzione Reggio Emilia, dove Frattesi gioca con la maglia del Sassuolo, è tornato a lampeggiare. Si tratta di incastri di natura economica e tecnica, ma soprattutto temporale.

Può accadere ancora di tutto, intanto la prima mossa l’ha fatta Nicolò, forzando la mano e provando ad anticipare i tempi di uscita. I tifosi ci sono rimasti male (eufemismo) e questo è un altro fattore di cui tener conto in caso di fumata nera dal mercato invernale. Tornare indietro è possibile, ma non sarà facile e in caso indolore. E se qualche recente fischio ha fatto male al ragazzo, qualche altro potrebbe arrivare, in maniera copiosa, dagli spalti. Perchè la Roma viene prima di tutto e questo Zaniolo lo sa bene. Un popolo fiero e orgoglioso, “sopravvissuto” agli addii di Ago, Conti, Giannini, Totti e De Rossi, ha ormai una corazza emotiva in grado di sopportare tutto. Ma pretende rispetto per la maglia, strappata in preda alla rabbia e poi riposta in un angolino alla vigilia di una partita.
La mossa è stata ormai fatta, la reazione tutta da scoprire. Ma il sorriso di Nicolò, nella notte di Tirana, oggi sembra un ricordo decisamente lontano.

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